Leggeri e in salute con il digiuno
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Miti da sfatare
La perdita di massa muscolare
La chetosi
Una modifica metabolica importante che il digiuno favorisce è, appunto, la chetosi, passaggio che porta all’utilizzo dei grassi corporei di riserva, che dunque vengono smaltiti. Si verifica quando si apportano all’organismo meno di 450 Kcal e meno di 50 g di glucidi al giorno. «Verso il quinto giorno di digiuno, l’organismo passa a una nuova fase per permettere un digiuno prolungato» spiega Coudron. «Al fine di risparmiare le proteine indispensabili alle funzioni vitali, mette in atto una nuova modalità energetica: la produzione di corpi chetonici e il corpo utilizza quindi quest’altra “caldaia” per produrre energia in maniera duratura: attinge alle riserve di acidi grassi del tessuto adiposo per trasformarle nel fegato. Il cervello e i muscoli sono molto avidi di corpi chetonici perché il loro utilizzo energetico è molto più efficace di quello del glucosio, penetrano direttamente nel mitocondrio, che è la centrale energetica di ciascuna cellula. Inoltre, i corpi chetonici presentano un altro vantaggio: nelle cellule dei muscoli funzionano esclusivamente in condizioni aerobiche e quindi non vengono ridotti in lattato, per cui il muscolo risulta più efficace e recupera più in fretta. Di conseguenza, durante un digiuno non si avverte stanchezza se si assumono i sali minerali necessari e non vi è ipotensione. Al contrario, ci si sente stimolati».
Effetti positivi del digiuno
Il digiuno terapeutico
Controindicazioni
• Aritmie cardiache.
• Distacco della retina.
• Denutrizione, cachessia.
• Diabete di tipo 1.
• Ipertiroidismo.
• Grave ipotensione arteriosa.
• Infezione in corso (tubercolosi…).
• Insufficienza epatica conclamata.
• Insufficienza renale.
• Disturbi del comportamento (comportamento collerico, aggressività).
• Disturbi del comportamento alimentare: anoressia mentale, bulimia.
• Il digiuno è controindicato anche per i bambini e gli adolescenti fino alla fine della loro crescita, per le donne incinte o che stanno allattando, e per gli anziani.
Durata e modalità
Digiuno per un fine settimana da venerdì a domenica
Durante la giornata mangiate normalmente, cena compresa. Potete variare la vostra alimentazione affinché non risulti eccessiva: evitate gli alimenti troppo ricchi, l’alcol, gli insaccati, le carni grasse, troppi formaggi e i dolci. Se lo desiderate, dopo cena potete bere un infuso a base di tarassaco, carciofo e cardo mariano per facilitare l’azione epatica di disintossicazione.
Smettete di assumere qualsiasi cibo dopo aver ingerito l’ultimo boccone a cena, ovvero di solito tra le 20 e le 21.
La mattina, assumete un integratore (chiedete in erboristeria o in farmacia) che permetta di diminuire l’acidosi e che vi eviterà di avere mal di testa, apportando sali minerali che vi eviteranno la stanchezza. Durante il giorno, bevete tutte le tisane che desiderate, anche il caffè, che non ha effetto negativo durante il digiuno. Bevete anche acqua minerale.
Camminate e rilassatevi. Nel pomeriggio, preparate un brodo vegetale o una zuppa molto leggera e consumatela dal sabato sera alla domenica sera.
Assumete l’integratore, potete bere tè, caffè o infusi. Se è la prima volta che praticate un digiuno, potete prendere lo stesso brodo della sera prima. Terminate alla sera alle ore 20 con un pasto normale: in questo modo avrete digiunato per 48 ore e potrete già avere dei benefici. Questo pasto deve essere composto da verdure di vostro gradimento (cotte o crude) e, se ne avete voglia, un uovo o pesce. Evitate alcol, pane e pasta.
Se sentite la necessità della colazione, fatela proteica e povera di glucidi, accompagnata da una bevanda calda.
Digiuno per sei giorni
Il dottor Coudron consiglia di iniziare come nel digiuno di 48 ore, per esempio un venerdì sera dopo cena.
Mettete in pratica le stesse indicazioni ricordando, però, che non c’è nulla di obbligatorio.
