Con la sua ironia tagliente e il suo senso dell’umorismo, Arianna Porcelli Safonov si occupa questo mese di… ortopedia chic! Perché, come scrive, «sembra incredibile, ma nel 2023 le persone continuano a rompersi le ossa». Buona lettura col sorriso!
Sembra incredibile, ma nel 2023 le persone continuano a rompersi le ossa. È la conferma che non siamo indistruttibili e ci avevano promesso il contrario. Non riesco a fare un conteggio degli amici che quest’estate si sono sfasciati qualcosa, durante una festa finita male o in una di queste nuove vacanze avventurose che hanno conquistato anche quelli che pensavo fossero composti da cellule morte, non da iniziative.
Pensavo che fossero al sicuro sui loro catamarani, sopra a quelle bestie bianco latte che consentono di navigare anche a chi non è mai sceso dal divano, oppure nelle ville a Formentera, a farsi massaggiare da qualche signorina rachitica, col collo appesantito da collanine fatte di conchiglie benedette dai vari maestri indù. Invece dev’essersi sparsa la voce che la nuova tendenza è andarsene alle Eolie, coi sandali ergonomici, e arrivare in cima ai crateri all’alba, senz’acqua.
Dev’essere uscito su qualche magazine di lifestyle che quest’anno l’ultima moda sia prenotare sulle Alpi, in qualche rifugio gestito da altoatesini capaci di vivere in condizioni al limite dell’estinzione, ma che ci si debba andare con la Mini Cooper per iniziare a dare un senso alle proprie gambe che, fino a quel momento, hanno sperimentato solo il tragitto scooter-ascensore.
Ma le persone sono impreparate a tutto questo dinamismo e si spaccano.
Se non bastassero le fratture e le contusioni, questa gente è anche brutta alla vista.
Vedo amiche che erano per me sacri modelli di stile, costrette dentro a certi bustini in gommapiuma color carne, con le stampelle fatte dello stesso materiale dei letti d’ospedale, prima che arrivasse Basaglia.
Vedo designer, un tempo sicuri nel loro total-black, imprigionati dentro a maglie contenitive color blu Decathlon, coi collarini in gesso che nessun artista vuole dipingere.
Allora, a chi avesse tempo e audacia per aprire una start-up in Italia, propongo il settore ancora inesplorato dell’ortopedia chic. Propongo stampe floreali vittoriane sulle garze, il tartan Burberry sui collarini per le nostre cervicali, che sarebbe stato meglio nascerci senza.
Mi piacerebbe vedere il Made in Italy alle prese coi tutori, Roberto Cavalli che disegna plantari leopardati e Stella McCartney che riveste le fasce post-operatorie di chiffon affinché questi amici contusi abbiano il sollievo della moda che acceca la consapevolezza con le carezze
dei sogni patinati e non se ne vadano in giro come fossero appena tornati dalla terza guerra mondiale, almeno in quei pochi anni sereni che precedono la chiamata alle armi.
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Arianna Porcelli Safonov, nata a Roma e laureata in Storia del costume, ha scritto due libri umoristici, Fottuta Campagna e Storie di matti (Fazi Editore), ed è performer di monologhi di satira e critica al costume sociale. Dal 2018, collabora con l’Università di Pavia, con una docenza legata alle tecniche di improvvisazione applicate agli ambiti manageriali.
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