Terra Nuova conclude i festeggiamenti per il suo 40° compleanno a teatro, riportando sulla scena l’alimento più umile e sacro: il pane!
Terra Nuova va a teatro, e lo fa per rimettere sulla scena l’alimento più sacro e allo stesso tempo più umile e bistrattato: il pane quotidiano. Sabato 11 novembre siete tutti invitati al Cine-hall Odeon di Firenze per un incontro con Franco Berrino, Maurizio Pallante e tanti altri ospiti per dialogare sull’elemento base della nostra alimentazione e della nostra cultura.
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Non parliamo certo di quel pane che sembrano tirarci dietro sui tavoli dei ristoranti. O di quei 13 mila quintali di pane che, solo nella grande distribuzione, ogni giorno finiscono nella spazzatura. Sono cose di cui dobbiamo parlare, ma il pane di cui occupiamo in questo pomeriggio nel centro di Firenze, lasciatecelo dire, è qualcosa di più sostanzioso, da ogni punto di vista.
Parliamo, sì, di un cibo migliore per la nostra salute, ma anche di altre forme di nutrimento, di cui abbiamo fortemente bisogno sul piano culturale, emotivo, spirituale. Il pane è l’alimento per antonomasia, che ci spinge a confrontarci con qualcosa di molto concreto. All’ingresso del teatro ogni partecipante riceverà una fetta di pane, quello vero, prodotto con lievito madre e farine di grani antichi, da condividere in una sorta di assaggio collettivo guidato proprio da Franco Berrino.
Partiamo dunque da una fetta di pane per abbracciare i temi che ci sono cari. Portare a teatro i panettieri, i fornai e i contadini, insieme ai grandi esperti di alimentazione, di politica, di economia, crediamo che sia qualcosa di rivoluzionario. Un invito all’azione, contro le parole vuote di cui ci riempiamo la testa ogni giorno. La missione di Terra Nuova è quella di offrire forme e contenuti per stimolare un cambiamento concreto. Le pagine di questa rivista non sono fatte di acqua e farina, ma cerchiamo di lavorarle con cura, scegliendo gli ingredienti migliori, come farebbe un buon pasticcere.
Abbiamo bisogno di offrire spunti utili, idee praticabili. Noi che di mestiere facciamo giornalismo viviamo ogni giorno in mezzo alle idee, ai concetti, alle opinioni. Ma nessuno pensi di essere indenne: siamo costantemente circuiti dal mondo virtuale. Crediamo di avere a che fare con le cose reali, ma siamo spesso sovrastati dal marketing, dal linguaggio volgare della pubblicità, dalla violenza, da messaggi telecomandati che ci istillano illusioni e paure immotivate.
Quello del pane è un messaggio concreto di pace. Food not bombs (Cibo, non bombe) è il nome del movimento internazionale sbarcato in Italia a Torino: si recuperano gli scarti che finirebbero nella spazzatura per offrire un pasto caldo ai poveri della città. Un gesto di nonviolenza per cambiare la società.
Ecco, quello che cerchiamo di fare, in fondo è questo: fare cose buone. Buone come il pane.
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