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Dieta, emozioni, etica… psicologia dell’alimentazione

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Dal libro “Scegli la salute” vi presentiamo un passo per conoscere il metodo Kousmine e la sua proposta di dieta per adulti e bambini.

Dieta, emozioni, etica… psicologia dell’alimentazione

Mangiare
L’atto del mangiare lega tra loro la mente – la molla interiore che ci spinge a selezionare i cibi nel rispetto delle tradizioni culturali o della prassi sociale – e il corpo con gli atti abituali del masticare, ingoiare, bere, evacuare. Siamo soliti accettare quei cibi che consideriamo parte della nostra cultura o del nostro entourage sociale. Influiscono sulle nostre scelte fattori diversi, non ultimi i ricordi di gioiose tavole imbandite da madri e nonne nel corso dell’infanzia. È appurato che già durante la vita intrauterina si apprezzano i sapori dei cibi scelti dalla madre, e anche questo potrà influenzare tutte le future abitudini e gratificazioni alimentari. Solo nel corso dell’adolescenza ci lanciamo nei meandri dell’ignoto assaggiando cibi appartenenti a tradizioni di altri gruppi, magari perché vogliamo emulare il comportamento di un nuovo amico, oppure perché vogliamo aderire a una religione con ben precise regole alimentari (come quelle ebraica o musulmana).
Tra l’adolescenza e la vecchiaia compare un lungo intermezzo in cui le abitudini alimentari rimangono pressoché inalterate, anche se può avvenire l’inserimento graduale dei cibi pronti, tanto comodi ma purtroppo contenenti additivi, grassi inadeguati, forti quantitativi di sale o zucchero. Certo, in questo lasso di tempo può presentarsi una crisi esistenziale, spesso capace di alterare significativamente lo stile di vita delle persone: matrimonio, grosse perdite o guadagni economici, malattie sono tutti elementi che influiscono sulle nostre condizioni di vita. Per spiegare le preferenze alimentari, l’antropologo francese Claude Lévi-Strauss coniò l’espressione “Buono da pensare è buono da mangiare”, molto efficace per capire come ognuno ritenga che il proprio modo di mangiare sia il più giusto, il più sano e gustoso.
Non stupisce dunque che ogni cambiamento possa provocare delle forti resistenze e debba avere delle motivazioni solide, valide. “Chi viola le convinzioni alimentari del proprio gruppo o della propria società, lo fa a suo rischio e pericolo”, afferma Leon Rappoport, ostrando quale impatto possa avere l’adozione di una dieta completamente diversa come quella proposta dalla dottoressa Kousmine all’interno del metodo, tanto più se tale adozione avviene in un momento particolarmente delicato quale può essere la scoperta di una malattia grave.
Dieta, emozioni, etica
Siamo ciò che mangiamo, e il modo in cui lo facciamo è legato a come ci vogliamo presentare, tanto nel privato quanto nel pubblico. Molti di noi mangiano come desiderano solo nei momenti privati, lontano dagli sguardi pubblici e a volte dagli stessi famigliari. Certi cibi ricchi di amidi, come patatine fritte e maccheroni, ritenuti “rincuoranti e gratificanti”, vengono assunti abbondantemente nel contesto famigliare, sono metabolizzati più lentamente e danno un prolungato effetto calmante sulle emozioni (il piatto preferito da bambini… e adulti, è rappresentato dalle patatine fritte di McDonald’s). Invece alla tavola calda o al ristorante, dove intratteniamo una relazione, è frequente preferire una fetta di torta ricchissima di carboidrati semplici, che accentuano l’emotività.
Esprimiamo perciò con gli alimenti le emozioni, le ansie e le aspirazioni cui siamo spinti dal contesto culturale. Esiste anche una dimensione etica del cibo, con i valori morali, i comportamenti ritenuti giusti o sbagliati in relazione al gruppo di appartenenza (i cattolici considerano peccaminosa la golosità, i musulmani proibiscono il maiale) o alla definizione di bene e male, di giusto o sbagliato; dimensione che apprezziamo facilmente osservando i bambini nel loro comportamento a tavola, l’etichetta che solo un “buon” genitore può insegnare. Riduttivamente possiamo affermare che i comportamenti alimentari quotidiani sono l’espressione della personalità, complessa e spesso contraddittoria, dello sconosciuto che al tavolo accanto gusta con soddisfazione un piatto di lasagne alla bolognese.
Significato della dieta
L’esperienza alimentare, al pari di un’esplosiva avventura sessuale, rappresenta un piacere viscerale, gratificato dalla magia intrinseca di ogni trasformazione, dalla presenza del dio apportatore di cambiamenti, magie, misteri, come è espresso molto bene da Lévi-Strauss in Il crudo e il cotto. In questo testo fondamentale vengono sviscerate le modalità di trasformazione, da parte dell’uomo, dei cibi crudi in elaborati prodotti ad opera del fuoco, e tutte le implicazioni che questo processo comporta. Ma anche l’antropologo S.W. Mintz, nel 1996, descrive il successo “psicotecnico” dello zucchero sul più “selvaggio” miele. La dieta del metodo Kousmine compie invece il percorso inverso: spinge i pazienti a ritornare al crudo, al “selvaggio”, al cibo semplice e non elaborato, privo delle “rincuoranti” coccole alimentari di grassi e zuccheri.
Non stupiamoci pertanto delle resistenze incontrate quotidianamente nel suggerire un sistema in grado di scardinare le abitudini più consolidate. Il cambiamento mette in discussione se stessi, il proprio stile di vita, gli schemi utilizzati fino a quel momento, per conseguire una sorta di rinnovamento interiore. Tale situazione può indurre ansia, timore, insicurezza, con un senso di sfiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Il cibo abituale garantisce la continuità del conosciuto, le certezze tramandate dalla famiglia e dal gruppo. Comunque questo percorso inverso, dall’edonismo alimentare a una semplificazione culinaria, viene accettato dal paziente che è deciso a fare qualcosa in prima persona per combattere la propria malattia. In questa fase di transizione, possono servirgli dei suggerimenti che lo aiutino a perseguire dei risultati e a conservarli nel tempo.
Fondamentale è cercare di capire l’obiettivo che si vuole raggiungere, evitando di farsi influenzare dagli altri e dalle loro aspettative personali in campo alimentare, perché spesso le persone mangiano ciò che pensano e non ciò che effettivamente sarebbe utile alla malattia. Non esiste nulla di definitivo, ma tutto è modificabile; la stessa dieta consente deroghe al di fuori della malattia acuta. Concedersi la grande libertà di un salto nel buio -che è pur sempre l’adozione di un altro modo di vivere, qual è quello del metodo Kousmine – non ha la valenza di un credo religioso ma di uno stile di vita, semplice e gratificante, privo di una regola divina ma ricco di scelte personali. Vuol dire permettersi di sperimentare varie soluzioni, alla ricerca di quella ottimale che, garantendo le basi dell’alimentazione, consenta di gratificarsi (inventando anche un modo diverso di presentare i piatti più semplici, con colori o spezie, sapori nuovi, convivialità inaspettate nel condividere uno stile nuovo). Il rischio nel seguire una nuova dieta, senza valutarne effetti e possibili benefici, è di credere che affidandosi a un sedicente esperto si sia trovata una verità assoluta, valida per tutti, in ogni luogo e tempo. Non è questo lo spirito migliore per affrontare il metodo Kousmine. Ogni paziente, invece, rappresenta un punto di partenza in cui il cibo deve essere un approccio consapevole e globale alla cura.

