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L’Economia della Felicità raccontata da Vandana Shiva, Elena Norberg Hodge e Serge Latouche

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Un’incontro per riflettere insieme su un futuro sempre più a misura d’uomo.

VIII Conferenza e Raduno Internazionale il 2 ottobre a Firenze

Firenze si candida a capitale della decrescita 2016. Il 2 ottobre, infatti, nella Giornata internazionale della nonviolenza e nell’anniversario della nascita di Gandhi, il capoluogo toscano ospiterà un convegno internazionale interamente dedicato a quella che Helena Norberg Hodge, analista economica vincitrice del Right Livelihood Award (il «Premio Nobel alternativo») e del Goi Peace Award, definisce l’«economia della felicità».

Partecipa anche tu alla campagna di crowdfunding per contribuire alla realizzazione di questo importante evento.

Collegati al sito e con una donazione di almeno € 10 prenoti il tuo posto al convegno: https://www.produzionidalbasso.com/project/conferenza-internazionale-economia-della-felicita-firenze/

Helena sarà protagonista di questo appuntamento, insieme a relatori del calibro di Serge Latouche e Vandana Shiva. L’iniziativa è promossa dall’organizzazione non profit Local Futures e dall’associazione Mani Tese, con la collaborazione e il sostegno di Terra Nuova e Gruppo Macro.

Cosa è racchiuso dentro al concetto di economia della felicità che ispirerà il convegno di ottobre?
«Già con il film omonimo, L’economia della felicità, uscito nel 2011, Helena Norberg Hodge denunciava le scomode verità sulla globalizzazione e chiariva come il mito della crescita e del consumo si basino su una giustificazione falsa» spiega Gloria Germani, filosofa, scrittrice, attivista ambientale e tra gli ideatori del convegno. «Quello che lei propone è un modello rovesciato che rende possibile un mondo diverso, passaggio ormai assolutamente necessario se si vuole garantire la sopravvivenza sul Pianeta. Proprio di questo si parlerà al convegno, dell’illusione di una crescita infinita su un Pianeta dalle risorse finite e della via d’uscita che occorre individuare e percorrere per garantirsi un futuro. L’economia moderna, nata nel 1800 sul modello della scienza newtoniana-cartesiana, è un’astrazione matematica che, come diceva Tiziano Terzani, ignora il valore più importante di tutti: la vita. Credere nella globalizzazione significa credere che il modello economico-tecnocratico sia valido per ogni cultura e sia il punto di arrivo di tutta l’umanità, ma questo è palesemente falso, perché se tutti avessero gli stessi livelli di consumi degli americani avremmo bisogno di sei pianeti» sottolinea Germani. La presenza di Helena Norberg Hodge al convegno di Firenze rappresenta un’opportunità pressoché unica per approfondire, con uno sguardo internazionale, i punti fondamentali di un nuovo paradigma di benessere e sviluppo. «Il messaggio che vorremmo passasse con questo appuntamento è quello secondo cui è ormai indispensabile prendersi cura della casa comune che è il Pianeta su cui viviamo, abbandonando la logica del dominio e dello sfruttamento» conclude Gloria.
Le precedenti sette edizioni hanno avuto tutte un enorme successo. Sono state accolte come un antidoto contro la rabbia, la chiusura mentale e la disperazione e  sono state  descritte come fonte di ispirazione e di aperture mentale.

I relatori presenti in sala per il Convegno L’Economia della Felicità

– Helena Norberg-Hodge (in foto): presidente di Local Futures, autore del libro Ancient Futures  tradotto in 42 lingue  e  regista del film L’Economia della Felicità- Right Livelihood award,  Goi Peace Award);
– Serge Latouche: economista e filosofo francese. Professore  emerito di Economia- Université Paris-Sud;
– Vandana Shiva: Right Livelihood award, fondatrice  e presidente di Navdanya International;
– Rob Hopkins: fondatore del Transition Movement  (video);
– Manish Jain: coordinatore di Shikshantar: The Peoples’ Institute for Rethinking Education and Development, e co-fondatore di Swaraj University, dedicato a rigenerare la cultura, l’economia e l’ecologia locale. Autore di vari libri che riguardano l’economia del dono, la descolarizzazione, i concetti di comunità e gli strumenti per un  dialogo profondo tra culture.
– Camila Moreno: lavora con i movimenti  sociali in  Brasile e  America Latina  con riguardo all’impatto ambientale nella regione delle biotecnologie e dell’agrobusiness. Il suo impegno e  i suoi scritti recentemente si sono focalizzati sugli impatti territoriali della politiche  di sviluppo e anche  sugli impatti della così detta green economy;
– Michael Shuman: direttore di ricerca e di  sviluppo  economico al Business Alliance for Local Living Economies, ricercatore al Post Carbon Institute. E autore di Local Dollars, Local Sense, e guida  vari gruppi di sviluppo comunitario in varie località americane;
– Ashish Kothari: sociologo, ambientalista (India).

Relatori italiani

– Mauro Bonaiuti: economista, Associazione per la Decrescita;
– Gianni Tamino: biologo, Associazione per la Decrescita;
– Rossano Ercolini: presiente Rifiuti Zero Europe, Goldman prize 2013;
– Diego Fusaro: filosofo, Università  Vita e Salute San Raffaele;
– Giuliana Mieli: filosofa, psicologa clinica, psicoterapeuta;
– Giannozzo Pucci: editore, ambientalista;
– Mauro Scardovelli: giurista,  Aleph biodinamica umanista;
– Thomas Torelli: regista, autore del pluripremiato film “Un altro mondo”;
– Maria Gabriella Calderano: Università di Pisa e Gandhi Foundation;
– Maurizio Pallante: Movimento Decrescita Felice;
– Chiara Cattaneo: Responsabile Progetto I Exist, Mani Tese.

Le idee di Helena Norberg Hodge

Per Helena Norberg Hodge è stato fondamentale un viaggio che fece nel 1973 nel piccolo Tibet indiano, dove si rese conto che nelle società considerate «non sviluppate» le persone, pur senza auto e moderne comodità o tecnologie, erano incredibilmente felici. Da lì prese il via il suo lavoro per demolire la colonizzazione dell’immaginario che induceva gli occidentali a percepire il progresso moderno come unica via per il benessere.
«Poi arrivò la fase della proposta» spiega Gloria Germani, una delle ideatrici dell’iniziativa, «con la formulazione di un’idea secondo cui esiste una “economia della permanenza”, che affonda le sue radici nel territorio e nell’agricoltura biologica e che ci rende più felici. Questo approccio differente, anziché negare gli affetti (come fa invece il paradigma riduzionista e dominatore, che ci ha condotti all’insensata egemonia dell’economia e della finanza), lascia ad essi molto più spazio, invita alla condivisione, alle relazioni e al senso di interconnessione e di unità che sono ciò di cui abbiamo veramente bisogno. È questo che dà alle persone speranza e fiducia nel futuro».

Partecipa anche tu alla campagna di crowdfunding per contribuire alla realizzazione di questo importante evento.

Collegati al sito e con una donazione di almeno 10€ prenoti il tuo posto al convegno: https://www.produzionidalbasso.com/project/conferenza-internazionale-economia-della-felicita-firenze/

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