Se desiderate farlo e ne avete la possibilità, fate una camminata o praticate yoga (o qualsiasi attività dolce). Prendete un mix di sali minerali, potete assumerne una bustina mattina e sera fino alla fine del digiuno. Durante il giorno o di sera bevete un’abbondante tazza di brodo vegetale. Nel corso della giornata consumate delle bevande prive di glucidi: acqua, infusi, tè o anche caffè. Se lo desiderate, potete bere una tisana a base di piante disintossicanti per il fegato, come il carciofo, il tarassaco e il cardo mariano. La sera, bevete un brodo ricco di sali minerali.
Ripetete esattamente le stesse indicazioni del giorno 2. La sera bevete una tazza di brodo.
Se lo desiderate, iniziate con una meditazione o con lo yoga. Se svolgete un’attività professionale fuori casa, avrete accanto persone che non praticano il digiuno, quindi più o meno all’ora in cui di solito pranzate potreste fare una passeggiata di mezz’ora: non restate al chiuso ma sgranchitevi le gambe oppure fatevi fare un massaggio. Non praticate sport violenti per l’organismo. La sera, se possibile, fate un’altra breve passeggiata, poi bevete una tazza di brodo.
La giornata si svolgerà come il giorno 4 e 5. Se lo desiderate, potete bere del brodo a mezzogiorno. La sera cenate all’ora che preferite. Così come alla fine del digiuno da 48 ore, questo pasto sarà composto da alimenti facilmente digeribili: niente alcol, pochissimo (o addirittura niente) formaggio, pochi carboidrati a base di grano (dando la precedenza a patate o riso), verdure cotte e/o crude, e un frutto ben maturo. Se volete, potete anche mangiare pesce o un po’ di carne (preferibilmente bianca e non troppo grassa).
Pesatevi e controllate che il vostro peso sia stabile. Avete ricominciato a mangiare la sera del giorno prima ma se ritenete di poter continuare a non assumere nulla di mattina, allora potete senza nessun problema saltare la colazione. In tal caso, però, assumete sali minerali e bevande (tisane, tè o anche caffè). Continuate a praticare yoga. A mezzogiorno mangiate normalmente, ma assumendo delle porzioni meno abbondanti. Continuate a non assumere carboidrati, a eccezione di una patata o di un po’ di riso. Evitate pane, prodotti da forno e dolci. Nel pomeriggio bevete in abbondanza. La sera, mangiate normalmente.
Non esitate a prendere di nuovo una zuppa, che può essere un po’ più densa rispetto alle sere del digiuno, ma anche grandi quantità di verdura (almeno 500 g): insalata, radicchio, pomodori, fagiolini, broccoli, cavoli di ogni tipo, indivia, melanzane, zucchine, peperoni e così via. Si possono aggiungere anche piselli, riso, patate, cipolle e carote.
Il dottor Coudron ammette pesce e/o della carne, evitando però quella rossa e invita a non ingerire troppi carboidrati. «Quando si riprende a mangiare, tendo a consigliare (ma non è obbligatorio) riso e piselli» spiega Coudron, «che sono poco fermentabili e quindi ben tollerati; inoltre, se necessario, permettono di cicatrizzare bene l’intestino e di trattare i cosiddetti disturbi di “permeabilità di membrana”».
Per digiuni più lunghi Coudron suggerisce di farsi seguire in una struttura idonea. «In generale, come consiglio per i digiuni finalizzati al benessere, per una persona in buona salute una settimana all’anno rappresenta il ritmo ideale» spiega. «Questo è infatti ciò che fa una parte dei praticanti più esperti, anche se molti altri preferiscono un digiuno di due settimane, sempre una volta all’anno. In caso di patologie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, i disturbi cardiovascolari, le alterazioni lipidiche, le malattie infiammatorie dolorose, le allergie o le infezioni croniche, molto spesso propongo uno dei seguenti schemi, a seconda dei casi: digiuno di una settimana ogni sei settimane, fino alla stabilizzazione del problema; digiuno di due settimane ogni tre mesi fino alla stabilizzazione del problema; digiuno di tre settimane (per un digiuno di questa durata, propongo una stretta supervisione) ogni sei mesi, fino alla stabilizzazione del problema».