I lavori da fare nell’orto e in giardino nel mese di febbraio.
Frutta e cambiamenti climatici
La presenza di piante da frutta nell’orto o nel giardino aiuta a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici. Infatti, con la fotosintesi gli alberi assorbono le particelle di CO2 e di altri inquinanti, stoccano il carbonio ed emettono ossigeno. Non solo. Con la loro ombra contribuiscono a ridurre la temperatura e l’evaporazione dell’acqua.
Chi si trova nelle regioni a clima più mite deve fare attenzione a scegliere varietà (in particolare di pesco e albicocco) che non necessitano di temperature basse, perché tutte le piante da frutta hanno bisogno di trascorrere un periodo più o meno lungo sotto i 7 °C durante l’inverno. In particolare, le vecchie varietà possono risentire di questo problema. Quando il fabbisogno di freddo non viene soddisfatto si assiste a una cascola delle gemme a fiore che determina una riduzione della produzione anche molto significativa, tanto da essere segnalata anche sull’ulivo, nonostante questa pianta abbia un fabbisogno di freddo relativamente basso.
Il fabbisogno di freddo degli alberi da frutto
SPECIE
|
FABBISOGNO DI FREDDO (ore)
|
Albicocco
|
400-500
|
Ciliegio
|
700-800
|
Melo
|
600-900
|
Mirtillo
|
1000
|
Olivo
|
100-250
|
Pero
|
700-800
|
Pesco
|
700-800
|
Susino europeo
|
600-800
|
Susino cino-giapponese
|
300-400
|
Vite
|
200
|
Portainnesti con apparati radicali profondi
È importante che i portainnesti per gli alberi da frutto siano resistenti alla siccità, per questo i loro apparati radicali dovranno essere abbastanza profondi. Infatti, con molti di quelli utilizzati attualmente (su melo e ciliegio, ad esempio) è sempre indispensabile l’apporto irriguo per assicurare la produzione; con quelli che vi consigliamo, l’irrigazione potrebbe essere necessaria solo in situazioni di emergenza.
Ritardare la potatura
Gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano anche sulle caratteristiche organolettiche dei frutti. Alcuni ricercatori hanno evidenziato una perdita della croccantezza e dell’acidità delle mele per percentuali che vanno dal 6 al 30% a seconda della varietà, mentre la dolcezza è aumentata di circa il 10%.
Questi aspetti possono essere giudicati positivamente o negativamente secondo i gusti di ognuno e sembra che riguardino tutti i frutti, anche l’uva da vino, a cui una maturazione accelerata non permette di sviluppare un’adeguata acidità. In questi caso sembra che sia possibile ritardare la maturazione anche nelle estati molto calde spostando la potatura al più tardi possibile, cioè anche appena prima del germogliamento.
–