La permacultura applicata al sociale
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A lei si riconosce il merito di aver completamente rivoluzionato, agli albori della diffusione della permacultura, il metodo educativo formale con metodologie creative, integrate e partecipative. E di essere riuscita a incentivare il ruolo femminile in questo settore.
Per me è sinonimo di speranza: per ogni persona, per le nostre comunità e il nostro mondo. Significa progettare e usare una serie di principi di buon senso ispirati ai modelli naturali.
La permacultura può aiutarci a progettare diversi ambienti viventi, quali orti, sistemi agricoli e urbani, edifici, ma anche ambienti sociali, come i luoghi per incontri, gruppi e organizzazioni.
Posso dire di amare la permacultura perché emula la natura e i sistemi naturali, perché prende in considerazione i bisogni delle persone e dell’ambiente, offrendo sempre una prospettiva positiva.
Insegno permacultura dalla fine degli anni ’80, e dal 1992 formo insegnanti, facilitatori e leader nel campo dell’apprendimento creativo e interattivo e dei lavori di gruppo, con metodi volti a far funzionare meglio e con maggiore armonia e vitalità i gruppi stessi.
Mi capita ancora di partecipare ai corsi di progettazione in permacultura, soprattutto come «invitata speciale», ma la mia passione mi porta soprattutto verso quella che oggi viene definita permacultura sociale: svolgo consulenze per gruppi, organizzazioni e comunità intenzionali, li sostengo nei processi di governo, gestionali, decisionali e di team building, così come nella creazione di scenari e visioni future e positive,
attraverso la progettazione partecipata.
Sì, nel 1993 abbiamo sviluppato le carte da gioco con i principi della permacultura
Più recentemente ho creato il Creative community governance and decision making resource kit (letteralmente «kit di risorse per il governo creativo delle comunità e per i processi decisionali», ndr) e un cd con proposte per attivare e sostenere processi di cambiamento. Sento di avere molto da condividere, tutto quello che ho imparato e sperimentato nella mia vita. È un grosso tesoro da ridistribuire, proprio come contemplato da una delle etiche della permacultura, che si fonda sulla redistribuzione equa.
Attualmente sto scrivendo la mia metodologia di apprendimento e lavoro di gruppo in una serie di libri che includeranno centinaia di processi, attività, materiali e informazioni.
Nel 1983, il mio primo corso di progettazione in permacultura indirizzato alle donne era stato pensato per equilibrare i generi, poiché la maggior parte dei partecipanti dei primi tre corsi svolti in Australia erano stati uomini. E così, piano piano ho dato voce al femminile in questo mondo tanto maschile, ho aiutato donne interessate a questi argomenti, le ho incoraggiate e ho contribuito molto ad aprire il varco alle donne in permacultura.
Nel tempo, poi, ho condotto, organizzato e celebrato molti cerchi di donne, rituali e grandi eventi a cui hanno partecipato centinaia di persone.
Ho frequentato e frequento ancora le comunità aborigene femminili, in cui sono stata accolta come una sorella.
Noi donne possiamo essere delle ottime agenti del cambiamento, poiché abbiamo più dimestichezza a connetterci con il cuore e i sentimenti.
Il ritiro di due giorni che ho proposto in Italia questo luglio era finalizzato a creare, condividere e celebrare in un cerchio di donne creatività, conoscenza, apertura, fiducia, gioco, danze, canto, crescita, condivisione, supporto, guarigione, processi creativi, divertimento, musica, cerimonie, libertà, gratitudine, passione, «empowerment», connessione con la natura e rilassamento.
1. Permaculture principles card game.
2. Patterns in nature card game.
3. Soil roleplay kit.
A conclusione una breve guida per preparare decotti, infusi e macerati vegetali per rafforzare e migliorare la crescita delle piante e proteggere gli ortaggi da insetti e funghi nocivi.