Il Sikkim è uno stato che è arrivato ad avere una produzione alimentare al 100% biologica. Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, ci spiega come.
Il Sikkim, uno Stato montuoso nell’Himalaya indiano, sta mostrando al mondo come si possa avere una produzione alimentare al 100% biologica.
Il biologico non riguarda attrezzature o tecniche o merci da mettere in vendita. Il biologico è un’impostazione del modo di pensare. La «mente organica», in contrapposizione all’impostazione del pensiero riduzionista e meccanicista. Il biologico riguarda l’armonia con la natura e culture rispettose che sanno come vivere un rapporto di pace con la natura. Riguarda la biodiversità che il Sikkim ha sistematicamente incrementato. E attraverso l’agricoltura biologica, i mercati locali, prezzi giusti per gli agricoltori, oltre a processi democratici sani, è riuscito a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, gli stessi che il resto del mondo si impegna a raggiungere entro il 2030.
Un faro per il futuro
Il Sikkim è stato insignito del Future Policy Award 2018. È un premio prestigioso e meritato, perché il Sikkim è un faro proiettato verso il futuro. Dal Congresso Internazionale sulla biodiversità di Dehradun abbiamo riaffermato il nostro impegno per un Himalaya biologico e biodiverso, per un mondo biologico e biodiverso, senza pesticidi e veleni, senza plastica e combustibili fossili.
Questo è l’unico mondo per cui valga la pena vivere.
L’
agricoltura industriale basata sul sistema energetico dei combustibili fossili è responsabile della contaminazione del nostro suolo e delle nostre risorse idriche, dei
cambiamenti climatici, della crisi dei rifugiati e dell’estinzione delle specie. I contadini e le fattorie familiari sono sotto attacco in tutto il mondo mentre il cibo ha perso molti dei suoi valori nutritivi ed ha invece acquisito livelli di tossicità che minano la nostra salute, come dimostrato nel
Manifesto Food for Health, curato da
Navdanya International ed edito da Terra Nuova Edizioni.
I piccoli agricoltori stanno abbandonando le loro terre, mentre il sistema alimentare industriale sta creando una crisi sanitaria globale. È quella stessa mentalità industriale che ha l’abitudine di non arrendersi, anche quando le cose stanno andando completamente nel modo sbagliato. Di fronte all’evidenza del disastro, piuttosto che desistere, le multinazionali dell’agrochimica rilanciano soluzioni false con lo stesso paradigma ideologico che ha creato le crisi che stiamo affrontando.
Nuovi escamotage che celano una vecchia visione: la visione dell’agricoltura senza agricoltori, completamente digitalizzata, basata sull’editing genetico e controllata da grandi aziende agrochimiche. È una visione senza futuro, che sta già portando il mondo al collasso.
Un mondo biodiverso
Navdanya ha lavorato con il Sikkim per raggiungere il 100% biologico e continuiamo a lavorare insieme per rendere l’Himalaya un’intera regione biologica e biodiversa. Stiamo lavorando per fare in modo che vengano affermati i diritti della natura, i diritti della diversità delle culture, il diritto a un’identità di popolo attraverso la sovranità alimentare.
L’esperienza del Sikkim ci dimostra che l’unico futuro possibile è quello di creare un mondo libero dalla dipendenza dai combustibili fossili, libero da veleni e dalla plastica, un mondo in cui si produce cibo sano e biodiverso. Insieme dobbiamo reclamare una visione diversa, che salvaguardi la biodiversità, i territori, le comunità agricole, le economie locali, la democrazia, attraverso una transizione verso un sistema agro-alimentare che rispetti la terra, l’evoluzione naturale della biodiversità e la dignità delle persone e delle culture.
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Una vera rivoluzione oggi può e deve partire dalla produzione del cibo, un grande campo di azione dove il sistema agroalimentare globalizzato ha cancellato la biodiversità, avvelenato il suolo e reso la nostra dieta sempre più omologata e insostenibile.
Il cambio di paradigma si impone anzitutto nella produzione agricola e nella salvaguardia dell’ambiente, da cui dipende il mantenimento degli ecosistemi e della salute dell’uomo. Gli autori del libro, tra cui spiccano le figure di Vandana Shiva e Franco Berrino, tracciano un’inversione di rotta a cominciare dal nostro stile di vita: bisogna dire sì ai sistemi agricoli naturali su piccola scala, per recuperare la vitalità del cibo e garantire un accesso più democratico alle risorse della terra. E bisogna dire no all’avanzata di un modello produttivo basato sullo sfruttamento dei popoli e degli ecosistemi.
In gioco c’è la nostra salute e la sopravvivenza pacifica sul pianeta Terra.
Contiene il MANIFESTO “FOOD FOR HEALTH”
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