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I vantaggi dell’apicoltura naturale

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Per salvare le api dobbiamo cominciare ad abolire i pesticidi e fare più rotazioni delle colture. Ma per avere alveari più sani esistono soluzioni più sostenibili anche in apicoltura. Le caratteristiche dell’arnia Warré per ripartire da un’apicoltura naturale, dove poter sfruttare il vantaggio dell’autocostruzione.
Maggio è il mese delle fioriture, del romanticismo e della spensieratezza. Ma è anche il mese in cui le api lavorano incessantemente, passando da un fiore all’altro, per fare scorte di polline. Eppure, questi sono tempi duri per tutti gli impollinatori che, oltre a soffrire la fame per la scarsità di cibo, sono minacciati dai pesticidi, vengono messi a dura prova dalle malattie e sono privati delle loro dimore per la mancanza di spazi di nidificazione adeguati.
All’inizio della buona stagione, dunque, dobbiamo sperare che le cose quest’anno vadano meglio. Anche perché, secondo la Fao, dal lavoro di api, farfalle e bombi dipende il 71% delle colture più importanti a livello globale per il consumo umano, una percentuale che sale al 76% in Europa. C’è da sperare che vada meglio anche per gli apicoltori, che svolgono un ruolo non trascurabile per la diffusione delle api. Intanto, nella passata stagione la produzione di miele si è più che dimezzata, mentre le importazioni sono salite del 4% rispetto all’anno precedente. Secondo la Coldiretti due barattoli di miele su tre sono di provenienza straniera. E quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria, con oltre 8 milioni e mezzo di chili, e Cina, con quasi 3 milioni di chili.
È chiaro a tutti, anche alle istituzioni sovranazionali, che dal futuro delle api dipende anche il nostro. Tant’è che il 20 maggio, tutti gli Stati aderenti all’Onu celebrano la giornata mondiale delle api, il World bee day, evento proposto dalla Slovenia, che nel 2018 ha scelto di imprimere un alveare stilizzato sulle monete da 2 euro. Ma anche l’Italia in questa partita gioca un ruolo determinante, perché sul nostro territorio si trovano trenta varietà diverse di miele monoflora.

Tempi duri per gli apicoltori

La più grave minaccia per la sopravvivenza delle api arriva dai pesticidi usati in agricoltura, i neonicotinoidi, ma anche dai comuni fungicidi che troviamo ancora in commercio malgrado esistano evidenze scientifiche conclamate che attestano la loro pericolosità. Ma il problema sono anche le monocolture e la mancanza di rotazioni colturali, che determinano la drastica riduzione delle fioriture spontanee. Le api, infatti, prediligono habitat ricchi di biodiversità e solo i metodi di agricoltura biologica e biodinamica sono in grado di garantire un luogo più accogliente. (…)

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