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La raccolta di Marzo: giovani getti di Rosa canina e di Rovo

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Questo mese, approfittando di una mite giornata di marzo, ce ne andremo per campi e boschi alla ricerca di questi tessuti embrionali, di quelli più ricchi di salutari informazioni. Al margine dei boschi, in terreni anche sassosi, non sarà difficile individuare cespugli di Rovo e di Rosa canina. Ambedue sono piante robuste, ben radicate, molto vitali.
«Anche i pesci hanno un Dio, si chiama Oceano, ma pare che anche per essi sia poco chiaro se esista veramente e dove sia». Così narra un’antica parabola.
Di acqua, in grandissima parte, sono fatti i nostri corpi e il mondo vegetale; siamo anche noi, e le piante, immersi come pesci nel nostro Oceano. Poseidon i Greci, Nettuno i Romani: così gli antichi chiamavano questo dio. Con l’avvento della costellazione dei Pesci, le acque di Nettuno, governatore di questo segno, si riversano abbondanti sulla terra e la impregnano in profondità.
Da questa profondità allora le «acque» delle piante risalgono lungo i tronchi e i rami in forma di linfa, per rifornire i tessuti embrionali: le gemme e i giovani getti. Uno degli ultimi contributi di Nettuno alla moderna fitoterapia si chiama gemmoterapia, l’intuizione cioè che, essendo i tessuti embrionali dotati del più alto potenziale informativo, questi siano anche particolarmente adatti per trasmettere alle nostre cellule le loro informazioni.
Questo mese, approfittando di una mite giornata di marzo, ce ne andremo per campi e boschi alla ricerca di questi tessuti embrionali, di quelli più ricchi di salutari informazioni. Al margine dei boschi, in terreni anche sassosi, non sarà difficile individuare cespugli di Rovo e di Rosa canina. Ambedue sono piante robuste, ben radicate, molto vitali.
Sia la Rosa, che ne è l’archetipo, che il Rovo, fanno parte delle rosacee, una famiglia a cui appartengono anche moltissimi alberi da frutto. Entrambi ci inviano informazioni atte a nutrire e a mantenere in equilibrio e in bella forma il nostro corpo, così come vuole la dea della bellezza, Venere, di cui la Rosa e la sua famiglia sono l’emblema. A questo scopo raccoglieremo i giovani getti sia della Rosa canina che del Rovo. Non ce ne vogliono molti: per le modalità di preparazione dei gemmoderivati, o dei macerati glicerici che dir si voglia, una cinquantina di grammi da ognuna delle piante basteranno per ottenere quantità sufficienti per uso familiare di ambedue i nostri gemmoderivati.
Il gemmoderivato di Rosa canina (M. G. 1 DH), dal momento che migliora le difese immunitarie dell’organismo e per la sua azione sfiammante, è particolarmente indicato per rinofaringiti e tonsilliti recidivanti, per l’asma allergico, e anche per l’herpes recidivante e l’osteoporosi post-menopausa. Se ne assumono in mezzo bicchiere d’acqua 40 gocce 2 volte al dì.
Il gemmoderivato dei giovani getti del Rovo (Rubus fruticosus M. G. 1 DH) è indicato per reumatismi cronici e, data  anche la sua azione ipotensiva e antisclerotica, in casi di
ipertensione arteriosa e di arteriosclerosi. Per l’attività ipoglicemizzante lo si consiglia anche in casi di diabete. Se ne assumono 50 gocce 2 volte al dì.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova
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