Le favole cosmiche di Maria Montessori
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La nascita dell’universo, l’avvento della vita sulla Terra, la venuta degli umani, l’invenzione delle lettere e l’invenzione dei numeri sono i racconti, fondamentali nella pedagogia montessoriana, finora solo trasmessi oralmente o pubblicati in altre lingue.
Si tratta di un elemento centrale e cruciale della pedagogia Montessori per il secondo piano dello sviluppo, ovvero per i bambini dai 6 ai 12 anni; uno strumento didattico straordinario, prezioso e molto caro alle maestre Montessori che inaugurano con esso l’anno scolastico. Le favole cosmiche sono narrazioni avvincenti e coinvolgenti, che i bambini vengono invitati ad ascoltare seduti in cerchio su un tappeto o su cuscini. Normalmente le principali favole cosmiche sono narrate durante le prime settimane dell’anno scolastico e rappresentano una porta che si apre sulla conoscenza, esse sono lo strumento che inaugura il viaggio dei bambini della scuola primaria verso l’educazione cosmica.
Educazione cosmica è il nome dato da Maria Montessori al progetto educativo relativo proprio alla scuola primaria, dove arrivano i bambini che escono dalla prima infanzia e si affacciano alla fase della fanciullezza, durante la quale metteranno naturalmente a frutto le esperienze, le impressioni e l’apprendimento dei primi anni di vita. A partire dai 6-7 anni, i bambini ragionano in profondità, si interrogano e interrogano i fenomeni naturali e i meccanismi delle cose, sono capaci di elaborare un pensiero dialettico, sviluppano il senso critico e morale, nonché la capacità di proiettarsi all’interno di percorsi conoscitivi sulla base dell’immaginazione.
Offrire loro, quindi, grandi narrazioni dai temi universali risponde. alle caratteristiche psicologiche e ai bisogni evolutivi di questa età dello sviluppo.
Narrare il vero è esattamente quello che accade nelle favole cosmiche, che hanno carattere di realtà e sono universali, si inseriscono all’interno dell’ordine naturale delle cose, parlano dell’evoluzione del mondo e dell’umanità, delle scoperte e delle conquiste del genere umano. Mario, figlio di Maria Montessori e suo stretto collaboratore, amava definire la madre «la grande narratrice del vero». Le favole cosmiche sono percorsi narrativi che introducono il bambino allo studio della storia e della geografia, della biologia, del linguaggio e della matematica, nonché all’esplorazione dell’ordine cosmico e dell’armonia dell’universo. Ciò significa che, nonostante le narrazioni siano caratterizzate da un linguaggio immaginifico e talvolta allegorico, sono comunque strumenti che avviano il bambino verso un’indagine esplorativa e conoscitiva. Divengono stimoli alla curiosità e all’immaginazione poiché non esauriscono le informazioni destinate agli alunni, bensì rappresentano una finestra aperta sul mondo e la possibilità per i bambini di partire per il proprio viaggio nella conoscenza.
Proprio così e non solo. Sono uno stimolo per l’immaginazione e per la voglia di imparare, ma anche strumento di consapevolezza. Per esempio, la prima favola introduce il bambino alla teoria della creazione dell’universo, parla delle origini del Tutto. Pur essendo nota con il nome storico di «Iddio che non ha mani», in molte scuole si preferisce sostituire la parola Dio con la parola Natura, o con la forza creatrice dell’universo. Va benissimo, ciò non ne inficia il senso, che è quello di un viaggio narrativo, un’esperienza che porta il bambino a interrogarsi sull’origine del tutto, su chi siamo, da dove veniamo e dove ci porta la nostra evoluzione. Questa favola viene narrata nei primissimi giorni di scuola e, gradualmente, seguono poi le altre. A distanza di una o due settimane si racconta la storia che narra di come sul pianeta si è formata la vita, poi quella sull’avvento dell’essere umano e le altre a seguire, per generare una diffusa curiosità, stimolare i bambini su tematiche relative al loro mondo, creare in loro un forte senso di appartenenza.
La parola narrata descrive un continuum spazio-temporale che rende capaci i bambini di contestualizzare il presente tra passato e futuro, con uno sguardo rivolto al contempo alle proprie origini e alla responsabilità di contribuire alla salvaguardia e allo sviluppo del nostro pianeta. Pace e progresso sano e costruttivo diventano condizioni e valori, il bambino si sente parte preziosa, unica, del mondo e degli eventi e sarà capace di identificare poco a poco il suo ruolo nel mondo, la sua «missione cosmica», il suo posto nella società.
Quasi sempre hanno domande da porre, soprattutto perché durante la narrazione l’insegnante presenta a corredo esperimenti e dimostrazioni, che innescano un processo di ragionamento vivace nei bambini. Poi la maestra proporrà anche altre presentazioni, altri lavori e attività che solleciteranno altre indagini, in modo che ogni alunno possa partire per il suo proprio viaggio di conoscenza e approfondimento. È molto importante rispettare il modo in cui ogni singolo bambino recepisce le favole e lasciare che questo tesoro si depositi nel suo animo, per poi essere pronti a cogliere le sollecitazioni e le domande che ne scaturiscono. L’insegnante accompagna così i bambini in percorsi dai quali nascono lavori anche molto diversi tra loro, ricerche spontanee che si muovono in direzioni e con modalità scelte dagli alunni stessi.
Il volume si conclude con un capitolo dedicato proprio all’oralità, al valore della parola parlata e alla sua funzione nella storia dell’umanità. La parola orale ha un valore enorme, è un bene prezioso in tutto il lavoro pedagogico montessoriano. Le narrazioni sono momenti in cui il riverbero relazionale tra gli astanti è magico e potente. In tutti i momenti della giornata gli scambi orali, le parole che usiamo e il modo in cui le usiamo sono un elemento della relazione, dell’esperienza e dell’apprendimento del bambino. Lo scopo ultimo dell’educazione cosmica, di fatto, è quello di fornire al bambino gli strumenti di consapevolezza e responsabilità necessari ad affacciarsi alla società, per entrare a far parte del mondo più ampio che troverà quando lascerà la fanciullezza per l’adolescenza e poi in seguito l’età adulta. Se rispettato e sollecitato a coltivare i propri talenti e le proprie potenzialità il bambino avrà gli strumenti per esercitare la propria libera scelta consapevole nella vita; per farlo, serve l’esperienza profonda del senso di appartenenza al nostro mondo, alla nostra storia e alla nostra società. Così come servono la conoscenza di sé, anche nella relazione con l’esterno e con gli altri. È un percorso che avviene in modo graduale e diversificato, ma conduce al fine ultimo dell’educazione cosmica, cioè quello di creare individui integrati, armoniosi, arricchiti da un’organicità dell’esperienza che abbia tenuto conto del legame funzionale che esiste fra tutto ciò che è presente nel nostro mondo. Rispetto di sé e dell’altro da sé, riconoscimento delle necessarie interdipendenze degli elementi del tutto, animati o inanimati, e possibilità per il bambino di divenire agente cosmico positivo, foriero di pace e di progresso, non solo materiale ma anche spirituale. Il cosmo come fondamento armonico e possibilità di sussistenza del nostro mondo. Sono queste le chiavi dell’educazione cosmica, che corrono sul filo della voce narrante che risuona e si riverbera nell’armonia della relazione tra i soggetti coinvolti nell’esperienza educativa.