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Dressing: l’insalata cambia abito

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Marinature, maionesi e sali aromatici: come condire in modo insolito le verdure crude per soddisfare il gusto, imparare a usare ingredienti ricchi di nutrienti e appagare anche gli occhi.
Dressing: l’insalata cambia abito
Dressing è un termine mutuato dalla lingua anglofona e descrive una base cremosa, come uno yogurt o una maionese, usata per condire l’insalata. Esistono dressing molto famosi come la Caesar salad o la vinaigrette, per nominarne un paio, che hanno fatto il giro del mondo. Nel nostro caso, ci siamo presi una licenza poetica e utilizziamo questa parola per indicare il condimento in generale o addirittura la procedura cui sottoponiamo le verdure per insaporirle, prima di comporle nel piatto.
L’insalata può essere un piatto versatile, che si adatta bene a essere ripensata, cambiandone l’aspetto a seconda delle esigenze alimentari e della fantasia che di volta in volta impieghiamo nella sua preparazione. La combinazione di erbe aromatiche, semi oleosi e oli particolari ci offre l’occasione per trasformarla in un piatto finalmente protagonista della nostra tavola.

I sali aromatici

Il sale aromatico è un condimento semplice da realizzare, che può riservare grandi soddisfazioni e dare una marcia in più a un piatto di verdure crude. È una preparazione comoda da tenere in dispensa: si può realizzare in anticipo e in quantità, poiché si conserva a lungo proprio per via della nota azione congiunta, disinfettante e antibatterica, di sale, erbe e spezie.
Può essere preparato d’inverno con ingredienti secchi, come salvia, rosmarino, timo, cardamomo, semi di senape, cumino, oppure in stagione con le aromatiche fresche. Le erbe garantiscono poi che il nostro piatto sia ricco di oli essenziali.
Durante il mese di settembre possiamo ancora approfittare della coda estiva e adoperare le erbe fresche, che conferiranno uno straordinario aroma al nostro sale. Con un unico accorgimento: una volta pronto, va riposto in un vasetto di vetro o ceramica che va arieggiato per qualche giorno per far evaporare l’umidità in eccesso.
Per cominciare si può preparare un sale integrale con menta fresca, aghi di rosmarino e scorzette di limone, battuto col mortaio di pietra, proprio come una volta. La varietà di sapori e aromi contribuirà a creare un gusto complesso per il nostro palato, che ci permetterà di ridurre la quantità di sale, senza crearci troppe frustrazioni.
Ecco altre idee per dei sali aromatici: salvia e verbena odorosa, detta erba Luigia, che ricorda gli agrumi; basilico e erba cipollina, perfetto per condire una bella insalata di pomodori; menta e santoreggia, delizioso sulle verdure arrosto come melanzane e peperoni. Oppure potete prepararne di più classici, a base di salvia, timo e rosmarino, per esempio, perfetti per delle preparazioni vegetali in stile barbecue.

La marinatura

Si tratta di una tecnica di cucina tradizionale che si compone di tre ingredienti principali: una parte acida (un tipo di aceto o limone), una parte grassa (un olio) e degli aromi a scelta.
Le verdure marinate possono diventare un contorno sgrassante e dal sapore molto intenso o possono caratterizzare un’insalata mista con dei legumi e delle patate. Il suggerimento è di provare con il cavolfiore o il cavolo cappuccio viola, il cui colore sarà esaltato dalla marinatura, o ancora con del sedano, dei ravanelli o del sedano rapa. Una volta preparata, riponetela poi in frigorifero dentro a un contenitore di vetro a chiusura ermetica e usatela all’occorrenza, anche come condimento per dare una virata agrodolce, per esempio, a delle cipolle di Tropea al forno.

Spaghetti di zucchine?

C’è un altro aspetto importante da considerare dell’insalata: il taglio delle verdure. Un diverso taglio predispone infatti i vegetali a raccogliere diversamente il dressing, modificandone sapore e aspetto.
Un metodo è quello del taglio a spaghetto, che si fa con uno strumento detto spiralizzatore. Per condire un piatto di spaghetti vegetali, ad esempio di zucchina, si può usare una rielaborazione di una salsa tipica della cucina nordafricana e mediorientale a base di pasta di semi di sesamo: la tahina. In alternativa, vera leccornia è condire questi spaghetti con un battuto di pomodori secchi, aglio, pane grattugiato, olio extravergine di oliva e origano. Oppure con una crema di avocado, succo di limone e senape; o ancora con un trito di piccadilly, capperi sotto sale e tanto basilico. Avrete così un condimento speciale per un’insalata che all’occhio apparirà come un succulento primo piatto.

Il pesto

Insomma, diciamocelo: e a chi non piace il pesto? Si può preparare una variante del classico pesto della tradizione, amato e familiare un po’ a tutti, in chiave vegana.
Per creare un condimento insolito, goloso e appagante sono infatti sufficienti pochissimi ingredienti di buona qualità: una o più aromatiche, dei semi oleosi, dell’olio extravergine di oliva e un pizzico di sale. Questa combinazione potrà salvarvi in caso di una cena improvvisata, di un pranzo veloce o di un aperitivo leggero, perché accompagna perfettamente qualsiasi crudités.
Facendo appello a una gamma di sapori consolidati, questo dressing convincerà anche i commensali più diffidenti, conferendo una nota inaspettata anche all’insalata più semplice.

Le maionesi e le salse di soia

Abbiamo esordito dicendo che il dressing indica all’origine un condimento a base di una salsa cremosa e quindi è inevitabile parlare della maionese, ma in versione vegan ( vedi la ricetta per prepararla in casa). Più leggera della classica maionese, semplice da realizzare e aromatizzare a piacere, nonché cruelty free, la maionese vegan può essere un’ottima soluzione per arricchire i vostri piatti a base di verdura.
Un’alternativa alla maionese vegana sono le salse di soia. Entrambe le preparazioni possono essere intese come un dressing a sé, o come una base ulteriormente lavorabile per creare nuovi sapori. Sarà sufficiente aggiungere spezie e erbe a proprio piacimento per ottenere delle salsine uniche.
 
In conclusione, l’insalata può diventare una pietanza inaspettata. Sottratta alla noia, indosserà nuovi panni e si farà cifra stilistica della nostra personale creatività; una creatività di cui potremo gioire coi nostri commensali, ospiti, amici o familiari, o al lavoro, durante la pausa pranzo.
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Articolo tratto dalla rivista Terra Nuova Settembre 2020

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