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Lockdown e inquinamento acustico

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Il recente lockdown ha determinato un abbassamento dei livelli di inquinamento acustico, permettendoci di tornare ad apprezzare i suoni naturali della quotidianità.
Lockdown e inquinamento acustico
Nel periodo di lockdown che abbiamo conosciuto in marzo e aprile, la forte diminuzione del traffico stradale e aereo ha determinato una significativa riduzione dei rumori a bassa frequenza.
Certamente, l’abbassamento dell’inquinamento acustico varia a seconda delle aree. A titolo di esempio, alcune misurazioni condotte dall’ingegner Alberto Armani, esperto di acustica ambientale, vicino a Castelletto Ticino (Novara), in una zona che riceve un rumore diffuso provocato da numerose strade, hanno evidenziato un abbassamento medio di circa dieci decibel sull’arco di tutta la giornata.
Questo, osserva Gianni Pavan, bioacustico ed ecologo del suono, ha dato modo «a molte persone di tornare ad apprezzare gli ambienti esterni dei propri giardini e terrazzi, e di ascoltare i canti degli uccelli e i suoni della quotidianità provenienti dall’esterno».
«Il lockdown» aggiunge Pavan «ha inoltre consentito a molte specie animali di vivere in un ecosistema acusticamente più adatto e vicino all’ambiente naturale in cui si sono sviluppate ed evolute».
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