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Il viaggio di Genuino Clandestino in un’Italia inedita

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Un pò diario di viaggio e un pò reportage, il libro Genuino Clandestino è frutto di un lavoro collegiale dove i testi di Michela Potito e Roberta Borghesi e le foto di Sara Casna e Michele Lapini compongono insieme il racconto in dieci tappe di un’Italia inedita. Con postfazione di Wu Ming 2.

Genuino Clandestino

L’Italia di Genuino Clandestino è una rete di agricoltori e artigiani che hanno creato negli anni un mercato alternativo per affermare con il loro lavoro l’autodeterminazione alimentare e il valore della produzione locale di qualità.
Partiti da Monteombraro, nel modenese, gli autori hanno percorso l’Italia in lungo e in largo fino a Ramacca, in provincia di Catania: hanno visitato aziende agricole e laboratori artigianali, hanno dormito sotto il tetto dei protagonisti di questa rivoluzione, mangiando e lavorando con loro per riportare su queste pagine un quadro autentico fatto di volti, gesti e scelte coraggiose di chi oggi lotta per ricordare a noi tutti la necessità di un rapporto più diretto e consapevole con la terra e il cibo.
Questo libro racconta un viaggio. Dieci tappe attraverso il paese, presso altrettante aziende agricole. Ma non solo aziende agricole: dieci storie di ritorno alla terra, scelte tra le esperienze che fanno parte di Genuino Clandestino, movimento di comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare.
Non sempre chi ha scelto di tornare alla terra corrisponde alle definizioni burocratiche di imprenditore agricolo. Nel lor viaggio gli autori hanno cercato di posare lo sguardo (ma anche mani e piedi) sugli insediamenti rurali nel loro complesso, di chi ha cercato la terra non solo come fattore produttivo, come opportunità e di reddito, ma anche come scelta di vita.
Genuino Clandestino è un movimento che parte dalle pratiche, nel momento in cui le comunità locali, cittadini e contadini insieme, si autorganizzano, creano mercati di vendita diretta, sistemi di garanzia partecipata, momenti di scambio di saperi e informazione, spazi di rivendicazione della sovranità alimentare dei territori. Un mondo reale e concreto, che parla poco di se stesso e intanto costruisce. Un movimento che non ha portavoce, né strutture gerarchiche, ma si è dato un manifesto di principi condivisi. Contadini e consumatori, anzi co-produttori, che hanno creato in questi anni forme di resistenza quotidiana all’agrobusiness, alla green economy, verde solo nella facciata, alla logica del profitto che sfrutta terra e forza lavoro, che distrugge relazioni sociali e equilibri ecologici.
Il racconto, per parole e immagini, ripercorre le tappe del viaggio: dieci insediamenti rurali, dal Piemonte alla Sicilia, e le reti contadine e cittadine di cui sono parte. Ma ovunque sono andati hanno incontrato delle esperienze che avrebbero potuto raccontare: c’è fermento nelle campagne italiane ai tempi della crisi. La fatica che il lavoro della terra porta con sé è compensata da altrettanto entusiasmo e utopie messe in pratica quotidianamente.
Il libro Genuino Clandestino è un’occasione per mostrare gesti e percosi, difficilmente visibili nelle classificazioni statistiche, nei discorsi retorici sempre più frequenti sul ritorno alla terra dei giovani. È anche un invito ai contadini a raccontarsi, e ai cittadini ad andare a cercarli.
Le storie delle persone che compongono questo mosaico, i volti, le produzioni e i paesaggi, sono accompagnati da riflessioni su temi chiave dell’agricoltura di oggi, parte dell’elaborazione politica di Genuino Clandestino ma anche esperienze che appartengono a tutti coloro che hanno a cuore l’agricoltura contadina, la sovranità alimentare, la difesa della terra dai danni del neoliberismo. Esperienze che appartengono a tutti coloro che, in campagna o in città, lavorano con le proprie mani per costruire l’otro mundo possibile, oggi. Qui e ora.
La narrazione non nasconde le difficoltà di chi si ostina a vivere di agricoltura, senza grandi investimenti, e mostra le esperienze alternative, messe in atto a partire da una critica e una pratica quotidiane.
Lo scopo è aprire scorci sui paesaggi insorgenti, dove si sperimentano rapporti nuovi con la terra e tra le persone, camminando sempre sulla sottile linea di confine che separa il sistema agro-alimentare e il mercato attuali dalle sue possibili alternative.
