#NonUnLibroQualunque. Limerick, la libreria di quartiere per chi vuole sognare

Il limerick è una filastrocca, un breve componimento di cinque versi in rima, tipico della lingua inglese, di contenuto umoristico o anche apertamente senza senso. In Italia ha avuto un po’ di fortuna solo con autori come Gianni Rodari, e ha saputo ispirare anche qualche buon progetto imprenditoriale. È evidente che i libri possono lanciare sfide, far riflettere, ma anche sorridere e allietare il nostro vivere quotidiano.

Grazia Raimondo, la titolare della libreria Limerick di Padova, è all’ottavo mese di gravidanza e ci accoglie con il sorriso, anche se il momento è abbastanza delicato e difficile. Nel 2021 non c’è stato solo il Covid: dopo l’abbandono del progetto da parte dell’altra socia fondatrice, si è ritrovata a dover gestire un bel po’ di cose da sola. Ma il sorriso e la voglia di fare non sembra proprio che le manchi… E così la sfida può continuare.

La fondazione della libreria Limerick risale al 2015, «in un momento in cui non sembrava un’idea né buona, né sensata, ecco perché la libreria si chiama come una filastrocca nonsense!» scrivevano allora Grazia e Marta, le due fondatrici, all’avvio del progetto.

È una piccola libreria indipendente specializzata in libri illustrati per adulti, bambini, ragazzi, giovani adulti e adulti giovanili. Una libreria come luogo della fantasia, dell’inusuale, del curioso, adatta a tutte le età, perché anche gli adulti devono continuare a sognare. Non si tratta tuttavia di un negozio specialistico. Essendo l’unica libreria del quartiere ha comunque di tutto un po’: narrativa, poesia, libri di cucina, viaggi, creatività e libri in lingua, in piccole e buone dosi. La selezione accurata, da parte di chi i libri ancora li legge, infatti, è il punto forte.

Il progetto ha un indiscutibile valore sociale, diventando nel corso degli anni un punto di riferimento e incubatore di idee del quartiere popolare e multiculturale di Arcella, nella prima periferia di Padova. Un progetto di rigenerazione urbana, che è diventato persino oggetto di studio in una tesi di laurea. A dimostrazione del suo ruolo di propulsione sociale e culturale in questa breve storia del negozio c’è una ricca serie di eventi e occasioni culturali e creative, tra cui gli incontri con autori, i laboratori per bambini, i corsi di scrittura, la lettura ad alta voce, i gruppi di lettura, audioforum e molti altri eventi. In tempi pre-Covid sono stati organizzati degli incontri con le scuole del quartiere su temi come la censura, evidenziando il ruolo scomodo soprattutto nel passato di alcuni scritti ritenuti pericolosi, ma anche sull’accettazione delle diversità, tolleranza e rispetto.

«Limerick è una libreria di quartiere, quello che si può definire un “negozio di prossimità”, e noi in questa vicinanza di sguardo, di intenti e di cuore siamo nate e cresciute» racconta Grazia Raimondo. «I clienti della libreria sono la nostra comunità, una grande famiglia. Non possiamo certo competere con le grandi catene o con i colossi online per molte cose, ma a ben guardare ce ne sono altrettante in cui possiamo essere più forti proprio per la nostra indipendenza. Nella selezione qualitativa, nel servizio ai clienti, nell’ascolto, nell’essere uno spazio-comunità radicato sul territorio».

Limerick in effetti è un luogo dove poter trovare personale competente attento all’ascolto delle varie esigenze e capace di dare il giusto consiglio, aspetto fondamentale per il lavoro di libraio. Un posto dove ci si sente un po’ a casa e si ha tutta la libertà di osservare, sfogliare, annusare tutti i libri che ci sono; di prendersi il tempo che serve per farsi conquistare da una storia; di sedersi a leggere, anche ad alta voce. La libertà di pensare mezz’ora alla dedica prima di farsi fare il pacchetto regalo.