Maria Grazia Mammuccini illustra i cinque emendamenti alla legge di bilancio 2021 che erano stati presentati da FederBio ma che non sono stati approvati.
Anticipare gli obiettivi europei del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030: questo era l’obiettivo che ha spinto FederBio a presentare cinque emendamenti alla legge di bilancio 2021, per la valorizzazione del biologico come paradigma per il rilancio della nostra agricoltura. Emendamenti che purtroppo non sono stati approvati.
Le proposte riguardavano l’art. 21, con la richiesta della dotazione di un fondo di 30 milioni di euro per favorire lo sviluppo delle filiere agricole biologiche fondate sul principio del «giusto prezzo», in linea con gli obiettivi europei di triplicare entro il 2030 le superfici coltivate a biologico.
Altro punto importante era la proposta di un fondo per incentivare il consumo di prodotti biologici a favore dei nuclei familiari dove siano presenti donne in gravidanza e bambini fino ai tre anni. Numerosi gli studi epidemiologici che hanno infatti dimostrato la correlazione tra esposizione prenatale ai pesticidi ed effetti negativi sul neurosviluppo, oltre al rischio di patologie cronico-degenerative come conseguenza all’esposizione continua ai pesticidi.
Sempre in linea con le indicazioni delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, FederBio sollecitava l’utilizzo della fiscalità per favorire l’incremento della superficie agricola coltivata ad agricoltura biologica in relazione alle esternalità positive per l’ambiente, la biodiversità. Per questo proponeva alcune misure, tra cui l’applicazione dell’aliquota Iva agevolata del 2% per incentivare il consumo di prodotti ortofrutticoli biologici e l’esenzione Iva quando questi sono venduti per la somministrazione di alimenti e bevande nell’ambito di servizi di ristorazione collettiva pubblica. Infine, chiedeva l’azzeramento dei costi di certificazione obbligatoria utilizzando il credito di imposta per le imprese biologiche certificate.
L’ultimo emendamento riguardava gli insetti impollinatori messi a rischio dal cambiamento climatico, dall’agricoltura intensiva e dalla scomparsa degli habitat naturali. FederBio proponeva misure per i Comuni e gli Enti gestori delle aree naturali protette per realizzare aree verdi attrezzate per la tutela degli insetti impollinatori.
Oggi più che mai è evidente che gli interventi finalizzati alla ripresa, dopo la crisi legata all’emergenza sanitaria, economica e ambientale, non possano che passare dalla sostenibilità. E per favorire la transizione ecologica dell’agricoltura occorrono misure concrete, anche sul piano fiscale. Il rilancio della nostra economia non può prescindere dal rispetto della fertilità dei suoli, dalla tutela della biodiversità e dal contrasto al cambiamento climatico. Chi sceglie di produrre biologico, con ricadute positive sulla salute e sull’ambiente, va sostenuto con agevolazioni fiscali che compensino in parte i costi maggiori sostenuti.
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Articolo tratto dalla rubrica Mondo Bio
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