I lavori verdi del mese: Maggio
Se non ci sono stati problemi di impollinazione, i frutti che si formano sul melo, pesco, albicocco e susino saranno molto numerosi. Il loro numero eccessivo, però, riduce l’induzione a frutto delle gemme e mette a rischio la capacità produttiva per l’anno seguente. Non solo: è controproducente anche rispetto alle possibilità di avere un raccolto di qualità, perchè i frutti rimarrebbero troppo piccoli per riuscire ad accumulare una quantità di zuccheri sufficiente ad assicurare un prodotto gustoso e serbevole.
È per questo motivo che sarà necessario intervenire con il diradamento, 4-6 settimane dopo la fine della fioritura e comunque prima della fase di indurimento del nocciolo. Si eliminano i frutticini più piccoli e quelli malformati, lasciando 1-2 frutti per mazzetto. Il carico di frutti da lasciare va deciso comunque di volta in volta valutando lo stato vegeto-produttivo della pianta.
Un caso particolare è rappresentato dai fiori dell’actinidia (la pianta che produce i kiwi). Fioriscono nella seconda quindicina di maggio ma, non contenendo nettare, non attirano le api. Per questo è consigliabile procedere a un’impollinazione artificiale raccogliendo il polline dai fiori maschili con un pennello e versandolo in un contenitore per distribuirlo successivamente sui fiori femminili. Un risultato analogo si ottiene creando dei vortici d’aria per mezzo di un atomizzatore che gira a vuoto o di un soffiatore. È importante riuscire a impollinare il maggior numero di ovuli possibili, perchè la presenza di molti semi migliora il gusto dei frutti.
Frutti protetti
Maggio è il mese in cui inizia il volo degli insetti carpofagi, che si nutrono proprio dei frutti. È questo il momento giusto per installare i sistemi di protezione attiva, come per esempio le reti anti-insetto o anti-grandine, che impediscono la deposizione delle uova sui (o nei) frutti, in modo da evitare i danni causati dalle larve.
I frutti di maggiori dimensioni, come mele, pere e pesche, possono essere chiusi dentro a sacchetti di carta fissati con un filo. L’effetto estetico non sarà bello, ma questo genere di accortezze risparmia alla pianta, e al coltivatore, qualsiasi tipo di trattamento, anche quelli con i prodotti ammessi in agricoltura biologica.
I sistemi di protezione attiva si usano su ciliegio, melo, pero, pesco, albicocco e piccoli frutti, come mirtilli, ribes, more e lamponi.
Il tempo impiegato al momento dell’installazione delle protezioni si recupera del tutto o in gran parte in seguito, perché si evitano molti trattamenti. Si tratta di strumenti di protezione davvero efficaci, tanto da essere impiegati anche nella frutticoltura professionale.
L’acqua giusta per irrigare
L’acqua dell’acquedotto è fredda e contiene cloro, un elemento tossico per i vegetali. È meglio quindi non usarla direttamente sui campi, ma raccoglierla in serbatoi dove il cloro, lentamente, evapora e l’acqua si riscalda raggiungendo i 16°-21° C, temperature ottimali per l’irrigazione.
Se poi il serbatoio può raccogliere anche l’acqua piovana è ancora meglio, perchè si riducono i consumi di un bene limitato come l’acqua potabile.
A questo scopo è consigliabile anche abbandonare l’innaffiatoio e preferire il sistema di irrigazione a goccia, utilizzando manichette forate o tubi porosi. Con questo metodo, il risparmio di acqua è pari almeno al 30% ma spesso è molto più alto.
Il sistema richiede basse pressioni di esercizio (1 – 1,5 bar) e si adatta bene all’automazione. Insomma, soddisfa contemporaneamente esigenze organizzative ed ecologiche.
Ortaggi ben sostenuti
Il pomodoro, il peperone, alcune varietà di piselli, fagili e fagiolini richiedono l’uso di sostegni. Si impiegano pali in legno, bambù o plastica interrandoli almeno a 30-40 cm sotto terra, perchè dovranno reggere un peso non indifferente e superare indenni temporali o vento. Per conferirgli maggiore stabilità si possono legare fra di loro con filo zincato o con una corda resistente, ancorandoli poi al terreno con dei paletti che trattengono i tiranti.
–
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
IL MENSILE TERRA NUOVA
39 anni di pubblicazione, 100 pagine in carta riciclata al 100%, oltre 23.000 copie mensili, 10.000 abbonati: questi sono i numeri di Terra Nuova, il mensile che dal 1977 costituisce uno strumento insostituibile di controinformazione per chi vuole cambiare in meglio la propria vita.
Terra Nuova non è distribuito in edicola: si trova in vendita in oltre 1200 tra centri di alimentazione naturale, librerie specializzate, botteghe del mondo, ambulatori di medicina naturale e altre realtà che si occupano di consumo critico e sostenibile.
_
Terra Nuova vi propone una collana di manuali pratici ed efficaci per coltivare l’orto, il giardino o il balcone con l’approccio sinergico, con la permacultura, con i metodi biologici e tutto ciò che rispetta la natura.