Dinnnnn, trinnnn, fruuuu… Anche durante questo Natale abbiamo udito il suono del registratore di cassa, strisciato le nostre carte di credito e accumulato scontrini nel portafoglio; una media di circa 160 euro pro capite di spesa in regali. Per non contare l’ansia accumulata nelle corse dell’ultimo momento, lo stress da traffico e lo smog respirato. Eppure dovevano essere riposanti e gioiose Feste!
Da tempi immemori il vero spirito del Natale si è perso, fagocitato da un marketing capitalistico sempre più vorace. E allora che fare? Disperarsi dopo la visione di un conto in banca dimagrito per essere caduti anche questa volta nel tranello consumistico?
Il momento migliore per sollevare la testa è proprio questo: l’inizio del 2018. Un nuovo anno pieno di buoni propositi da realizzare concretamente, per arrivare al prossimo Natale ben saldi ai nostri valori e non a quelli gridati dalle pubblicità. Dodici mesi di ben-essere piuttosto che di tanto-avere, di decrescita felice invece che di imperante spreco.
La nostra possibilità per un anno all’insegna della sobrietà.
In fondo il gesto più sovversivo da attuare in questa società non è proprio quello di diminuire i consumi e con essi anche lo spreco? Sembra così semplice, ma tutto attorno a noi ci spinge in un’altra direzione. Eppure, opponendoci al consumismo, avremmo incredibili vantaggi. Primo tra tutti: il tempo! Potremmo liberare il nostro tempo dalla necessità di accumulare denaro, diminuire le ore di lavoro e riappropriarci delle nostre giornate.
Viene fatto di tutto per farci dimenticare che le banconote sono solo uno dei mezzi di scambio all’interno della nostra quotidianità. Un’operazione nelle nostre menti talmente potente da indurci a pensare che il denaro rappresenti anche il nostro fine. Un conto in banca bello cicciotto da ammirare con fugace soddisfazione o da dare in pasto a sedicenti broker. Eppure la possibilità di avere cura della nostra casa e famiglia non sempre è determinata dalla disponibilità di tante banconote.
Facciamo un’ipotesi ribelle: e se vivendo più sobriamente si potesse dimezzare il lavoro salariato? Sembrerebbe un sogno meraviglioso. Quante ore liberate da dedicare agli altri e alla propria anima, per coltivare passioni, per donare tempo a cause sociali e associazioni, o semplicemente per crogiolarsi in un ozioso riposo.
Negli ultimi anni sto improntando la mia vita su questa strada. All’inizio pensavo fosse mera utopia. Ho cominciato come tanti, con l’autoproduzione domestica di beni necessari, per nutrirmi in modo salutare, per la cura del mio corpo e la pulizia della casa. Poi ho ridotto gli sprechi energetici, con attenzione e scegliendo come gestori aziende per la produzione di energia rinnovabile, e le bollette sono diventate più esigue. Ho imparato a riparare invece di comprare e a fare da me la manutenzione ordinaria. Ho iniziato a informarmi e a provare a evitare prodotti particolarmente inclini all’obsolescenza programmata.
Ho ricominciato a fare con regolarità uno sport e a coltivare le passioni dell’infanzia come il ballo, che rendono le mie serate sociali e divertenti con pochi euro. A viaggiare facendo la guida per permettermi di visitare luoghi sorprendenti e conoscere culture ancestrali.
Ho dedicato tempo all’attivismo, in comitati, associazioni e movimenti. E più m’impegnavo in questo, più attorno a me cresceva una rete di relazioni eccezionali con cui lo scambio di favori e beni diveniva pratica quotidiana. Ho frequentato corsi di alta formazione da migliaia di euro senza un centesimo, restituendo in cambio il mio supporto attraverso professionalità acquisite nel campo della comunicazione.
Ho fatto tanto, ma speso poco.
La mia esistenza oggi è piena di meravigliose esperienze e la maggior parte del mio tempo è dedicato all’ecologia e alla decrescita felice. Ho poche ore di lavoro salariato durante la mia settimana e una vita ricca e piena, non di monete sonanti, ma di momenti felici. E il mio augurio è che quest’anno anche voi possiate essere ricchi di questi momenti.
Auguri! Per un eccitante 2018 di sobrietà e tempo liberato.
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