#NonUnLibroQualunque. Una piccola e «florida» libreria

La Libreria Florida è una piccola libreria indipendente nel quartiere di Rifredi, alla periferia di Firenze. Negli anni ’50, fu costruito questo piccolo negozio, che aveva uno spazio dedicato alla cartoleria, uno alla profumeria e uno a libri. Da lì in poi c’è stata una linea di discendenza tutta al femminile.

«Inizialmente fu mia suocera a guidare il negozio, affiancata dalla madre, poi negli anni ’90 siamo subentrati io e mia moglie e abbiamo deciso di puntare tutto sui libri» racconta Alessandro, che insieme a Elisa gestisce questo negozio di soli 28 m2 vicino a Piazza Dalmazia.

Ci vuole tanta professionalità per fare il libraio, Alessandro ne è convinto, per questo motivo hanno deciso di liberarsi della cartoleria, che richiede tutte altre attenzioni. Come piccoli librai, il confronto con le grandi librerie del centro di Firenze c’è sempre stato. «In passato ci siamo trovati di fronte i grandi librai come Marzocco o Le Monnier. Ora va quasi di moda la libreria indipendente, ma allora c’erano semplicemente le piccole librerie, che erano considerate sorelle minori dei grandi nomi. Trovandoci in periferia abbiamo dovuto differenziarci, privilegiare la clientela fissa a quella di passaggio, offrendo un servizio diverso al cliente».

Alla fine lo sforzo li ha premiati, perché hanno visto nascere e morire tante librerie promettenti, anche di grandi dimensioni.

Secondo Alessandro la libreria è a tutti gli effetti un negozio. «È un lavoro che ritengo difficile, serve una formazione continua. Anni fa era un mestiere che si tramandava per esperienza, oggi vedo giovani con tanta passione, idee e voglia di fare, ma che finiscono per sbattere contro il muro del commercio. Siamo dei commercianti che hanno a che fare con la cultura. Dobbiamo integrare ed equilibrare entrambe le sfere. La nostra scelta è lavorare direttamente con tutti i distributori. Li preferiamo ai grossisti che ci sottraggono al rapporto con gli editori e credo che sia importante rispettare l’intera filiera. Certo, lavorando con i singoli editori si potrebbe ottenere anche una scontistica maggiore, ma la gestione degli accordi commerciali diventa molto complicata. Le forze, qua in libreria, vanno dosate attentamente, in modo che ci si possa dedicare sia alla parte commerciale che a quella culturale».

Il libraio, secondo Alessandro, deve anzitutto parlare, consigliare libri, tenendo conto che non esiste il libro bello per antonomasia. Il suo ruolo è di riuscire a consigliare il libro giusto al momento giusto con un servizio personalizzato. Non esistono libri che tutti quanti dovrebbero leggere: il libro non ti riversa addosso qualcosa, ma può tirar fuori da ognuno qualcosa che ha già dentro. Abbiamo tutti dei vissuti differenti e per questo leggiamo libri differenti.

«Durante il Covid le persone hanno riscoperto la voglia di stare nel quartiere» prosegue. «Stava a noi dimostrare di essere competenti, veloci e competitivi come qualsiasi negozio del centro. E direi che ci siamo riusciti anche se sono stati due anni duri: abbiamo dovuto aumentare gli sforzi, iniziando a fare consegne esterne, vendita online e passando da 48 a più di 60 ore settimanali, con l’orario continuato. Siamo un po’ stanchi, in effetti, ma le persone hanno reagito bene.
L’inizio del 2022 è stato al ribasso rispetto agli anni precedenti. I clienti non sono più disposti a fare la coda per entrare nei negozi e la crisi si comincia a far sentire. Ma la forza di un’impresa familiare come questa è quella di non fermarsi anche di fronte ai cali di fatturato. Si stringe la cinghia e si va avanti, come si è sempre fatto».