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#NonUnLibroQualunque. Odradek, una libreria indipendente di prossimità

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Oltre 20 mila titoli e tanti prodotti a basso impatto ambientale. La libreria di prossimità, nel cuore del centro storico di Roma.
#NonUnLibroQualunque. Odradek, una libreria indipendente di prossimità
Odradek è un essere immaginario descritto in un racconto di Franz Kafka, La preoccupazione del padre di famiglia. È un nome di etimo incerto che l’autore praghese dà a un rocchetto di filo a forma di stella, un oggetto inquietante e misterioso che nessuno riesce ad afferrare, senza scopo chiaro o utilizzo apparente. Odradek è anche il nome di quella che forse è la libreria indipendente più grande di Roma, in via dei Banchi Vecchi, nel cuore del centro storico, vicino a San Pietro. “È naturale che una persona che viene a Roma a vedere il papa, poi passi dalla nostra libreria” scherza, ma non troppo, il titolare Davide Vender, cinquantenne di origini trentine, ma ben radicato nella capitale.
“Odradek è un nome che ci rappresenta” dice. “Borges ne parla come di un animale fantastico che si sa da dove viene, ma non si sa dove va. Anche la nostra libreria in fondo ha la pretesa di essere un luogo kafkiano”. In effetti è un posto intrigante, con più di 20 mila titoli su oltre 150 m2. Dove si vendono anche prodotti a basso impatto ambientale, dai saponi e i detersivi ecologici alle stoviglie compostabili. E abbiamo anche un sistema per rendere visibili i libri che sono esposti con la prima di copertina in bella vista. Un sistema che mi costruii da solo vent’anni fa con delle mensole di legno attaccate al muro, e che oggi in molti cercano di adottare acquistando dei costosissimi scaffali”.

La metamorfosi del libraio

Davide ha studiato storia, viene dai fulgidi movimenti degli anni ’90. Dapprima,  nel 1996, ha dato vita alla casa editrice Odradek, che punta sulla saggistica a sfondo sociale e politico. Due anni dopo, insieme a Katia Sardo, ha messo su l’omonima libreria. “Praticamente un secolo fa, perché le cose da allora sono molto cambiate. Prima c’erano decine e decine di magazzini di distribuzione e migliaia di librerie indipendenti sparse un po’ ovunque. In seguito alla crisi economica del 2007, a Roma hanno chiuso i battenti ben 250 librerie”.
Per rimanere sul tema kafkiano, Davide crede che la metamorfosi del libraio sia una cosa reale. “C’è un’immagine patinata del libraio del Novecento, che leggeva tutti i libri esistenti e faceva cultura. Oggi quella figura mitica da retrobottega non esiste più. Sarebbe del resto impossibile leggere tutto. Oggi le forme di alfabetizzazione di massa passano da una miriade di altri canali. Il libraio può dare carattere e identità, ma deve dare soprattutto un buon servizio. La nostra libreria cresce grazie a chi la frequenta. Sono gli stessi clienti, i lettori, che ci restituiscono i loro pareri e i loro consigli, che noi giriamo poi ad altri. Io e Katia non ci mettiamo mai sul piedistallo. La complessità della realtà è troppo grande”.
Eppure, nella pieghe della complessità Davide sembra muoversi bene.

Come il virus muove l’interesse dei lettori

“Dopo l’11 settembre del 2011 il reparto sull’islam e la jihad era già pronto, con duecento titoli a disposizione. La gente improvvisamente voleva saperne di più. Ecco, il libraio deve fare questo, saper leggere nelle contraddizioni della globalizzazione. Ora sappiamo che dopo il Covid-19 ci aspettano duri anni di aperta conflittualità sociale. È una frontiera di conoscenza nuova e dobbiamo essere pronti”.
Davide e Katia credono in una libreria di prossimità. Nel 2016 hanno lanciato un crowdfunding per pagare un debito di ventimila euro con la banca. Risultato raggiunto in soli due mesi, grazie al contributo di 250 donatori. “I cittadini romani hanno dimostrato quanto la libreria sia per loro importante. E i proprietari dell’immobile, durante la quarantena, hanno fatto lo stesso: hanno rinunciato all’affitto di un mese”.

Libreria Odradek, via dei Banchi vecchi 57

tel 06-6833451 – FB Libreria Odradek Roma

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