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Dentosofia: il cammino verso l’armonia

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Partire dall’analisi della propria bocca per avere una visione d’insieme sullo stato della propria salute, conflitti interiori, patologie e blocchi. Capire e conoscere la dentosofia….

La bocca: visione d’insieme

Sin dall’antichità le due arcate dentali, accolte superiormente dalla mascella e inferiormente dalla mandibola, hanno avuto dei significati specifici. L’arcata superiore è assimilata allo spirito. La mascella che la contiene fa parte del cranio, con il quale costituisce un’entità unica. La tradizione taoista e quella ebraica antica vedono nel cranio, e quindi anche nel mascellare superiore, il cielo dell’uomo con il compito simbolico di trasmettere verso il basso il messaggio divino proveniente dall’alto. Alla luce di questo ragionamento, poiché l’arcata superiore ha una connessione diretta con la componente spirituale, il dente può essere interpretato come il luogo in cui l’inconscio diventa visibile.
Attraverso una lettura antroposofica l’arcata superiore è identificata con il passato, che non consiste soltanto nelle esperienze che hanno lasciato traccia nella memoria della persona, ma anche in quelle ereditate dai genitori e in senso lato dagli avi, che risiedono appunto nell’inconscio collettivo. Anche ‘il pensare’, assimilabile sia all’arcata superiore che al passato, ha avuto una grande valenza nell’evoluzione della specie umana. In occidente è grazie alla civiltà greca se l’uomo ha iniziato a sviluppare un pensiero filosofico. La specie umana ha ricevuto questo “dorom” (dono per gli antroposofi), consentendoci di acquisire una mentalità scientifico-razionale e un nuovo modo di affrontare le difficoltà della vita quotidiana.
Grazie al pensiero e alla filosofia l’essere umano ha raggiunto dei risultati incredibili e impensabili ma ha anche pregiudicato altre attività e capacità. Per tornare al tema di questo libro, alcuni dei miei giovani pazienti che privilegiano le attività del ‘pensare’, e che solitamente preferiscono il computer all’attività fisica e al rapporto fisico diretto con i coetanei, hanno un ‘morso profondo’, cioè i denti dell’arcata superiore che coprono quelli dell’arcata inferiore. In questi casi ‘il pensare’, che è stato assimilato con l’arcata superiore, si è sviluppato troppo a discapito del contatto occlusale e dell’arcata inferiore. La maggiore evoluzione costringe infatti l’arcata dentale corrispondente a svilupparsi proporzionalmente, rompendo l’equilibrio sia con l’occlusione dentale sia con l’arcata inferiore. Dal punto di vista ortodontico il paziente con queste caratteristiche è caratterizzato da un ‘morso profondo’, mentre dal punto di vista psicoaffettivo si nota la propensione all’introversione e alla scarsa socializzazione.
L’occlusione, cioè il contatto tra l’arcata superiore e quella inferiore, è assimilata dall’antroposofia al ‘sentire’. Questo termine si riferisce alla percezione spirituale-artistica: l’occlusione manifesta quindi quella spiritualità che proviene dall’arcata superiore, il cielo dell’uomo. In passato, prima della civiltà greca, l’uomo non era ancora in possesso ‘del pensare’, cioè di un eccesso di razionalità, ed era direttamente in contatto con il divino. Il sacerdote non mediava tra lui e gli dei, ma semplicemente gestiva il tempio e organizzava le cerimonie. Altri esempi di spiritualità possiamo dedurli dal mondo artistico. Uno scultore come Fidia, attivo ad Atene nel V secolo a.C., non usava modelli perché la conoscenza era dentro di lui. Egli semplicemente concretizzava ciò che aveva spiritualmente chiaro: il ‘sentire’ guidava la sua mano.
