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I lavori nell’orto e nel giardino a Febbraio

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Febbraio è il mese ideale per eseguire la potatura delle piante a foglia caduca. Vediamo insieme cosa fare nell’orto, nel giardino e nel biobalcone durante questo mese.

I lavori nell’orto e nel giardino a Febbraio

È ora di potare…

Febbraio è il mese ideale per eseguire la potatura delle piante a foglia caduca. Le foglie sono a terra dopo aver trasmigrato gli elementi nutritivi negli organi legnosi o nelle radici, i rami danneggiati dai freddi invernali sono facilmente riconoscibili e le gemme sono pronte a differenziarsi a frutto.
A questo punto, il rischio di un germogliamento primaverile anticipato è scongiurato. Se si temono le gelate tardive, si può aspettare a potare fino alla fioritura.
La potatura regola l’equilibrio fra l’attività produttiva e quella vegetativa della pianta. Permette di mantenere una produzione costante nel tempo e di ottenere frutti di buona qualità e pezzatura. Le piante non potate producono ugualmente, ma i frutti sono più piccoli e di qualità più scadente.

… provando a farlo bene

Anche se le modalità di potatura cambiano in base alle caratteristiche delle singole piante, ci sono alcune indicazioni generali che è bene conoscere e alle quali è opportuno attenersi.
I tagli di raccorciamento per il contenimento della chioma si eseguono sopprimento la parte terminale del ramo principale, all’altezza di un ramo secondario che lo sostituirà nel ruolo di principale, come si vede nel disegno.
Questi tagli sono utili solo nelle piante giovani, per favorire lo sviluppo dei rami che devono formarne la struttura scheletrica. Per gli alberi adulti, l’accorciamento di rami senza prevedere una deviazione ne stimola l’attività vegetativa e favorisce la formazione di succhioni.
Se si hanno dubbi sull’esecuzione di un taglio, è meglio soprassedere, almeno si è sicuri di aver evitato un errore.
Le piante hanno una buona capacità di autoregolamentazione, e un buon potatore dovrebbe soprattutto assecondarle nella ricerca di un migliore equilibrio vegeto-produttivo.

Il risveglio dell’orto

All’aperto si possono seminare aglio, bietole, cipolle, fave, lattuga e radicchio da taglio, piselli, ravanelli, spinaci, taccole e valeriana. Dopo la semina è utile coprire il terreno con un telo di tessuto non tessuto o con uno strato di materiale organico (paglia, compost, cippato) per proteggere i semi e le piantine dal freddo.

Prodursi le piantine

Chi vuole produrre da solo le piantine da trapiantare in primavera deve allestire e mettere in funzione il semenzaio, seminando in un cassone di terriccio oppure in vasetti singoli o multipli, riempiti fino a qualche centimetro dal bordo. Si appoggiano i semi sul terriccio e poi si coprono con un altro strato di terriccio doppio rispetto alle dimensioni del seme.
Il semenzaio accelera il germogliamento delle piante, che saranno pronte per essere trapiantate nel giro di qualche settimana.

Rigenerare il terriccio nei vasi

Il terriccio dei vasi può non essere cambiato ogni anno, ma è utile provvedere alla sua rigenerazione perchè tende a perdere sofficità. Il problema del compattamento è, di solito, più rilevante dell’asportazione delle sostanze nutritive. Così, quando si coltivano piante annuali è bene svuotare ogni anno i vasi dalla terra, per pulirla dalle radici e mescolarla, restituendole morbidezza.
In questa occasione è possibile anche aggiungere compost (circa un terzo del volume del terriccio) oppure un fertilizzante organico. È buona norma aggiungere anche del lapillo per migliorare l’areazione e la capacità di reidratazione del substrato.
Nel caso delle piante perenni è bene provvedere a cambiare il vaso ogni due o tre anni, per adeguarlo alle dimensioni della chioma e per ripristinare le caratteristiche fisiche del terriccio. Si estrae la pianta dal vaso e si rompe il pane di terra estratto con la pianta. A questo punto, si rinvasa colmando il vaso nuovo più grande con del terriccio pronto.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Febbraio 2016.
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