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Imparare ad amare

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L’amore ha bisogno di impegno e attenzione, solo così possiamo costruire relazioni sane e mature. Ma imparare ad amare non serve solo a vivere bene in coppia, serve anche a riscoprire l’amore per se stessi, per i figli, la natura, per gli altri esseri viventi. Ce lo insegna Nives Favero, psicologa e psicoterapeuta, autrice del libro Amare senza farsi male.
Nives, dopo diverse pubblicazioni scientifiche, perché hai voluto scrivere un libro sull’amore?
Questo lavoro l’ho voluto con forza. Volevo cercare alcune risposte a domande che mi sono posta fin dall’adolescenza e che tanti altri si pongono: cos’è l’amore, che connessione ha con il senso della vita e perché
è così difficile l’amore in coppia?
Il titolo del tuo libro è accattivante. Ma ci stai dicendo che è davvero possibile amarsi senza farsi male, senza soffrire, senza attraversare pene e patimenti?
Ho capito che nella nostra esistenza la sofferenza che noi stessi costruiamo è molto maggiore di quella inevitabile. Quando, per esempio, attraversiamo un periodo di crisi con l’amato, soffrire è normale. Il pericolo è l’escalation causata dalla nostra reazione: se diventiamo aggressivi, se ci isoliamo nel mutismo o se ci rassegniamo con amarezza, provochiamo un’enorme sofferenza distruttiva, che potremmo imparare a evitare. Molto spesso l’esito delle nostre vicende dipende dal modo in cui le affrontiamo. Le cose funzionano nella misura in cui abbiamo voglia di capire e di imparare.
Negli ultimi anni però c’è molta più esitazione nel progettare un futuro insieme a qualcuno…
Siamo in un’epoca di grande sperimentazione, per cui accanto ai modelli di coppia tradizionali nascono tante nuove possibilità di relazione. Questo è molto bello, ma naturalmente genera un bel po’ di insicurezza
nel fare delle scelte.
A proposito di altri modelli, secondo te la monogamia è davvero il nostro unico orizzonte? O è possibile costruire un amore sano e profondo anche vivendo più relazioni?
Non mi sento di escludere la possibilità che ci possano essere forme di amore profondo con più persone. E apprezzo l’intento di rendere tutto trasparente e condiviso con il partner. Di certo, è difficile impegnarsi contemporaneamente con più persone e per adesso non ho incontrato esperimenti riusciti.
Ho molta più esperienza professionale con persone che desiderano un rapporto esclusivo, perché sono la maggioranza, e quindi è a queste che mi rivolgo. Le altre forme di relazione, come quelle telematiche o il
poliamore, sono troppo recenti e non ne conosciamo ancora gli esiti.
Vedremo.
Viviamo nell’era dell’usa e getta. Un tempo le cose si aggiustavano, oggi si preferisce buttarle e comprarle nuove. Serve tanta energia e fatica per recuperare un rapporto, chi ce lo fa fare?
Sappiamo che quanto più ci impegniamo in un’arte tanta più soddisfazione ne traiamo. Una relazione significativa è una creazione a due, e sicuramente vale tutta la nostra fatica e dedizione.
I social network stanno minando alla base il valore dell’intimità e dell’autenticità. Possiamo ancora difenderci?
Direi di sì, dipende dall’uso che ne facciamo. Ieri, nel mio studio, una madre mi ha raccontato come è riuscita a mantenere un filo diretto con la figlia, adolescente in difficoltà, grazie alla «leggerezza» dei social.
Dopo di lei è arrivato un ragazzo che si chiedeva come gestire meglio tutti i suoi infiniti contatti perché, dopo una fantastica infatuazione, si stava rendendo conto dei rischi di questo tipo di rapporti. Ecco, penso che saremo capaci di utilizzare tutte queste novità, perché la nostra ricerca di relazioni autentiche e profonde parte dal bisogno ineludibile di crescere e imparare nell’amore.
Al di là della leggerezza mi sembra che i social, come anche la tv, esaltino l’idea dell’apparenza, del successo a tutti i costi…
Ciò che è cresciuto a dismisura negli ultimi vent’anni è il nostro narcisismo.
Sicuramente siamo più spinti a ricercare la nostra visibilità, la gradevolezza, piuttosto che ciò che è buono per noi. Ma credo che non soccomberemo a queste false necessità. Il bisogno di amare, di dare, di sentire cose vere è ineludibile, e rimane più forte. Ogni epoca genera i suoi anticorpi.
Sopravviveremo anche alla crisi ecologica?
A livello collettivo il processo è più lento. Rispetto alla disponibilità delle risorse del pianeta, spero che faremo in tempo. Quello che so è che prima o poi la gente si sveglia. Il fatto che Terra Nuova abbia successo
è già una dimostrazione. L’amore, in tutte le sue forme, continua a sopravvivere.
Se non fosse così la nostra specie sarebbe già scomparsa.
L’amore è una forza potentemente spirituale che si sviluppa a diversi livelli, e che piano piano si allarga.
Quindi non c’è solo l’amore isolato dentro le mura di casa?
L’amore a due, o verso i figli, ha la capacità di creare una potenza positiva solo quando mette le radici in un amore spirituale, in un «amore del tutto». Nel mio primo capitolo ho cercato di enucleare le costanti dell’amore del tutto. Poi queste costanti vanno declinate nella relazione di coppia, in quella genitori-figli, in quella amicale. Nei rapporti con agli altri e con la natura.
Come scriveva Erich Fromm: «Se una persona dice di amare solo un’altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore».

Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Novembre 2016

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Le storie di alcune donne e uomini si intrecciano con le riflessioni dell’autrice, psicoterapeuta da anni impegnata ad aiutare le persone nelle loro vicende affettive. Se da un lato vi è la paura enorme di vivere relazioni amorose, dall’altro ognuno nutre la speranza di amare ed essere amato. Il libro non fornisce ricette precostutuite ma, con semplicità, accompagna il lettore e presenta testimonianze esemplari che sono di sostegno per trovare la propria personale strada.
Amare se stessi per poter amare gli altri, superare i timori e la paura di soffrire, accettare le proprie fragilità e quelle del partner, i rapporti con le famiglia d’origine, l’arrivo di un figlio sono tra le tematiche affrontate e trattate con delicatezza, semplicità e competenza da Nives Favero.

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