Intestino irritabile: un aiuto dalla dieta low FODMAP

L’acronimo FODMAP si riferisce a carboidrati a catena corta che fermentano nell’intestino e che in persone sensibili possono causare disagi anche notevoli. Ecco come affrontare il problema a tavola, scegliendo cibi freschi e sani, senza rischiare carenze nutrizionali.

Nei paesi occidentali si stima che tra l’8 e il 13% della popolazione soffra di quella che si chiama sindrome dell’intestino irritabile (IBS), una condizione che si esprime con sintomi che possono creare profondo disagio, come dolore e distensione addominali, alveo alterato con diarrea, stitichezza e un’alternanza di entrambe, gonfiore intestinale e flatulenza eccessiva. In questi casi può essere utile ricorrere a un regime alimentare che è stato chiamato «dieta low FODMAP».

L’acronimo sta per Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols, tipologie di carboidrati a catena corta che possono essere difficili da digerire per alcune persone. Questa dieta prevede di sostituire i cibi che contengono queste sostanze per un periodo limitato nel tempo con l’obiettivo di desensibilizzare l’intestino, per poi rieducarlo con la graduale reintroduzione degli alimenti. «I FODMAP hanno la caratteristica di richiamare acqua per osmosi, vengono rapidamente fermentati dai batteri nel colon e di conseguenza generano gas come idrogeno, anidride carbonica e metano» spiega la dottoressa Elisa Cardinali, biologa nutrizionista.

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