Vai al contenuto della pagina

Il potentissimo click

homepage h2

In una società cool e inclusiva esiste ancora la servitù e per chiamarla basta un click…
Il potentissimo click
Quanta strada deve fare il cibo per arrivare a casa mia? E quanta poca devo farne io per procurarmelo?
E se io ne faccio così poca, diciamo dal divano al portone di casa, chi ne deve fare tantissima per portarmelo?
Perché il cibo mica ci viene da solo a casa mia; certo, se il cibo avesse la capacità di spostarsi autonomamente e fosse senziente accadrebbero cose carine. Quante cose avrei da dire al cibo? Quante domande? Da dove vieni, involtino di verza? Che medicine hai preso per sopravvivere ed essere così avvenente mentre io non ho neanche quarant’anni e già cado a pezzi, filetto?
Si è lavato le mani chi ti ha preparato, maki caro? Quanto costi al produttore, Riesling?
E al mio organismo? E allo sfruttamento del Pianeta? Coopererai al raggiungimento della mia taglia 50 anche tu oppure mi aiuterai a sopravvivere a tanta richiesta di perfezione, cheesecake del mio cuore?!
Ad alcuni cibi manca solo la parola, altri ne meriterebbero di brutte; eppure il cibo, o meglio, la sua somministrazione oggi è suddivisa in due nette categorie: quella dello sbrodolamento a cui veniamo sottoposti nei ristoranti gourmet, che non ce la fanno a scrivere sul menù «Fettuccine ai funghi» ma devono farci sentire inadeguati con «Nodini all’uovo con finferli vergini di bosco pregiurassico», e la categoria del cibo silenzioso: quello che proviene dalle viscere di qualche cucina a norma (ma non abbastanza da rispettare la risorsa umana) e che viene porzionato da mani del terzo mondo, dentro a deliziose confezioni in cartoncino con disegnati sopra usignoli e biciclette; box che arrivano direttamente sui tavolini bassi davanti ai nostri divani, dopo il nostro, potentissimo click.
Questo processo è silenzioso, mimetico.
Infatti, se tante sono le parole che vorrei dire al cibo, poche sono quelle che riesco a dire al tizio che me lo porta.
Magari perché ho ordinato una pizza che, se mi metto a chiacchierare, diventa di cemento armato, o perché il tizio che me la porta non può fermarsi a disquisire con me perché non parla la mia lingua (ma sa pedalare) e perché non ha il tempo di usare la sua, visto che più consegne effettua più ha speranza di potersene permettere una per sé.
A causa di queste spiacevoli faccende, quel tizio smette di essere un tizio e diviene ai miei occhi un cubo refrigerato con una sua mobilità che attendo anche con discreta emozione ma non perché mi vada di creare rapporto umano, anzi.
Per me, quel ragazzo è il mio paypal che si trasforma in cibo caldo pedalante, un cubo in tessuto imbottito arancione, verde o in qualche altro colore fluo che lo rende catarifrangente nella notte buia e tempestosa in cui pedala per arrivare da me e fuggire di nuovo, nella notte sempre buia, magari non tempestosa ma senz’altro piena di stronzi col SUV.
Ed io mi sento fortunata perché riesco ancora a percepire la tragedia.
Riesco ad accorgermi che c’è un rumore dentro a certo silenzio che se uno vuol mettersi lì ad ascoltarlo, riesce a mantenersi più o meno umano quasi senza fare alcuno sforzo.
Funziona un po’ come alcuni integratori che promettono salute senza dover fare troppo esercizio; potremmo dire che la capacità innata di ascoltare il rumore che si nasconde nel silenzio di quei cubi che pedalano è un booster che ci serve ad ammettere che in una società così cool ed inclusiva esista ancora la servitù e per chiamarla non serva più il campanellino ma un breve, potentissimo click.
__________________________________________________________________________________________________________________________________________

Articolo tratto dalla rubrica Tanto per cominciare

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Aprile 2022
Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

SFOGLIA UN’ANTEPRIMA DELLA RIVISTA

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!