Le parole e i pensieri del monaco zen Thich Nhat Hanh, scomparso a inizio 2022, ci accompagnano in una profonda conoscenza di noi stessi.
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La consapevolezza è il miracolo che può restituire interessa alla mente dispersa, richiamandola a sé per vivere pienamente ogni momento della vita. La consapevolezza porta sempre alla concentrazione e la concentrazione porta alla visione profonda. Consapevolezza e concentrazione ci permettono di assaporare ogni singolo momento della vita di tutti i giorni. Essere concentrati significa essere profondamente immersi in ciò che c’è. Quando contempliamo un fiore, entriamo in un contatto molto profondo con il fiore, che è una meraviglia della vita. Quando prendiamo in mano una tazza di tè e la assaporiamo, entriamo in contatto profondo con il tè e ci godiamo la pace, la gioia e la libertà che ci vengono offerte bevendo il tè. La nostra pratica è la libertà. Se consapevolezza e concentrazione possono portarci libertà e stabilità, la pace e la gioia sono possibili.
Cogliere la vita nel momento presente
La consapevolezza del respiro ci permette di entrare in contatto con la vita nel momento presente, che è l’unico momento in cui possiamo toccare veramente la vita. Se concentriamo la nostra attenzione sul respiro, basta poco per scoprire che siamo una realtà vivente, presente qui e ora, seduta qui su questo bellissimo pianeta Terra. Intorno a noi ci sono alberi, sole e cielo azzurro. La consapevolezza e la concentrazione ci mettono in contatto con le meraviglie della vita, permettendoci di valorizzarle e farne tesoro.
Prendere decisioni
Quando siamo in preda all’ansia, all’irritazione o alla rabbia, non riusciamo a decidere chiaramente cosa fare. Quando torniamo a noi stessi e respiriamo in consapevolezza, l’attenzione della nostra mente ha un solo oggetto: il respiro. Se continuiamo a inspirare ed espirare in consapevolezza, questo stato di presenza e libertà si mantiene. La mente sarà più chiara e prenderemo decisioni migliori. È molto meglio prendere una decisione quando la mente è in questo stato piuttosto che quando è in preda a paura, rabbia, pensieri confusi e preoccupazioni.
Fermarsi
Fermarsi è l’inizio della pratica della meditazione. Se non riusciamo a fermarci, non possiamo avere visione profonda. Bisogna imparare a fermare il pensiero, le energie dell’abitudine e le forti emozioni che ci governano. Quando un’emozione ci attraversa come una tempesta, non abbiamo pace. Possiamo fermare questo stato di agitazione praticando la consapevolezza del respiro e dei nostri passi, e guardando le cose in profondità per comprenderle. Quando pratichiamo la consapevolezza, in profondo contatto col momento presente, i frutti sono comprensione, accettazione, amore e desiderio di alleviare la sofferenza e portare gioia.
Spegnere il rumore della mente
Molti di noi hanno nella testa una radio sempre accesa, Radio PNS: Pensieri Non-Stop. La maggior parte di essi è improduttiva. Più pensiamo, meno siamo disponibili a ciò che ci circonda. La nostra mente è piena di rumore e non sentiamo il richiamo della vita. Il nostro cuore ci chiama, ma noi non lo sentiamo. Non abbiamo tempo di ascoltare il nostro cuore. Bisogna imparare a spegnere la radio e fermare i pensieri, il discorso interiore, per vivere godendo appieno del momento presente. La consapevolezza del respiro e dei passi ci permettono di liberarci dalla morsa dei pensieri e ritrovare la gioia di vivere.
Disinnescare schemi di sofferenza
Nel nostro cervello si dipanano percorsi neurali che possono portare alla sofferenza o alla felicità. Quando entriamo in contatto con un certo ricordo od oggetto, spesso seguiamo un percorso che sfocia in rabbia e odio. Con la pratica della consapevolezza, della concentrazione e visione profonda, invece, possiamo concentrarci su ciò che porta un senso di felicità. Oppure, quando la nostra reazione abituale produce sofferenza, se riusciamo a mantenere in primo piano la consapevolezza, scegliamo un diverso modo di rispondere. Dopo un po’ di pratica, si traccerà un nuovo percorso neurale, che porta a felicità e riconciliazione.
Il giorno che stiamo aspettando è oggi
L’opportunità che stavamo aspettando è proprio qui, nel momento presente, adesso. È in ogni passo, in ogni respiro: momenti, passi e respiri sono tutti un’opportunità per tornare al qui e ora, e smettere di vagare all’infinito in attesa di un’occasione. Il giorno che stavamo aspettando è oggi, il momento che stavamo aspettando è questo momento. Per arrivare al qui e ora, bisogna riuscire a squarciare il velo del tempo e quello dello spazio. Quale che sia la situazione in cui ci troviamo, c’è un’opportunità che è a portata di mano. Nel qui e ora troveremo ciò che stavamo cercando.
Smettere di rimuginare dolore
Gli eventi dolorosi del passato che non siamo riusciti a trasformare, sono ancora seppelliti nella nostra coscienza. Quando permettiamo alle immagini dolorose del passato di emergere, sale la rabbia e siamo turbati. Mastichiamo sofferenza e disperazione. Ma nella nostra coscienza ci sono anche i semi dell’illuminazione. Bisogna essere consapevoli del fatto che quando trascorriamo del tempo in una comunità in cui regnano odio e disperazione, queste energie si fanno strada dentro di noi. Bisogna trovare un ambiente collettivo che sia nutriente, dove le motivazioni condivise sono la compassione e l’aiuto agli altri.
Il Nirvana
Quando comprendiamo l’impermanenza e il non-sé, siamo già in contatto con il Nirvana. Molti pensano che il Nirvana sia un luogo di felicità dove vanno gli illuminati dopo la morte. Non c’è idea più fuorviante. Il Nirvana può essere realizzato proprio qui e ora, in questa stessa vita. Nirvana significa liberazione, libertà. Se sviluppiamo la capacità di liberarci dalle afflizioni come l’attaccamento, l’odio e l’invidia, e se riusciamo a liberarci da visioni erronee delle cose come le idee di nascita e morte, essere e non essere, andare e venire, sé e altro, uguale e diverso, possiamo essere in contatto con il Nirvana nel momento presente.
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