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La riscoperta della mandorla

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Questo seme prezioso trova largo impiego, dai preparati alimentari alla cosmesi. Ma troppo spesso proviene dall’estero. Vi raccontiamo del recupero di colture e tradizioni locali nel Sud Italia, bio e a filiera corta.

La riscoperta della mandorla

Chi abita o frequenta le campagne si sarà accorto che il mandorlo è la prima pianta a fiorire, e che ogni anno ci preannuncia la primavera. Già questo primato ci dovrebbe convincere sulla necessità di tornare a coltivare questo albero robusto e poco esigente. Ma è soprattutto per la qualità e la versatilità dei suoi semi, che questo albero merita di essere apprezzato.
Le mandorle sono buone e nutrienti, altamente proteiche, ricche di calcio e di acidi grassi essenziali utili a combattere le malattie cardiovascolari e a mantenere una pelle giovane ed elastica. Da esse si possono ricavare paste, dolci e il cosiddetto “latte di mandorla”, una bevanda rinfrescante, dalle proprietà dissetanti, depurative e antinfiammatorie, ricca di antiossidanti, fibre e minerali.
Dalle mandorle si ricava anche un prezioso olio limpido, che si usa come emolliente per le pelli secche e sensibili e che trova impiego nella formulazione di creme e preparati, perchè facilmente assorbibile e ricco di vitamina E.
Purtroppo la maggior parte di questi semi oleosi presenti sugli scaffali dei negozi, o utilizzati come materia prima, proviene principalmente da paesi lontani, soprattutto Spagna, Cina e California.
Negli ultimi anni però, grazie a una maggiore attenzione verso la filiera corta e la produzione biologica, nel nostro paese stiamo riscoprendo una tradizione produttiva importante, soprattutto in Puglia e Sicilia, dove la pasticceria a base di mandorle è conosciuta da secoli.
Nel distretto di Toritto (Ba), per esempio, la Fattoria della Mandorla dal 2000 ha avviato la trasformazione del ciclo completo della mandorla “cultivar Filippo Cea”, con una superficie agricola di circa 90 ettari, coltivata col metodo biologico. La Fattoria si è imposta all’attenzione dei circuiti dei gruppi d’acquisto per la produzione e commercializzazione di prodotti tipici, salustistici e bio a base di mandorle. Gli intenti etici e creativi si esprimono anche nella riduzione drastica delle confezioni usa e getta, grazie a un particolare kit con farina che si può mescolare all’acqua di casa.
Tra gli altri produttori biologici affiliati ai gruppi d’acquisto si distingue Il Mandorleto, azienda agricola che si estende per circa 14 ettari in una vallata vicino al parco forestale di Monte Gerace (En).
Nel distretto di Noto (Sr), dove si coltivano le varietà Romana, Pizzuta d’Avola e Fascionello, è nato invece un presidio Slow Food con un disciplinare per i mandorlicoltori atto a ricostruire una filiera in cui le mandorle sono prodotte, essiccate, sgusciate, spellate e vendute direttamente dai produttori.
Negli anni passati i mandorleti, soprattutto in Sicilia, sono stati abbandonati per fare spazio a colture più redditizie, ma qualcosa sta cambiando. Dal 2009 è nato il Coordinamento regionale delle aziende sicialiane della filiera mandorlicola, con l’obiettivo di tutelare il prodotto e valorizzarlo rispetto alla concorrenza.
Dietro un’autentica mandorla italiana, c’è sicuro nutrimento, anche per la nostra economia.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Settembre 2013.

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