Dalla rubrica del mensile Terra Nuova dal titolo “Ecologia Informatica” l’ultimo articolo pubblicato “Software a perdere”: con una riflessione sull’obsolescenza programmata.
Ecologia Informatica: Software a perdere
Tutto quello che è tecnologico ben si presta a essere soggetto all’obsolescenza programmata. La cosiddetta «legge di Moore» sostiene che «le prestazioni dei processori e il numero di transistor a esso relativo raddoppiano ogni 18 mesi». Questo assioma, ideato da Gordon Moore, cofondatore della Intel, permette alle case produttrici di far credere ai consumatori che l’hardware o il software di cui sono in possesso, dopo appena un anno e mezzo o due di vita, viene superato in termini di potenza o prestazioni dalla nuova versione. In questo modo, la richiesta di prodotti non potrà che aumentare. E i profitti sono assicurati.
Certo, le aziende hi-tech hanno dovuto imparare sulla propria pelle che occorre scegliere con attenzione i tempi per presentare le innovazioni al pubblico. Nel 1983, la Osborne Computer Corporation fece trapelare la notizia di avere in cantiere ben due nuove versioni del suo personal computer portatile Osborne 1. In realtà, la loro produzione non era ancora avviata, e quando i clienti e le rivendite sospesero drasticamente gli ordinativi del «vecchio modello», in attesa di quelli di nuova generazione, il crollo delle vendite causò alla società una carenza di liquidità tanto forte da costringerla alla bancarotta. Il fatto fece scuola tanto da venire chiamato «effetto Osborne».
Negli ultimi decenni la rivoluzione digitale ha conquistato mercati sempre più estesi e con prodotti ogni volta più performanti, diversificati e: prontamente superati! Un esempio per tutti? I sistemi operativi basati su software proprietario, Microsoft in testa.
Nel luglio del 2006, Microsoft abbandonò il servizio di vendita e assistenza per i sistemi operativi Windows ’98 e Millenium Edition. Questa strategia aziendale non solo incitò i clienti ad acquistare i sistemi operativi più avanzati, per i quali si garantiva l’assistenza, ma scatenò una corsa alla sostituzione delle macchine non più in grado di eseguire i nuovi programmi e di funzionare agilmente con le versioni più recenti di Windows.
Obsolescenza per incompatibilità
Ma esempi simili se ne possono scovare a bizzeffe: basti citare le piccole schede di circuiti, che bisognerebbe sostituire per aggiornare con facilità l’hardware dei pc, le quali vengono deliberatamente progettate di forma diversa, per cui spesso occorre cambiare del tutto la macchina; o gli innumerevoli cambi di formato negli spinotti dei caricabatterie per gli ultimi modelli di telefonini.
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