La dieta Kousmine pone, a differenza della medicina convenzionale, la centralità del rapporto tra alimentazione e salute, e il riconoscimento del ruolo dell’intestino rispetto al sistema immunitario e alla necessità di consumare alimenti di qualità. Vi proponiamo quindi due ricette tratte dal libro:

>> Insalata di avena e zucchine
Ingredienti: 150 g di avena, 100 g di zucchini, 1 spicchio d’aglio, 100 g di tofu, 1 carota per la decorazione, ¼ di acqua, acqua q.b. per cuocere l’avena, 1 c di senape, sale, ½ bicchiere di olio ev d’oliva.
Lasciate a bagno l’avena per almeno una notte (meglio per 24 ore). Cuocetela poi a fuoco lento per circa 30 minuti (o finché sarà tenera). Intanto frullate (o passate al mixer) il tofu con il quarto d’acqua (che avrete fatto bollire e lasciato raffreddare), lo spicchio d’aglio, gli zucchini crudi (tagliati a pezzi), l’olio, la senape e il sale.
>> Miglio al tofu
Ingredienti: 150 g di miglio, 120 g di tofu, 1 spicchio d’aglio, 1 manciata di prezzemolo mondato, olio ev di oliva, sale, acqua q.b.
Cuocete il miglio come da ricetta base. Intanto sbriciolate il tofu e aggiungetelo a metà della cottura insieme all’aglio tritato. A fine cottura aggiungete il prezzemolo finemente tritato e, dopo aver lasciato raffreddare un po’, incorporate l’olio di girasole. È un piatto veloce e completo, che, accompagnato o preceduto da verdure crude, può costituire un pasto.
Testo e ricette tratte da pagina 65 e seguenti del libro.

SCEGLI LA SALUTE è in vendita in offerta su www.terranuovalibri.it, lo shop online di Terra Nuova Edizioni.

Leggi online in anteprima alcune pagine del libro:
 

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