Usciamo dalla nostra zona di comfort per creare sinergia… L’editoriale del direttore di Terra Nuova.
L’intuizione dei fondatori di Terra Nuova, nel lontano 1977, oggi potrebbe sembrare scontata: riunire attraverso una rivista tre settori che si stavano evolvendo in parallelo, ovvero l’agricoltura biologica, l’alimentazione naturale e la medicina non convenzionale, per farli dialogare tra loro e farli conoscere ad un pubblico sempre più ampio.
Da allora, il cambiamento «in sintonia con il Pianeta» ha trovato crescente spazio in queste pagine e si è esteso a molteplici ambiti: bioedilizia, ecoturismo, permacultura, decrescita, biodinamica, ecovillaggi, ecocosmesi, dentosofia, comunicazione ecologica…
Tanti mondi diversi, ognuno con la propria «etichetta», che ancora oggi, o forse più che mai oggi, noi di Terra Nuova sentiamo l’esigenza di far convergere, per creare sinergia ed esaltare elementi comuni con cui fare massa critica. Senza una visione di insieme, c’è infatti un duplice rischio: a livello personale, di sentirci soddisfatti o, nel peggiore dei casi, migliori degli altri per aver raggiunto obiettivi molto specifici; a livello collettivo, di vedere i nostri singoli sforzi inghiottiti dal sistema, solitamente tramite una qualche forma di mercificazione.
Qual è dunque la strada da seguire? Me lo sono chiesto più volte. Credo che la chiave stia nel condividere la volontà ed esercitare la capacità di uscire dalla zona di comfort delle nostre convinzioni e delle nostre appartenenze, senza cristallizzarci nell’identità che creiamo attorno alle nostre scelte, anche quelle più virtuose.
Pertanto, consapevole di poter suscitare qualche malcontento, dico a tutti i mondi che questa rivista cerca ogni mese di riunire sotto la stessa testata: gettiamo il cuore oltre l’etichetta, ovvero oltre l’«io sono» vegan, buddista, macrobiotico, di sinistra, libertario, cristiano, bioregionalista, steineriano… Perché ogni percorso di trasformazione è prezioso, ma lo è ancora di più lo slancio che c’è dietro, dinamico, vitale e quindi difficile da intrappolare in un’ideologia o nell’ennesimo prodotto da ordinare su internet in un paio di click.
Non sono riuscito a trovare una definizione migliore di questo slancio di quella che, in una edizione del 1922 del dizionario Zingarelli, viene riservata a una parola oggi fin troppo inflazionata. La definizione è: «Moto affettuoso e benevolo, inclinazione dell’anima verso persona o cosa». La parola è: «Amore».
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