Vai al contenuto della pagina

La mia arnia in città

homepage h2

Balconi, tetti e giardini sono il luogo ideale per ospitare le api, insetti prodigiosi, fondamentali per la nostra sopravvivenza e attualmente minacciati da pesticidi e cambiamenti climatici. Per salvarle, si moltiplicano gli alveari in città, dalle cattedrali ai musei, alle aziende, alle pensiline degli autobus. Una battaglia in cui ognuno di noi può fare qualcosa.
La mia arnia in città
E così, anche le api si sono stufate della campagna e vanno a vivere in città. Oggi, nei contesti urbani, le api trovano vita più facile e così aumentano anche gli apicoltori che utilizzano tetti, giardini e balconi per collocare le proprie arnie.
Se in Italia il fenomeno è in ascesa, ma ancora circoscritto, nelle principali città europee ci sono centinaia di supermercati, boutique, ristoranti, musei e altri luoghi che ospitano alveari sul tetto.
Tenere le api e fare il miele è diventato un fenomeno di tendenza tra i cittadini più attivi e responsabili, soprattutto nelle fasce giovanili.
Dopo le birre artigianali e gli orti sociali, l’apicoltura è diventata la moda del momento, se così si può dire. A Berlino si contano circa 1300 apicoltori registrati, ma si stima la presenza di altri 700 produttori amatoriali. A Londra se ne contano circa 1400 con circa 5000 alveari. In queste due città si è addirittura arrivati al limite, tanto che le autorità consigliano di rallentare la crescita per non creare disagi agli altri impollinatori.
La verità è che nel contesto urbano le api trovano più facilmente da mangiare che in campagna. Nei terreni agricoli, dove imperversano le monocolture, diventa difficile sopravvivere e reperire fioriture adatte in ogni stagione. Dove sono finite le bordure e le siepi che separavano i campi? E dove i muretti di sasso, le vecchie capanne e le rimesse in cui potersi riparare?
Ognuno di noi può fare qualcosa. Si tratta solo di superare tutta una serie di pregiudizi che nel nostro paese sono ancora duri a morire. Le api non sono pericolose, non servono chissà quali complicate autorizzazioni per allevarle e soprattutto non è affatto vero che il miele prodotto sia inquinato dall’aria della città. «Nel miele la parte di sostanze inquinanti, pesticidi o metalli pesanti, è infinitesima» ci spiega Giuseppe Manno di Apicolturaurbana.it. «La trofallassi, quella tecnica che usano le api per scambiarsi il nettare di bocca in bocca, fa da filtro a queste sostanze. Il prodotto rimane poche settimane in un alveare, viene estratto fresco e percolato». Tutti i progetti promossi da questa piccola azienda che si occupa di apicoltura urbana offrono le analisi del miele incluse nel servizio. Riguardo alle pinzature, in Italia, ci assicura Manno, «c’è un’opinione distorta: le api sono disinteressate a noi, vanno solo alla ricerca di fioriture. In questo senso non sono da confondersi con le vespe, che sono invece attratte dai nostri profumi o cibi. Anche i rifugi hanno strutture molto diverse, sono realizzati con materiali e spazi che non danno modo di nidificare alle vespe, che hanno bisogno di spazi nascosti e chiusi per costruire il loro nido di cellulosa».

In fuga dai pesticidi

In Italia si contano circa 68 mila apicoltori, di cui 42 mila orientati all’autoconsumo e solo 20 mila al mercato, con una produzione di oltre 18 mila tonnellate. Negli ultimi anni si registrano però produzioni sempre più stentate, a causa di due fattori: i fenomeni meteorologici sempre più estremi e l’uso dei pesticidi nelle attività agricole.
Secondo la Federazione apicoltori italiani in appena trent’anni, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale di api e vespe sulla Penisola si è ridotta quasi del 40%. Il peggio è avvenuto dagli anni Novanta a oggi, con un calo di circa il 25% del numero di specie di api osservate, mentre dal 2006 si è assistito ad un aumento di mortalità di api mellifere, spesso superiore al 30%, causato dall’uso massiccio di pesticidi chimici di sintesi e altri fattori nocivi, come la perdita di habitat naturali, l’inquinamento e la diffusione di nuovi parassiti e patogeni.

Dopo anni di battaglie legali la moria delle api è stata attribuita principalmente dall’uso di neonicotinoidi e, dal 2013, sono scattati i primi divieti, ma dobbiamo ancora fare i conti con la persistenza di tali sostanze nell’ambiente. L’Osservatorio nazionale miele ci ricorda che in commercio ci sono molti altri prodotti fitosanitari che interferiscono sul comportamento e sulla fisiologia delle api, con effetti definiti «subletali», e che coinvolgono «il comportamento, l’attività di bottinamento, la capacità di comunicazione attuata attraverso la danza e l’orientamento». Si tratta di una questione fondamentale che riguarda la nostra stessa sopravvivenza, dal momento che le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta. Questo significa che due bocconi su tre a tavola sono il risultato dell’impollinazione.

