Un viaggio nell’Italia degli agricoltori biologici e biodinamici. Ci illustra il progetto Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.
Ho iniziato un viaggio nell’Italia degli agricoltori biologici e soprattutto tra quanti applicano o vorrebbero applicare la biodinamica. La prima tappa è stata a Milano.
Da marzo a dicembre, a partire dall’esempio della biodinamica, vorrei proporre una scrittura collettiva con cui contribuire al futuro dell’agricoltura ecologica italiana. È un itinerario di incontri di studio e coprogettazione con tappe a Milano, Padova, Torino, Bologna, Bolzano, Firenze, Roma, Napoli, Pescara, Bari, Palermo e altre. Mi accompagneranno agricoltori biologici e biodinamici, consiglieri nazionali e dirigenti regionali dell’Associazione Biodinamica.
Con il diffondersi della notizia arrivano richieste da gruppi di agricoltori in diverse regioni che vogliono condividere l’iniziativa, partecipare e fare proposte. Ci sono cittadini, professori universitari, amministratori. Si sente il bisogno di esserci veramente.
Prepariamo così, per onorare i 100 anni del movimento biodinamico che saranno nel 2024, gli obiettivi e le azioni pratiche da realizzare insieme. Si tratta di offrire una prospettiva al futuro dell’agricoltura in anni di crisi internazionale.
Cavalcando la crisi e la paura di scarsità alimentare qualcuno vorrebbe riportare l’agricoltura italiana a produrre materie prime in quantità e di bassa qualità, utili a far arricchire i grandi interessi multinazionali, ma incapaci di remunerare adeguatamente gli agricoltori, di nutrire e generare salute. Bisogna quindi iniziare insieme un progetto per la sicurezza alimentare, per garantire un cibo che nutra e un maggiore rispetto del lavoro contadino, con il giusto prezzo. La situazione internazionale è critica, soprattutto il Nord Africa sta finendo le risorse alimentari di questo anno e non resta molto tempo.
Il piano agricolo italiano per il Pnrr è stato esaminato e fortemente criticato dalla Commissione europea, proprio per l’assenza di chiare strategie di sostenibilità e di adeguati schemi ecologici. Occorre muoversi e la biodinamica, che è adatta ad applicarsi anche in terreni poveri e aridi, con bassi input energetici, permette di valorizzare i tanti terreni abbandonati, o ritirati dalla coltivazione.
Spero anche che in tanti sosterranno questa iniziativa, parteciperanno e magari avvieranno iniziative simili. Spero che in tanti sosterranno l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e le nostre aziende con l’iscrizione, il volontariato e dandoci una mano concreta.
Carlo Triarico, storico della scienza, presiede l’Associazione per l’agricoltura biodinamica. È vicepresidente di Federbio e direttore dell’Istituto APAB.
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Articolo tratto dalla rubrica Il punto biodinamico
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