Il capro espiatorio delle proteste: l’editoriale del direttore
homepage h2
Nella narrazione collettiva il capro espiatorio finisce per essere l’Europa con le sue politiche verdi. L’Europa che impone l’obbligo delle rotazioni colturali, già in uso in agricoltura biologica, e quello di destinare una minima quota (4%) ad aree naturali.
Ora, è chiaro che di motivi per contestare le politiche agricole europee ce ne sarebbero eccome: basti pensare che l’80% dei fondi viene assegnato al 20% delle aziende agricole più grandi, incentivando nuove forme di latifondismo. Ma se il Parlamento europeo poteva aver guadagnato un minimo di fiducia e di slancio ideale, era proprio per essere riuscito a fissare degli obiettivi climatici e a promuovere l’agroecologia, grazie all’approvazione della strategia Farm to Fork, che nel clamore delle proteste si vorrebbe rovesciare. Quale occasione migliore per i grandi potentati economici e le lobby dell’agroindustria, sempre abili nel fare lo sgambetto a chi vorrebbe costruire un altro modello di agricoltura! E così, la marcia dei trattori, che ricordiamo è nata in Germania per protestare contro il taglio delle agevolazioni per il gasolio, ne esce sfigurata, avvelenata da una propaganda un po’ facilona, che fa il gioco delle grandi multinazionali, e che di fatto difende la libertà di inquinare ciò che abbiamo di più prezioso: la terra. Una logica che trova porte aperte nei palazzi della Commissione europea, che già aveva mostrato cenni di cedimento, con la scelta di rinnovare l’uso del glifosato per altri dieci anni, o la liberalizzazione dei nuovi organismi geneticamente modificati (Ngt).
Scopri il numero di marzo di Terra Nuova
Il primo mensile del vivere bio: ecologia, alimentazione e salute, benessere, ricette, bioedilizia, agricoltura naturale, esperienze, sostenibilità, ambiente, spiritualità, nuova educazione, solidarietà, comunità e tanto altro.