Il fascino della… cartoleria: la rubrica satirica di Arianna Porcelli Safonov
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«In un’epoca in cui la perversione è oggetto di gare all’ultima deriva, in cui ci si sfida al numero di creature da portarsi a letto, fieri di parlare di sex-toys costosissimi e di tecniche di prostituzione digitale, io voglio distinguermi con la mia unica ossessione erotica: ad oggi, infatti, non ho ancora trovato un posto più sexy della cartoleria»: esordisce così la rubrica satirica Arianna Porcelli Safonov sul numero di settembre della rivista Terra Nuova.
«In un’epoca in cui la perversione è oggetto di gare all’ultima deriva, in cui ci si sfida al numero di creature da portarsi a letto, fieri di parlare di sex-toys costosissimi e di tecniche di prostituzione digitale, io voglio distinguermi con la mia unica ossessione erotica: ad oggi, infatti, non ho ancora trovato un posto più sexy della cartoleria»: esordisce così la rubrica satirica Arianna Porcelli Safonov sul numero di settembre della rivista Terra Nuova. E che condividiamo qui anche con chi ci segue sul web.
«Per essere oggetto di fantasie, però, la cartolibreria dev’essere professionale, gestita da gente che ne sa. Il cartolaio dev’essere uno che spende la propria vita a ordinare roba inutile e profumata, a disposizione di noi pervertiti della carta, dev’essere uno che non si riduca a desiderare di diventare ricco vendendo libri scolastici o zaini per bambine ricoperte di rosa da mamme deleterie, ma che si masturbi con cartoncini colorati di diversa grammatura, orge di pastelli a olio e che incarti la merce nelle buste di carta velina, capite?! Così l’esercente fa della buona cartopornografia. Quando entro in un posto dove si vendono le scatole in cartone duro, con ghirigori simili alle carte da parati di William Morris, io provo piacere fisico. Quando entro e trovo una carpetta dove provare le matite, testarne la durezza e odorarne le punte, quel piacere riempie tutto di me e sono una donna completa. Sfogliare i moduli precompilati, toccare le copertine rigide dei taccuini che gemono per essere scritti dap- pertutto: quello è l’abisso del godimento, per me.
Se potessi tuffarmi nella scatola di gomme da cancellare, mi sentireste urlare da lì dentro, inebriata dal quel profumo perfetto. Pochi possono capire cosa significhi girare fra i cor- ridoi dove migliaia di biro di tutti i colori chiamano come le sirene di Ulisse. Pochi amano sniffare le colle senza sentirsi minoren- ni sotto a un ponte, in Sudamerica. Ma quei pochi sanno di cosa sto parlando, perché conoscono la pulsione sessuale che si nasconde fra le pieghe di un’agenda con le pagine cucite assieme dalla rafia. Perché certe cartolerie non sono aperte di notte?! Forse non vogliono sentirci gemere fra gli scaffali mentre ansimiamo dentro alle pagine? Temono che si entri senza comprare come fanno quelli che frequentano i night-club? Impossibile: chi fa cartopornografia non sa resistere alla tentazione di portarsi a casa qualcosa da con- sumare fino alla fine delle pagine o dell’inchiostro a disposizione. La cartopornografia è promiscua, ma non infedele, è poligama, ma ha cura di tutto, perché se paghi un taccuino cinquanta euro, ci pensi due volte prima di maltrattarlo».
Arianna Porcelli Safonov, nata a Roma e laureata in Storia del costume, ha scritto due libri umoristici, Fottuta Campagna e Storie di matti (Fazi Editore), ed è performer di monologhi di satira e critica al costume sociale. Dal 2018, collabora con l’Università di Pavia, con una docenza legata alle tecniche di improvvisazione applicate agli ambiti manageriali.
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