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Quarantena senza supermercato: la spesa locale e solidale ai tempi del Coronavirus

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Dai Gas condominiali alle consegne in bicicletta: con l’emergenza sanitaria, in un’Italia sempre più divisa, si sono moltiplicati i modi per fare acquisti sostenibili, solidali e locali. Ecco le storie di chi in queste settimane di isolamento ha scelto di ridurre le distanze tra produttori e consumatori. 
Quarantena senza supermercato: la spesa locale e solidale ai tempi del Coronavirus
Da un lato le lunghe code davanti ai supermercati, presi letteralmente d’assalto. All’esterno: attese di ore, distanze di sicurezza, mascherine e sguardi diffidenti. All’interno: rincari, prodotti terminati o scadenti.
Dall’altro piccoli produttori locali e cooperative sociali in affanno a causa di norme sempre più restringenti, che vanno dalla chiusura dei mercati all’impossibilità della vendita diretta in azienda; tanti agricoltori che in assenza di sbocchi commerciali sono costretti a distruggere la propria produzione, magari biologica e di qualità.
Nel mezzo, un isolamento che sarebbe potuto divenire un baratro, ma che in pochi giorni si è trasformato in un ponte: da Nord a Sud, le iniziative legate agli acquisti locali e solidali sono fioccate e nel giro di qualche settimana tutta Italia si è trovata attraversata da una rete di scambi a dir poco virtuosi.
Dal Salento, dove la Rete Salento Km 0 offre un servizio di consegna a circa 70 tra piccoli produttori, aziende, associazioni, Gas e botteghe del sud della Puglia, fino alla Valtellina, dove Orto Tellinum, una micro-azienda agricola di montagna, che da cinque anni recupera e gestisce terreni terrazzati abbandonati, distribuisce vino, farine, patate, uova e ortaggi «a chiamata», ovvero ricevendo le richieste via telefono e lasciando i prodotti in un un orario e un luogo concordato fuori dall’azienda. Passando per Roma, dove la Rete romana di economia sociale e solidale (Ress) ha creato i Gruppi d’acquisto condominiali, un’idea per riunire gruppi di famiglie di un condominio, o vicini di casa o di quartiere, autorganizzati per ordinare la spesa settimanale direttamente da piccoli produttori biologici a filiera corta disponibili a fare consegne a domicilio.

Storie di resistenza

In tutta Italia sono rimasti attivi 138 su 181 punti di scambio dell’Alveare che dice Sì, una rete di gruppi d’acquisto in grado di fornire a oggi oltre 140 mila utenti e di aggregare più di 2 mila produttori. Tra questi, l’Alveare Millepiani di Roma, che ha deciso di accordarsi con Corriere in bici per permettere una spesa a km 0 promuovendo al contempo il risparmio energetico e la riduzione di emissioni di CO2. Ma non solo! Tramite la rete Municipio Solidale si provvede anche al recapito gratuito per le fasce svantaggiate e i soggetti maggiormente a rischio, come over 65, cittadini con patologie pregresse e immunodepressi impossibilitati a uscire da casa.
C’è poi l’Alveare di Asti, all’inizio costretto alla chiusura per la mancanza delle condizioni di sicurezza, e poi, in poco tempo, più attivo che mai grazie a una bellissima collaborazione con i volontari della Croce Rossa, che ora distribuiscono in tutta la città la spesa dei contadini.
Un germogliare di soluzioni intelligenti ed «eversive», a tratti anche divertenti. Come quella del Gas Gasteju, di Castel Madama (Roma), che insistendo su un’area molto vasta, la valle dell’Aniene, con soci provenienti da cinque diversi Comuni, si è trovata in difficoltà a causa dei divieti in atto. Come fare? «Suppliamo con scambi protetti al confine dei Comuni sfruttando peraltro, a loro insaputa, i parcheggi dei supermercati» raccontano i membri, che nonostante le difficoltà sono notevolmente aumentati nel periodo dell’emergenza.
Settimane intense che vogliamo raccontare anche per dare spazio e visibilità a chi sta lavorando per accorciare le distanze tra produttori responsabili e consumatori sempre più consapevoli che, partendo dalla spesa, si può fare la differenza: per la nostra salute, per l’ambiente che ci circonda e per il futuro che ci aspetta fuori, proprio lì, dove finisce la quarantena.
 
Elena Tioli è autrice di Vivere senza supermercato (Terra Nuova Edizioni). Freelance per scelta, collabora con diverse realtà ecologiche, sostenibili e solidali. Per passione si interessa di alimentazione consapevole e cambiamenti negli stili di vita.
Per saperne di più: www.viveresenzasupermercato.it
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Maggio 2020

Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

IL LIBRO

Code, imballaggi, prodotti inutili e dannosi per la salute e per l’ambiente, filiera lunga, inquinamento e sfruttamento, bisogni indotti da pubblicità, lunghe attese per trovare parcheggio, per scegliere, per pagare: questo è il supermercato. E chi pensa che rinunciarvi sia difficile, inutile o addirittura impossibile, dovrà ricredersi. Vivere senza supermercato non solo è possibile ma è addirittura facile e piacevole: parola di chi lo ha fatto.

Entrare in relazione con i produttori, scoprire la provenienza e l’origine delle merci, informarsi sulle conseguenze, personali e globali, di ciò che si acquista e si consuma: vivere senza supermercato significa tutto questo e molto altro ancora. Significa fare una spesa ecologica, consapevole e responsabile, dando un nuovo valore ai propri gesti e un peso diverso ai propri soldi. Significa cambiare stile di vita e modo di pensare.
Vivere senza supermercato significa guadagnarci: in soldi, salute, relazioni e tempo. Una scelta alla portata di tutti.

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