E’ di qualche giorno fa la notizia della preoccupante crescita in Italia di richieste di porto d’armi, a Milano e in altre grandi città. In effetti, a sentire quello che viene strombazzato a grandi titoli da quotidiani e notiziari, “sembra di vivere in una sorta di far west, dove l’unico modo per sopravvivere è avere a portata di mano un buon Winchester“.
In realtà, a Milano, come nel resto del Paese, da anni si assiste a un calo significativo di tutti i reati.
I dati forniti dal Ministero dell’Interno sull’attività delittuosa nel 2015, ultima annualità per cui si ha un report completo, parlano chiaro: il numero dei reati denunciati all’autorità giudiziaria è diminuito del 4,5% rispetto al 2014, anno in cui si era a sua volta registrata una riduzione del 2,7% rispetto all’anno precedente.
Il calo delle denunce interessa quasi tutte le patologie di reati: i furti sono a -7% e tra questi i “furti in casa”, la categoria più numerosa, si sono ridotti dell’8,3%. In ribasso anche i borseggi (-3,6%), i furti d’auto (-4,6%), quelli nei negozi (-4%) e gli scippi (-7%).
Diminuite del 10% anche le rapine, gli omicidi volontari, i tentati omicidi, i reati di usura e gli altri delitti in generale.
Come mai, allora, in questi ultimi mesi si assiste a un crescente allarmismo, amplificato e cavalcato con successo da alcuni organi di stampa e forze politiche che chiedono una riforma della “legittima difesa” e una maggiore facilità per acquistare pistole e fucili a pompa?
E’ evidente che la percezione che noi tutti abbiamo della sicurezza pubblica e della criminalità sia alterata dall’insistenza con cui la maggior parte dei mezzi d’informazione seleziona e presenta i fatti di cronaca.
L’orrore, il delitto e la violenza fanno audience. Raramente le buone notizie trovano spazio e, le poche volte in cui succede, fanno una breve apparizione e di sicuro non vengono riproposte.
Un esempio? Lo scorso aprile, la generosa donazione dei pastori sardi che ai loro colleghi di Cascia, messi in ginocchio dal terremoto, hanno dato mille pecore; la notizia è stata oggetto di una fugace apparizione sui principali media, mentre dell’assassino del povero ristoratore di Budrio sappiamo oramai tutto o quasi. Il suo volto è stato riproposto per giorni su tutti i quotidiani e in tutte le edizioni dei tg, anche in assenza di qualsiasi novità.
Più che riformare le leggi sul porto d’armi e sulla legittima difesa, la forma più efficace per ridurre la violenza sarebbe forse riformare il modo di fare informazione e cultura. Dando il giusto spazio alle notizie. I seicento pastori sardi che hanno donato le loro pecore ne avrebbero di storie da raccontare.
Storie di generosità, coraggio, solidarietà e amore per la terra. Non abbiamo bisogno di novelli Rambo per colonizzare la nostra immaginazione. Ci piacciono di più i pastori.