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Il vero tabù è la salute

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Passare dal paradigma di patogenesi a un approccio di salutogenesi. L’editoriale del direttore di Terra Nuova, Nicholas Bawtree.
Il vero tabù è la salute
Mentre chiudiamo questo numero, si assiste a una nuova stretta delle norme per contenere il contagio da Coronavirus. Nel suo ultimo discorso il presidente del consiglio, nell’incoraggiare un utilizzo più diffuso dei dispositivi di protezione e il rispetto rigoroso dei protocolli anti-contagio, si è appellato nuovamente al senso di responsabilità dei cittadini in nome della «tutela della salute» che «lo Stato mette al primo posto».
La mascherina, ormai diventata una sorta di totem sia per i suoi fautori che per i suoi detrattori, è la nuova bandiera da sventolare o da bruciare. E si finisce col perdere di vista il vero tabù dell’attuale narrazione, che per assurdo è la salute stessa. A rendere la nostra salute vulnerabile, di fronte al Covid come di fronte ad altre malattie infettive e più in generale ad ogni patologia, è soprattutto l’infiammazione cronica diffusa, indotta dal nostro stile di vita e dalla qualità dell’ambiente. Perché allora non è stata sottolineata l’importanza della prevenzione primaria, attraverso la scelta di un cibo sano e un’attività fisica regolare, limitando al massimo i fattori di stress come fumo, alcool, abuso di farmaci?
Non si tratta di fare del moralismo, ma di applicare a livello individuale e collettivo quelle «misure adeguate e proporzionate» di cui ha parlato Conte, non solo per facilitare certe scelte – che non devono essere il privilegio di pochi, vuoi per mancanza di risorse economiche, vuoi per mancanza di un’informazione corretta – ma anche per inserirle in un contesto generale di tutela dell’ambiente. In entrambi i casi non si può prescindere dall’azione attiva dello Stato.
Si tratta di passare dall’attuale paradigma di patogenesi a un approccio di salutogenesi. Peraltro, questi principi valgono a maggior ragione per le persone più deboli.
In una «fase 1» ci siamo collettivamente scoperti vulnerabili e abbiamo agito d’istinto, come un animale braccato, con la difesa. C’è bisogno adesso di una vera «fase 2», che dia spazio ad una visione complessiva e sistemica, che metta in primo piano la prevenzione e l’educazione sanitaria per rafforzare il sistema immunitario di tutti.
Come sappiamo, non esistono soluzioni semplici ed è facile cadere vittima delle proprie emozioni, su cui peraltro fanno spesso leva anche interessi economici. Il semplice buonsenso, a volte, diventa un coraggioso atto di volontà.
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Editoriale tratto dal mensile Terra Nuova Novembre 2020

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