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Nell’orto a dicembre

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“Dicembre imbacuccato, grano assicurato”: arriva l’inverno, la stagione del meritato riposo per l’orto. Da questo mese fino a febbraio le attività sono poche, almeno nel Centro Nord Italia.
Dicembre imbacuccato, grano assicurato
Se non lo si è già fatto, bisogna affrettarsi a ripulire le aiuole ed eseguire la lavorazione principale del suolo usando la forca foraterra. Dopo la lavorazione principale si distribuisce il letame o il compost interrandoli con la zappa, rompendo grossolanamente le zolle.
Questo mese c’è il tempo per riordinare le esperienze e le osservazioni importanti relative a quanto è avvenuto nell’orto durante la sua coltivazione, tenute a mente o raccolte su un proprio «quaderno di campagna», in modo da poter progettare l’orto del prossimo anno.
Il motivo principale per tenere un diario scritto è che il ricordo dei successi, ma soprattutto degli insuccessi, aiuta a migliorarsi evitando di ripetere gli errori commessi e prendendo esempio dalle esperienze positive.
Disegnare alcune piantine schematiche dell’orto su un foglio rende più semplice annotare, aiuola per aiuola, una serie di informazioni.
La prima riguarda gli ortaggi coltivati nei diversi periodi dell’anno: questo permette di controllare puntualmente la successione delle colture.
Così diventa più semplice evitare di collocare la stessa coltura nella medesima aiuola prima che siano trascorsi almeno due anni. Ripercorrere le azioni passate deve servire soprattutto a guardare il futuro, per decidere in quali aiuole collocare le diverse colture e stabilire quali e quante sementi o piantine sarà necessario acquistare.
È possibile anche definire i periodi di semina e di trapianto, orientandosi sulla base delle esperienze degli anni precedenti o consultando libri specialistici (consigliato il libro « Il mio orto biologico», Terra Nuova Edizioni).
Per evitare di inserire troppe informazioni sul medesimo foglio (a meno che non usiate fogli elettronici) è utile riportare le informazioni sulla fertilizzazione in un’altra pagina, indicando il nome dei diversi fertilizzanti usati e la quantità apportata per ogni aiuola.
Confrontando i risultati produttivi con la concimazione, si può comprendere se le dosi utilizzate erano idonee e si possono calcolare le quantità da usare l’anno successivo, programmando l’acquisto dei concimi. Facendo questa operazione bisogna ricordarsi che compost e letame liberano le sostanze nutritive per le piante in due anni, cioè durante quello d’applicazione e quello successivo.
Per conoscere la tessitura del terreno è possibile affidarsi anche ad alcune semplici osservazioni di campo:
  • terreni argillosi: durante la stagione secca si formano crepe nel terreno con fessure profonde. Se le fessure sono assenti o larghe al massimo 1-2 cm, l’argilla è presente in percentuali inferiori al 25-30%; se invece oltrepassano i 2-3 cm, l’argilla è superiore al 35%. I terreni argillosi si riconoscono anche perché, quando il suolo è molto bagnato, la terra rimane attaccata agli stivali.
  • terreni limosi: durante la stagione secca si formano croste superficiali, talvolta solcate da piccole crepe. Quando la crosta raggiunge lo spessore di qualche centimetro, il contenuto in limo supera il 50%. Dopo le piogge e le irrigazioni il terreno diventa scivoloso e sugli stivali rimane attaccata una patina di terra liscia e «saponosa».
  • terreni sabbiosi: nella stagione secca non si hanno formazioni di crepe e neppure di croste superficiali; se si asciugano molto in fretta, la sabbia ha un tenore superiore al 60%. In condizioni di terreno asciutto formano facilmente polvere, mentre quando sono bagnati, la terra non si attacca agli stivali.
  • terreni di medio impasto: hanno caratteristiche intermedie fra quelle descritte.
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