Narada studio: musica dal sole
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Dimenticate subito le classiche sessioni notturne di mixaggio, in stanze sotterranee in cui non filtrano luci né rumori, con i giorni che diventano notti e poi ancora giorni, fino alla registrazione dell’ultima traccia. Già la prima volta che il musicista Fabio Pianigiani venne a raccontarci del suo progetto di costruire uno studio di registrazione alimentato a luce solare, sapevamo che nella sua idea c’era qualcosa di più di una presa di posizione ambientalista. Quando lo abbiamo incontrato di nuovo, a lavori ultimati, nella sua abitazione in mezzo alla campagna senese in cui è stato ricavato lo studio, la sua filosofia nell’approccio alla musica e alla vita si è rivelata concretamente.
Dieci anni fa ho iniziato a riflettere in modo diverso sulla musica e su quello che scrivevo. Ho iniziato così a lavorare al progetto di uno studio dove si potesse produrre musica a impatto zero. Oggi il progetto è diventato realtà. Abbiamo fatto un restauro che fosse coerente con i materiali, che sono il più possibile ecosostenibili, conservando apparecchiature altamente professionali. Mi piace pensarlo anche nell’ottica di una sensibilizzazione dei miei colleghi, affinché si esca dai cliché. Questo studio infatti, utilizzando l’energia solare, funzionerà solo di giorno, dalle 8 di mattina alle 8 di sera.
Soprattutto la mancanza di sensibilità e competenze. Di solito gli studi di registrazione sono fatti in modo che ci sia una scatola dentro una scatola, più insonorizzata possibile, senza cura per cosa c’è all’esterno. Ho trovato degli ingegneri sensibili he hanno capito che volevo uno studio che fosse in armonia con la mia vita. Per questo ho mantenuto tutte le finestre, sacrificando un po’ l’acustica. Abbiamo usato pochissimi materiali sintetici e molto legno, lasciando il cotto in terra e le mura molto spesse. Non mi interessa che questo diventi uno studio famoso, vorrei che chi viene qui apprezzasse il luogo nella sua interezza e tornasse
a fare «slow music».
Abbiamo installato sul tetto ventidue pannelli fotovoltaici. Ci sarebbe ancora spazio, ma per il momento sono sufficienti. Quando tutte le apparecchiature sono in funzione, il consumo è di circa 900 watt, mentre in questo momento i pannelli stanno producendo circa 4 kilowatt, per cui abbiamo un largo margine. D’altra parte questa casa, come molte in Italia, è ben esposta al sole. Nel Nord Europa avremmo molte più difficoltà.
Esistono solo timidi tentativi e comunque mai nessuno che rispetti anche un’ecologia della musica. So di un progetto simile a Londra, con ristorante vegan attiguo.
Per assurdo, oggi la musica sta tornando a com’era nell’800, quando i supporti non c’erano e si vendevano gli spartiti. Siamo in un momento di passaggio e c’è da trovare un equilibrio per cui si scaricherà musica a basso costo e questo permetterà di avere i fondi necessari per realizzare progetti come il mio. In caso contrario, un giovane oggi non potrà mai realizzare niente del genere. Occorre trovare un’etica economica anche nella musica.
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