Tra palazzi e cortili, le api riescono a trovare un confortevole riparo. Le arnie possono essere piazzate su tetti, balconi e giardini. E le api possono trovare da mangiare in diversi periodi dell’anno, grazie all’ampia disponibilità di nettare e polline. «Se, contro l’uso dei pesticidi, qualcosa è stato fatto, sui cambiamenti climatici la situazione è drammatica e difficile da riparare» commenta Giuseppe Manno. «Oggigiorno le api vengono scarrozzate a destra e a manca per inseguire le fioriture e gli apicoltori sono costretti a nutrirle per non farle morire di fame. In città questo problema si avverte sicuramente di meno. Le analisi del miele rilevano migliaia di pollini diversi e il susseguirsi delle fioriture è garantito, grazie a balconi e terrazzi con la presenza di fiori anche esotici. A ciò si aggiunge il fatto che la città ha degli inverni leggermente più miti rispetto alla campagna».

Il kit per il miele fai da te

Per facilitare il compito a chi vuole cimentarsi con l’apicoltura, alcune aziende specializzate hanno progettato dei kit efficienti e sicuri che permettono a tutti di installare un’arnia in giardino, ispezionare il lavoro delle api e raccogliere il miele. Le casette sono congegnate per garantire il massimo rispetto delle api senza disturbare il loro lavoro e permettere di estrarre solo le eccedenze di produzione. Certo, c’è sempre bisogno di un minimo di conoscenze e attenzioni di base.
Il nuovo libro di Terra Nuova, Un’arnia in giardino, viene incontro a tutti coloro che vogliono autoprodursi il miele in modo semplice e sicuro.
Chi non ha intenzione di indossare lo scafandro e la maschera, può semplicemente mettere a disposizione uno spazio per le arnie e lasciare il compito ai professionisti. È quello che hanno già deciso di fare diverse aziende che promuovono azioni a tutela della biodiversità. «Noi allestiamo l’apiario nella location ideale e ci occupiamo della manutenzione, grazie a una rete di manutentori su tutto il territorio italiano» racconta Giuseppe Manno. «Abbiamo realizzato un kit con delle video-guide per imparare, dedicato a chi vuole allevare le api nel proprio giardino, mentre il servizio denominato “Bees as a service” è rivolto alle aziende che vogliono rivolgere alle api mellifere almeno parte dei propri investimenti dedicati alla responsabilità sociale d’impresa. Siamo noi a prenderci cura degli alveari sui tetti o nelle aree verdi di impianti o uffici. Il risultato poi diventa tangibile con la produzione di miele e la consegna di vasetti etichettati da poter condividere con dipendenti, partner commerciali, associazioni o comunità locali».

Nessun rischio per le persone

Gli apiari sono seguiti con il metodo dell’agricoltura biologica e non presentano rischi per i cittadini. Sul tetto della cattedrale di Notre Dame c’erano tre alveari, che sono sopravvissuti all’incendio, e malgrado i 14 milioni di visitatori all’anno non è mai successo niente. A Milano c’è un bell’esempio nel giardino del Museo del design della Triennale di Milano, una honey factory in legno realizzata dal designer Francesco Faccin. Le api entrano e volano attraverso un camino di quattro metri di altezza, lontano dagli intrusi.

In media, una singola ape visita circa 7 mila fiori al giorno e ci vogliono 4 milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilo di miele. Avanti tutta, dunque, con i fiori! Per aiutarle possiamo mettere alcune piante sul balcone e programmare gli sfalci in modo intelligente per lasciare sempre qualche fioritura.
I buoni esempi non mancano. In Olanda, nella città di Utrecht, sono stati collocati dei tetti verdi fioriti su ben 300 pensiline degli autobus. Le piante coltivate sono scelte in modo accorto per resistere all’inverno e alle piogge intense. Non si limitano a dare da mangiare alle api, filtrano anche le polveri sottili, trattengono l’acqua e offrono un raffrescamento naturale nelle giornate estive. Un buon esempio che è stato già seguito in Polonia e in Svezia, e che speriamo di vedere presto imitato anche in Italia.
 

Salviamo le api: firma anche tu!

