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Lettera aperta alle giovani generazioni

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Dalla prefazione del libro Aiuto! Sto diventando adulto, una lettera alle giovani generazioni!
Lettera aperta alle giovani generazioni
Care ragazze, cari ragazzi,
essere giovani non vuol dire sempre la stessa cosa, in ogni epoca e in ogni luogo. Provate a chiedere a vostro nonno, che tipo di “giovane” era? Portava le basette lunghe, i capelli impomatati e ballava il rock’n’roll? Allora era un teddy boy. Se invece aveva i capelli corti, si spostava in Vespa o Lambretta e amava i Beatles, era un mod.
L’idea di “generazione” come la intendiamo noi in realtà è molto recente, non ha neppure 80 anni. Con il boom economico che seguì la Seconda Guerra Mondiale venne l’epoca della cosiddetta “gioventù perduta”, della paura scatenata dal rock’n’roll e da scelte che mostravano uno spregio delle convenzioni. Oggi tutto questo fa sorridere, ma allora scatenò un vero e proprio panico morale, un allarme collettivo ingiustificato pompato dai mass media.
Prima di allora i giovani erano semplicemente “piccoli adulti”, in pantaloncini corti anche d’inverno. Dagli anni 1950 e 1960 i giovani diventarono invece un gruppo sociale separato, con comportamenti, consumi e desideri radicalmente diversi da quelli dei matusa. Da allora le generazione si sono susseguite, ognuna ha adottato simboli, mode e linguaggi distinti per raccontarsi e cercare un posto nel mondo. Una sola cosa non è mai mutata: l’abitudine delle generazioni adulte di parlare male di quelli nati dopo di loro, che sono sempre “meno” qualcosa: meno impegnati, meno studiosi, meno lavoratori… È successo anche a voi, vero?
Oggi si fa un gran discutere di Millennial (o generazione Y), coloro nati più o meno tra il 1980 e il 1995, e Centennial (o generazione Z), formata dai nati tra il 1995 e il 2010. Ne parlano giornalisti e sociologi e soprattutto analisti di marketing e pubblicitari, perché i giovani sono innanzitutto dei consumatori: di mode (quelle scarpe, quel tipo di felpa…) e tecnologia.
Millennial o Centennial che siate, avete un grande asso nella manica: sapete usare le tecnologie informatiche meglio di tutte le generazioni venute prima di voi. Diciamocelo: finalmente sono gli adulti a dovervi rincorrere! Secondo studiosi e opinionisti, Millennial e Centennial sarebbero anche molto diversi tra di loro: i primi edonisti votati alle emozioni passeggere, i secondi più realisti e materialisti; i primi grandi viaggiatori entusiasti dei voli low cost, i secondi più profondamente global in quanto abituati fin dalla tenera età a navigare in rete, senza confini; i primi spettatori di contenuti altrui, i secondi creatori di nuovi contenuti (una bella carriera come youtuber… perché no?).
E ora spezziamola una lancia in favore dei presenti e futuri animatori del web: i Centennial pongono in cima alla lista delle loro priorità la salvaguardia del Pianeta. Non a caso Greta Thunberg è una di loro. Se poi provate fastidio per queste definizioni che vorrebbero ingabbiarvi, sappiate che non siete soli. Si tratta di etichette che vengono appiccicate per abitudine ( “ai miei tempi noi eravamo diversi…” ) e per esigenze lavorative (che farebbero altrimenti sociologi, analisti di marketing e giornalisti?), e che hanno poco a che fare con la vita e gli eventi reali.
Quindi ragazzi e ragazze, cercate di ignorare quello che i matusa dicono di voi e tentate di trovare la vostra strada, sarete sicuramente degli adulti migliori di quelli che vi hanno preceduto.
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Articolo tratto dalla prefazione del libro Aiuto! Sto diventando adulto!

Tutti si aspettano che ti comporti come un adulto o un’adulta. E tu proprio non riesci ad abituarti all’idea di non essere più un ragazzo o una ragazza. Nel frattempo la tua vocina interiore ti dice: RESISTI!

Entrare a far parte del mondo degli adulti è un passaggio faticoso ma non lo puoi evitare, quindi tanto vale farlo con intelligenza e allegria.
Questo libro ti spiega come affrontare le sfide che riguardano il lavoro, le relazioni amorose e di amicizia, le scelte economiche e gli stili di vita. Troverai tanti suggerimenti per avere successo, sorridere alle sconfitte e essere felice… e con un po’ di fortuna nessuno si accorgerà che in realtà stai barando!
 

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