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Il treno si ferma… e riparte

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“Andiamo sempre di fretta, ci sembra di non avere nemmeno il tempo di guardare fuori dal finestrino, come se dovessimo rincorrere chissà chi e chissà cosa. Poi ecco che il treno si ferma, e ci costringe a fare una pausa per raccogliere le idee”…
Il treno si ferma… e riparte
Scrivo questo editoriale sui sedili di un treno regionale. Il solito treno in ritardo, fermo da qualche parte, per un qualche sciopero, un incidente, un ostacolo non meglio specificato. Andiamo sempre di fretta, ci sembra di non avere nemmeno il tempo di guardare fuori dal finestrino, come se dovessimo rincorrere chissà chi e chissà cosa. Poi ecco che il treno si ferma, e ci costringe a fare una pausa per raccogliere le idee.
Siamo abituati ad arrangiarci, è vero, ma viviamo in un paese teso, con l’incazzatura facile e la tendenza a una certa polemica che si nutre di pregiudizi. Servono lungimiranza e nervi d’acciaio per non cedere al disfattismo dilagante. L’aria condizionata non va, il treno è ancora fermo in una qualche stazione, eppure dobbiamo avere la forza di costruire.
Eccoci dunque al numero di settembre, che per noi come sempre è il numero della ripartenza, dopo la pausa estiva. Un settembre caldo che affrontiamo con un vagone di informazioni aggiuntive: 32 pagine in più per provare a guardare oltre e uscire dal binario morto della rassegnazione e dalla malapolitica.
Lo abbiamo fatto anzitutto con il dossier sulla caccia (pag. 69), atto dovuto in un paese che consente di inforcare i fucili su ben l’80% del suo territorio ma dove la caccia ha scarso gradimento. Lo facciamo con la stagione venatoria alle porte, una pratica fatta di deroghe e di comportamenti che mettono a rischio la sopravvivenza di diverse specie vulnerabili, con il beneplacito trasversale della politica e dell’industria delle armi.
A settembre pensiamo anche a un’altra ripartenza: alla campanella che riprende a suonare per quasi otto milioni di ragazzi, che tornano sui banchi di scuola. Noi vogliamo testimoniare che un’altra scuola è possibile, e ancora una volta, dopo il Terra Nuova Festival, usciamo da queste pagine per incontrarci al convegno Tutta un’altra scuola (pag.9), la festa della scuola che cambia, in programma per il 13 settembre a Vaiano (Po).
Con l’avvicinarsi dell’autunno i riflettori puntano dritti sulla nostra economia. E il Sana di Bologna ci dà, come ogni anno, l’occasione per fare il punto della situazione sul settore naturale. Un treno in corsa che può davvero trainare la nostra economia fuori dalla stagnazione. Il biologico continua a fare numeri da capogiro, ma rischia di perdersi nei meandri della grande distribuzione e soffre dei difetti del sistema Italia.
Abbiamo voluto misurare il suo stato di salute (pag. 85) cercando di capirne le potenzialità, le strategie vincenti e i limiti che ne frenano ancora la diffusione. Perché qui in gioco c’è davvero un’altra ripartenza, più sana e virtuosa, del nostro paese.
Il nostro treno intanto si è rimesso in moto. Speriamo sia di buon auspicio.
Editoriale tratto dal mensile Terra Nuova Settembre 2015 a cura di Mimmo Tringale.

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