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I numeri del morbillo

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“… più modestamente, per sconfiggere il morbillo, cerchiamo di fornire risposte ai genitori che non vaccinano i propri figli, indaghiamo davvero sui motivi delle loro esitazioni e dei loro dubbi, non ridicolizzandoli, ma con serietà e rispetto. La fotografia che ha riportato non va in questa direzione, serve consapevolezza, non obbligo…”. La lettera a Roberto Saviano del dott. Eugenio Serravalle.
Caro Roberto Saviano, anche lei scende in campo nella battaglia sui vaccini con il tono pacato e fermo che apprezzo quando affronta argomenti drammatici, quali la lotta alla camorra, ma il suo intervento sul morbillo parte da un dato che non trova conferma(1).
In ambito scientifico è indispensabile usare quei pochi dati che sono inoppugnabili per sviluppare un ragionamento che non sia soltanto un’opinione. Lei afferma che in Italia, prima dell’introduzione della vaccinazione antimorbillosa morivano duecento bambini per le complicanze della malattia.
Non cita la fonte di questa affermazione, come sarebbe doveroso quando si affrontano questi temi. Pertanto non posso apprezzare o confutare la veridicità del dato, devo solo crederle o approfondire. Sono andato a rileggere il rapporto Unicef-Istat «La mortalità dei bambini ieri e oggi. L’Italia post-unitaria a confronto con i paesi in via di sviluppo».
A pagina 8, nella tabella 1, è riportato il tasso di mortalità sotto i cinque anni per mille nati vivi in Italia, che è ZERO dal 1981, ben prima della vaccinazione di massa. Era 10,2 nel 1895, poi è crollato grazie ai profondi cambiamenti del nostro Paese, al miglioramento delle condizioni igieniche, sociali e sanitarie. Il presupposto del suo ragionamento non ha una base corretta(2).
Condivide poi un articolo che, nell’annunciare la triste notizia di un bambino di sei mesi ricoverato per morbillo, si scaglia contro i genitori che non vaccinano i propri figli. Non è mio costume partecipare a «duelli» sul web, e me ne astengo anche questa volta. Per la stima che nutro nei suoi confronti, le faccio notare che quello che è accaduto allo sfortunato bambino di Ancona è conseguenza proprio della vaccinazione. In epoca prevaccinale, la madre che aveva contratto l’infezione naturale forniva anticorpi protettivi al neonato efficaci per i primi mesi di vita; oggi, la mamma vaccinata non riesce a fornire una protezione utile a prevenire la malattia e pertanto il morbillo, da malattia eccezionale nel primo anno di vita del bambino, è più frequente anche in lattanti di pochi mesi. Non si fidi delle mie affermazioni, consulti la bibliografia che riporto nell’articolo pubblicato su Assis(3).
È vero che la malattia doveva essere eradicata in Europa nel 2015, e che siamo lontani dal raggiungere questo obiettivo perché la copertura vaccinale non è al 95% con due dosi di vaccino. Non ci siamo mai avvicinati a questo traguardo, eppure in alcuni anni i casi di morbillo sono stati comunque molto poco numerosi, a conferma dell’andamento ciclico della malattia. Oggi siamo all’inizio di un nuovo ciclo epidemico, che coinvolgerà purtroppo oltre ai lattanti, adulti e anziani, per i quali la malattia può avere un decorso grave.
Il cambiamento epidemiologico è causato anche dalla vaccinazione così praticata. Non ci si è concentrati a raggiungere l’obiettivo prefissato per l’eliminazione della malattia, preferendo aumentare il numero dei vaccini consigliati, arrivando a proporne quindici nei primi quindici mesi di vita.
A tutti piacerebbe l’Italia senza morbillo, anzi ancor di più un mondo senza morti per malattie infettive. Significherebbe vivere senza guerre, senza malnutrizione, senza sfruttamento e con cure gratuite per tutti. È un’utopia forse irrealizzabile, e allora più modestamente, per sconfiggere il morbillo, cerchiamo di fornire risposte ai genitori che non vaccinano i propri figli, indaghiamo davvero sui motivi delle loro esitazioni e dei loro dubbi, non ridicolizzandoli, ma con serietà e rispetto. La fotografia che ha riportato non va in questa direzione, serve consapevolezza, non obbligo.
Se l’immagina l’efficacia di una legge regionale in cui si fa divieto di essere camorristi? Servirebbe a nulla, perché diversa è la strada per battere le mafie, come ben sa. Applichi lo stesso principio nel comprendere le ragioni dei genitori, e cerchi di conoscere qualcuno tra i 631 danneggiati dalle vaccinazioni cui lo Stato ha riconosciuto il diritto all’indennizzo.
Cordiali saluti, Eugenio Serravalle
Note:
1. QUI il commento di Roberto Saviano su morbillo e vaccini.
Tratto dal blog: www.eugenioserravalle.it
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