Sempre più persone scelgono le terapie naturali per prendersi cura della propria salute. A fronte di ciò, Stato e Regioni hanno finalmente firmato un accordo: vediamolo insieme.
Medicine non convenzionali verso la legittimazione
L’accordo fra Stato e Regioni attribuisce dignità e riconoscimento professionale alla medicina alternativa e ai suoi operatori.
Passo avanti verso il riconoscimento delle medicine non convenzionali: con un accordo sottoscritto in sede di Conferenza Stato-Regioni lo scorso febbraio, sono stati definiti i criteri ufficiali per la formazione e il riconoscimento professionali dei medici che praticano omeopatia, omotossicologia, agopuntura, fitoterapia e medicina antroposofica.
L’accordo fornisce anche una definizione degli ambiti di esercizio attribuendo loro finalità diagnostiche, cliniche e terapeutiche, e dispone l’istituzione di ordini professionali provinciali nelle diverse discipline.
Potranno essere accreditati, e a ciò provvederanno le Regioni, le associazioni, le società scientifiche e gli enti pubblici e privati di formazione.
Per gli enti che vorranno ottenere l’accreditamento e i professionisti che vorranno essere inseriti negli appositi Ordini, è stata stabilita una fase di transizione di tre anni per mettersi in regola con criteri previsti.
Tutte le Regioni hanno sottoscritto l’accordo, quindi il recepimento da parte loro, oltre ad essere necessario, è anche obbligatorio; resta l’incertezza sui tempi, dal momento che non sono stati stabiliti termini vincolanti.
Questioni irrisolte
Una conquista importante, dunque, per i professionisti ma anche per i milioni di persone che in Italia si rivolgono sempre più spesso alle medicine non convenzionali. Resta però ancora irrisolto il nodo delle altre discipline non inserite nell’intesa, per le quali giacciono ancora in Parlamento disegni di legge per la regolamentazione.
Resta poi aperta la questione dell’inserimento delle medicine non convenzionali nei cosiddetti Lea, i Livelli essenziali di assistenza, che definiscono quali prestazioni il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, cioè il ticket.
“Al momento su questo non c’è una posizione concorde tra tutte le società scientifiche e le associazioni che raggruppano operatori sanitari e medici che si occupano di medicine non convenzionali” ha spiegato la dottoressa Sonia Baccetti, responsabile della Rete toscana di medicina integrata e una delle promotrici dell’accordo raggiunto di recente. “Peraltro non sono definite nemmeno tutte le attività della medicina convenzionale, esiste un vecchio elenco a cui gli ultimi due governi non hanno messo mano”.
Come si stanno muovendo le Regioni?Alcune Regioni sono comunque un passo avanti alle altre su questo fronte. In Toscana vengono erogate dal Servizio sanitario, dietro pagamento di un ticket, prestazioni di agopuntura, fisioterapia, omeopatia e medicina naturale. In Piemonte l’Agenzia regionale per i servizi sanitari ha persino attivato un sito web dove i cittadini possono ricavare informazioni sulle discipline e sui servizi offerti:
www.medicinanonconvenzionale.net
A Bolzano la Giunta provinciale ha istituito con delibera un servizio di medicina complementare all’ospedale di Merano composto attualmente da nove medici:
www.asdaa.it/ospedali/merano/888.asp
Altre Regioni si stanno muovendo, ma non tutte con pari sensibilità e prontezza. E’ comunque ormai chiarissimo come si sia di fronte a un processo inarrestabile, benchè incontri ancora resistenze e arroccamenti.
La differenza, ancora una volta, l’hanno fatta i cittadini: a un aumento esponenziale delle domande, le autorità, anche se con lentezza, si sono rese conto di non poter più ignorare il problema.
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