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Nell’orto a settembre…

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L’autunno si avvicina, ma nell’orto ci sono ancora da fare semine e trapianti. E possiamo cogliere l’occasione per fare spazio a qualche specie insolita.
La perdita di biodiversità è un’emergenza che riguarda i nostri ecosistemi, ma coinvolge anche l’agricoltura. Basti pensare che sulla terra esistono circa 75.000 specie di piante commestibili, ma di queste solo 3000 sono effettivamente utilizzate a scopi alimentari e quelle coltivate sono circa 150, di cui appena 15-20 rilevanti dal punto di vista economico. Il 60% delle risorse alimentari dell’uomo proviene da tre sole specie: frumento, riso e mais. Decisamente troppo poco, soprattutto perché si sta riducendo anche la diversità genetica all’interno delle specie coltivate.
Allora è importante, ed è utile, trovare lo spazio nell’orto per qualche specie insolita, anche con le semine e i trapianti di settembre.

Coltivare i superfood

Chi ama i gusti nuovi e i superfood può seminare il pak-choi, una crucifera, cioè un parente stretto dei cavoli, di origine orientale. Si può seminare a file o a spaglio per tutto il mese di settembre, facendo attenzione a mantenere il terreno sempre umido per ottenere foglie tenere, croccanti, succose e con un sapore delicato.
Quindici, venti giorni dopo la semina si possono raccogliere le piantine da consumare in insalata. Questa prima raccolta è anche l’occasione per diradare le piante lasciandone a dimora 80-100 per m2; in questo modo, dopo altri venti giorni, si otterranno dei cespi adatti ad essere cucinati a vapore o ad essere spadellati per una ratatouille.
Il pak-choi ha un sapore delicato, leggermente amarognolo, e ha un’elevata concentrazione di vitamina A e di vitamina C, oltre a essere ricco di potassio e di calcio.

Bulbi edibili della tradizione

Chi invece ama riscoprire i gusti della nostra tradizione culinaria può dedicarsi ai lampascioni, bulbi utilizzati soprattutto nella cucina pugliese e lucana.
Queste piante appartengono allo stesso genere del muscari ornamentale, ma sviluppano dei bulbi più grandi e più saporiti.
I bulbi possono essere piantati in primavera, ma anche in autunno, a partire da metà settembre. I lampascioni si interrano con la punta rivolta verso l’alto distanziandoli di 30 cm l’uno dall’altro. Dopo la messa a dimora la pianta inizia a sviluppare l’apparato radicale e con i primi freddi va in riposo vegetativo. Inizierà a germogliare nella primavera successiva prima con l’emissione delle foglie e poi con la caratteristica fioritura violacea. Per la raccolta dei bulbi bisognerà aspettare l’inizio dell’estate, quando le foglie seccano completamente.
Attenzione perché i bulbi tendono ad andare molto in profondità e quindi bisogna munirsi di vanga e forcone foraterra per dissotterrarli.

Coltivare lo zafferano

Un altro prodotto della nostra tradizione che si può piantare in questo periodo è lo zafferano. I bulbitubero si collocano a una profondità di 10-15 cm a inizio settembre distanziandoli fra di loro almeno 5 cm.
Già in settembre lo zafferano germoglia e inizierà a fiorire in ottobre, momento in cui inizia la raccolta, che continua fino a metà novembre. I fiori si raccolgono al mattino prima che schiudano per non correre il rischio di rovinare gli stimmi e solo dopo aver terminato la raccolta giornaliera si procede alla separazione degli stimmi che devono essere staccati precisamente dove termina la loro colorazione rossa ed essere essiccati rapidamente per assicurarne la conservazione.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Settembre 2019

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