Lo scontro tra Usa e Cina rallenta il fotovoltaico
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La guerra commerciale fra le due potenze rallenta l’industria del fotovoltaico.
La massiccia produzione di pannelli e celle fotovoltaiche cinesi ha fatto calare di molto i prezzi della tecnologia solare sul mercato.
In Europa, solo a partire dal 2016, i prezzi sono calati del 30%. Temendo danni per l’industria made in Usa, il presidente Trump è subito corso ai ripari: nel gennaio 2018, dopo aver commissionato un’indagine commerciale alla International trade commission, ha imposto dei dazi all’importazione di celle e pannelli fotovoltaici, colpendo soprattutto proprio la Cina, che ne era il principale esportatore.
In realtà, la guerra solare tra Usa e Cina era iniziata già da prima: lo stesso Obama già nel 2012 aveva imposto specifiche tariffe sui prodotti solari cinesi, cui Pechino aveva risposto con politiche che favorissero l’abbandono del silicio policristallino statunitense, in favore del silicio monocristallino.
Recentemente la Cina ha annunciato di voler tagliare gli incentivi interni all’installazione del fotovoltaico a partire dal 2021, con l’obiettivo di incentivare le esportazioni. Nonostante una successiva parziale marcia indietro, la notizia ha scatenato un’ulteriore corsa al ribasso dei produttori cinesi, che mirano a bypassare così i dazi Usa.
Complessivamente la guerra commerciale Usa-Cina ha rallentato, almeno momentaneamente, l’industria del fotovoltaico, in bilico fra il protezionismo di Trump e i tagli ai dazi cinesi. Ma lo stallo sembra essere solo temporaneo.
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Brano tratto dall’articolo Prospettive solari per un futuro energicamente sostenibile
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