Nella civiltà contemporanea il ‘pensare’ è preponderante, la razionalità scientifica è dominante e il ‘sentire’ è diventato marginale, soffocato dalla ratio. Inoltre è stato smarrito un rapporto diretto con il divino. Nell’Ottocento le persone munite di grande sensibilità si avvicinavano all’arte o frequentavano artisti perché questi ultimi erano ritenuti vicini a Dio. Grazie al loro ‘sentire’ percepivano e concretizzavano in opere artistiche le sollecitazioni provenienti dal divino. Un po’ come Abramo, che parlava direttamente con il suo Dio. Una vicinanza che oggi è del tutto impossibile o beneficio di rarissime persone.
Oggi spiritualità e sensibilità artistica sono mediate da figure diverse di guru, maestri o critici d’arte che si pongono tra il soggetto e il divino, contribuendo a indebolire la percezione spirituale-artistica individuale. L’occlusione sta anche a significare ‘il presente’, ovvero la presa di coscienza, la realtà, ‘il qui e ora’, che proviene dal mascellare superiore e dall’Io spirituale. Quando questa emanazione è bloccata o scarsamente facilitata nel suo fluire, la percezione spirituale-artistica viene meno. I soggetti che soffrono di questa condizione non riescono a intuire ciò che accade nell’immediato presente, hanno bisogno di aiuto per percepire che cosa succede in loro e nella loro dimensione spirituale oppure per comprendere i messaggi che un artista, specie sempre più rara, esprime.
Dando, a tutto questo, una chiave di lettura dentosofica, possiamo dire che tutto il patrimonio che alberga in noi, e al quale possiamo accedere con difficoltà, corrisponde all’inconscio e il dente è uno dei luoghi dove questo diventa visibile.
Tutto ciò che sfugge al nostro stato di coscienza lascia traccia sul nostro corpo, compresi i denti. L’arcata inferiore è assimilata al corpo, alla materia, al fare e perciò rappresenta ‘il volere’. È governata dal mascellare superiore e per questo motivo chi presenta un ‘morso profondo’ ha il volere bloccato: la volontà, la sessualità, la forza sia morale che fisica sono invalidate. In questi casi la voglia di futuro è bloccata e il ‘pensare’, che a volte rende il ragazzo intelligente e capace di affrontare qualsiasi situazione, diventa l’elemento castrante. Pertanto ‘il pensare’ può diventare un elemento negativo se diventa preponderante a discapito della sensibilità spirituale-artistica, come purtroppo oggi sta accadendo. La corsa ai beni materiali premia il più scaltro e non il più forte, avvantaggia il meno sensibile e quindi colui che ha meno scrupoli.
Alla mandibola la dentosofia associa ‘il futuro’, la voglia di immaginare, di scoprire se stessi e il mondo. Il morso inverso (terza classe) può non essere estetico ma può significare buona determinazione, voglia di procedere e di scoprire. La mandibola, mobile verso il basso, a destra, a sinistra, in avanti e indietro, è l’articolazione più libera del corpo e per questo motivo simboleggia la libertà. Una libertà che deve in qualche modo essere controllata dal ‘pensare’ (arcata superiore) ma non schiacciata. Quando il ‘pensare’ non è uno strumento per raggiungere la saggezza ci potremmo trovare di fronte a individui ribelli, al di fuori delle regole e inconcludenti. Al contrario, quando il pensare è predominante e soffoca altre dimensioni ci troviamo di fronte a individui introversi, tristi e con poca intraprendenza (morso profondo).
Un equilibrio perfetto è il risultato di una compensazione tra le diverse dimensioni. Il ‘volere’ vorrebbe masticare e digerire il mondo ma, per non essere distruttivo, deve essere accompagnato da un ‘pensare’ che individui dei limiti e un ‘sentire’ che sia in grado di percepire le più profonde mozioni spirituali.
EQUILIBRIO:
PENSARE – PASSATO
=
SENTIRE – PRESENTE
=
VOLERE – FUTURO
L’armonia che l’essere umano ricerca non è facile da raggiungere. Una bocca equilibrata, dove pensare, sentire e volere siano ben dosati, e dove passato, presente e futuro siano ben interpretati, aiuta a ottenere questo obiettivo.

Testo tratto dal libro PERCHE’ I FIGLI DELLA PLAYSTATION HANNO I DENTI STORTI, in vendita in offerta su www.terranuovalibri.it, lo shop online di Terra Nuova.

Leggi online in anteprima alcune pagine del libro:
 
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