Senza pretendere di cristallizzare nella forma scritta la realtà di un movimento com’è Genuino Clandestino e le agricolture contadine, questo libro si offre come strumento per contribuire a diffondere le pratiche, raccontare le storie di scelte – individuali e collettive – di vita rurale e di percorsi cittadini verso un’altra economia.
È quanto mai necessaria una pluralità di narrazioni sulla terra e sul cibo, di  modi diversi di fare agricoltura, rispetto ai discorsi diffusi a livello normativo e sui media da sessant’anni di rivoluzione verde.
Genuino Clandestino e i movimenti contadini di tutto il mondo parlano di agri-culture resistenti: attraverso le pratiche e nell’orizzonte culturale. Modi diversi di vivere sulla e della terra, di interpretare lo scambio economico, che non sempre coincidono con la logica dei finanziamenti europei o le proposte delle associazioni di categoria.
Resistere oggi, e tanto più in agricoltura, è una necessità per la sopravvivenza. Resistere a norme rigide e ingiuste, inadatte alla piccola scala dell’agricoltura familiare, resistere in un mestiere da sempre soggetto alle incertezze atmosferiche, resistere alle devastazioni dei territori e a un modello di produzione e consumo che distrugge le relazioni sociali e le reti ecologiche. Resistere infine all’economia dello spettacolo che sa solo costruire cattedrali di cemento – ormai vuote – senz’altro potere se non quello di consumare inutilmente il suolo, il reddito dei lavoratori, il denaro pubblico, in favore degli interessi privati e particolari.
Le realtà rurali che resistono suggeriscono un modo nuovo e allo stesso tempo antico di stare sulla terra, per nutrirla e nutrirsi. Non solo di cibo, ma di abiti, manufatti e idee. In questo viaggio si incontrano i nuovi contadini sulle loro orme. I livelli narrativi, cioè le fotografie e il testo, non sottostanno a gerarchie di metodo, e non hanno richiesto questionari, interviste, rappresentazioni forzate. La narrazione fotografica non correda i racconti di viaggio e gli approfondimenti, ma è un racconto autonomo, e viceversa. 
La riflessione tra l’uso della macchina fotografica e la rappresentazione del territorio sta nel modo di fotografare, che ha scelto il rispetto delle relazioni, i tempi del sonno e della veglia, del lavoro e della pioggia. Sono state seguite le persone e gli animali nelle cantine con i guanciali appesi, nei frutteti, sui tetti a stendere o nei campi a pascolare.
Il racconto fotografico rappresenta una chiave di lettura con cui aprire e sfogliare il libro, accompagna storie e approfondimenti non in maniera didascalica. Le fotografie camminano insieme alle, e autonomamente dalle, parole e immagini di un movimento che trova la qualità estetica nella pratica quotidiana, nei campi o tra le mura domestiche, in contrapposizione alla tendenza attuale ricca di narrazioni retoriche dell’agricoltura prive di connessioni concrete con le economie reali, con la vita rurale.
Nel libro emergono riflessioni preziose di resistenza sociale, politica ed economica. IL flusso degli approfondimenti, frutto delle riflessioni collettive di Genuino Clandestino, si interseca con quello delle tappe, toccando temi che il viaggio e le persone hanno richiamato. Le fotografie scorrono e mostrano luoghi, volti  e relazioni delle realtà visitate. La poetica degli autori si intreccia e si fonde con quella del movimento Genuino Clandestino. Ogni narrazione presente nel libro rispetta l’osservatore che l’ha vissuta, le emozioni, i tempi e le relazioni vissute nel viaggio.
Con questo libro vi invitiamo a conoscere e vivere le buone pratiche. Le alternative dal basso, le scelte individuali e le esperienze collettive, là dove l’agricoltura si fonde con la vita quotidiana. E, ovviamente, le reti cittadine intorno ai mercati, ai gas, agli spazi sociali e alle piazze che li ospitano, che rendono possibile per chi produce cibo vivere degnamente del proprio lavoro.
Le agri-colture messe in pratica da contadini e allevatori incontrati disegnano paesaggi insorgenti, isole rispetto all’economia fondata sul binomio cemento sfruttamento. Gli autori cammino in questi paesaggi senza limitarsi a guardarli dal finestrino incontrando e conoscendo da vicino il mondo chi contribuisce a costruirli, piantando ortaggi, alberi, pali per recinti. 
Parole e immagini, racconti, volti e storie per mostrare i benefici di un ripensamento del nostro rapporto con la natura, il cibo quotidiano e il territorio per un ripensamento del nostro stile di vita.

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