Firma l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) «Salviamo api e agricoltori!». Germania e Belgio hanno già raggiunto le rispettive soglie minime di riferimento, vale a dire 72.000 firme per la Germania e 15.750 per il Belgio. È necessario però (oltre al milione di firme convalidate) un minimo di sette Paesi che superino le rispettive soglie, affinché l’Ice sia ufficialmente accettata dalla Commissione europea.
Per apporre la tua firma vai su: www.savebeesandfarmers.eu
__________________________________________________________________________________________________________________________________

Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Luglio-Agosto 2021

Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

IL LIBRO

Installare un’arnia in giardino o nell’orto? Perché no! Non bisogna essere esperti apicoltori per prendersi cura delle api, comparse sulla Terra circa 20 milioni di anni fa, ma oggi in serio pericolo a causa dell’inquinamento e dei trattamenti antiparassitari.

Allevare le api è un modo concreto per promuovere la biodiversità e proteggere questo prezioso insetto, responsabile dell’impollinazione di migliaia di specie vegetali spontanee e coltivate. L’apicoltura è anche un’attività molto appassionante ed educativa per grandi e piccini, senza contare che sono sufficienti poche arnie per produrre tutto il miele necessario per il fabbisogno familiare.
Che tu abbia a disposizione un piccolo orto o un grande appezzamento di terreno, in queste pagine troverai tutte le informazioni per scegliere il tipo di alveare più adatto e come installarlo, acquistare uno sciame o recuperarlo in natura, proteggere in modo naturale le api da parassiti e predatori, e alla fine raccogliere non solo il miele, ma anche gli altri preziosi prodotti dell’alveare come il polline, il propoli e la cera.

SFOGLIA UN’ANTEPRIMA DEL LIBRO

 

POTREBBERO INTERESSARTI

Negli ultimi anni l’ape è diventata il simbolo della biodiversità in pericolo, un baluardo da proteggere per evitare la catastrofe ecologica, ma le api sono anche un esempio di grande operosità, cooperazione e socialità. Per tutti questi  motivi, per un bambino conoscere il mondo delle api rappresenta un’esperienza educativa affascinante e ricca di insegnamenti.

Questo libro, rivolto a genitori, educatori e animatori culturali, è una guida per avvicinare i più piccoli al fantastico mondo delle api. Oltre ai consigli sul come e quando visitare un alveare in tutta sicurezza, l’autore propone numerosi laboratori per far comprendere la complessa vita di una colonia e l’insostituibile ruolo ecologico delle api.
Osservare da vicino le api – è il messaggio di Allier – è il modo migliore per comprendere la preziosa funzione di questi pronubi e creare con loro un legame che rimarrà indelebile e aiuterà il bambino a maturare una coscienza ecologica autentica perché nata dall’esperienza diretta.
 

Forte della lunga esperienza di apicoltore, l’autore propone un metodo molto innovativo basato sull’adozione di arnie di facile costruzione e di ancora più semplice gestione. Un’apicoltura «estensiva» che, a differenza di quella convenzionale intensiva, riduce al minimo lo stress a carico delle api, limitando allo stretto necessario gli interventi sulle arnie.

È un’apicoltura a basso costo perché può essere praticata con arnie autocostruite realizzate con legname riciclato (come quello ricavato da pallet), ed ecologica perché non ricorre all’impiego di farmaci di sintesi nella cura delle malattie e rispetta le esigenze etologiche delle api.
Le numerose illustrazioni che corredano il libro aiutano il lettore a fare propria una tecnica millenaria che ancor prima di rappresentare una possibile attività economica, costituisce una chiave unica per entrare in stretta sintonia con i cicli naturali e l’affascinante mondo delle api.
 

Il libro che avete tra le mani non è l’ennesimo manuale di apicoltura, né tanto meno un trattato animalista. È più semplicemente la testimonianza di un grande amore per le api e la presentazione di un nuovo approccio all’apicoltura, un approccio profondamente ecologico e rispettoso dell’organismo alveare.

Negli ultimi anni, a causa delle continue morie di api, dei cambiamenti climatici in corso e dei numerosi trattamenti contro i parassiti vecchi e nuovi, il lavoro dell’apicoltore è diventato difficile e poco remunerativo. La proposta provocatoria e rivoluzionaria di Mauro Grasso parte da un principio semplicissimo: proviamo a mettere le mani nell’arnia il meno possibile e lasciamo fare alle api.
Ispirandosi al metodo ideato da Oscar Perone, ideatore della permapicoltura, l’autore suggerisce una pratica apistica a basso impatto ambientale, basata su un nuovo modello di arnia in grado di soddisfare a pieno le esigenze etologiche dell’organismo alveare, in modo da offrire alle api le condizioni migliori per sviluppare strategie per sopravvivere ai nuovi parassiti e a un ambiente sempre più contaminato.
Questo libro è una sfida e insieme un invito, rivolto a tutti gli apicoltori, professionisti o alle prime armi, a mettersi in gioco per trovare insieme nuove strade.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!