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La riscoperta della falce

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La falce esercita un fascino antico e irresistibile. Molti i progetti nati per riscoprire questo antico strumento di lavoro contadino, che rimanda ad una dimensione autentica della campagna.
La falce ci ricorda della fatica dei contadini piegati sui campi, ma ci rimanda anche a una dimensione autentica e incontaminata della campagna, con i suoi silenzi e quell’incedere armonioso dell’uomo nella natura. Dopo secoli di civiltà rurale, nel giro di una generazione, la falce è stata accantonata per fare spazio a rumorosi macchinari a motore, che maciullano piante e fiori, inquinano l’aria e disturbano la quiete delle nostre campagne.
Ma non tutto è perduto. Negli ultimi tempi infatti la falce ha attirato a sé un nuovo interesse culturale, e questo utensile, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, viene considerato come una vera alternativa ai tagliaerba. «In Austria, Germania, Inghilterra e negli Usa si sono formate delle associazioni con l’obiettivo di far rivivere questa attività e di recuperare il sapere dei nostri nonni» racconta Dietmar Benedetti, che organizza dei corsi sulla falce anche in Italia.
«La falce oggi ha sicuramente ragione di esistere. Chi la sa usare in modo corretto riesce a tagliare il prato nello stesso tempo che impiega con la macchina, senza inquinare o creare rumori molesti. Nelle campagne italiane e nei centri residenziali a volte c’è più rumore che nelle città!». Un nuovo interesse, dunque, che non si giustifica solo dal punto di vista estetico, ma raccoglie anche un’ulteriore sfida. Perché, come ci spiega Dietmar, «la falce dà la possibilità di lasciar crescere l’erba e aspettare la fioritura delle singole piante per incrementare la biodiversità».
Oggi comunque lo sfalcio manuale non motorizzato viene recuperato addirittura come attività di ricreazione, tempo libero e sportivo. Molti proprietari di giardini si sono riavvicinati all’utilizzo della falce per unire l’utile al dilettevole; un’attività sportiva all’aria aperta, svolta in silenzio e piena armonia con la natura. «Il movimento del falciatore esperto è armonioso e ritmico. Avanza con facilità, passo dopo passo, ondeggiando da un piede all’altro e tagliando l’erba in semicerchi regolari» spiega Benedetti. «Nei corsi si impara a conoscere bene questo strumento, ad affilare la lama, a falciare su terreni diversi, a fare la manutenzione… per riscoprire un rapporto con la natura».
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