Il ribes è una pianta molto usata e molto discussa, soprattutto per quanto riguarda le varie preparazioni fitoterapiche. Originario del centro Europa, è facile trovarlo in zone montuose e nei fondovalle umidi e ombrosi. Fino al 1500 non troviamo niente in letteratura sul ribes; nel XVI secolo solo poche citazioni, oltre al consumo alimentare come frutto viene utilizzato da alcuni studiosi come diuretico e nel morso delle vipere, ma senza ottenere molto successo.
Nel 1712 finalmente acquisisce fama ufficiale grazie al trattato pubblicato dal monaco Bailly De Montaran, dove se ne esaltano le numerosissime proprietà curative. Ma è all’inizio del Ventesimo secolo che si inizia a prenderlo davvero in considerazione, grazie a tutta una serie di studi clinici e sperimentazioni che ne confermano l’efficacia.
Dinamica dei costituenti
Sia le foglie che i frutti sono ricchi di flavonoidi, una classe di principi attivi molto importanti per l’azione antinfiammatoria; hanno inoltre proprietà antiallergiche e sono capaci di aumentare la resistenza dei capillari. Le foglie contengono poi i tannini e un particolare olio essenziale che libera nel nostro organismo delle sostanze stimolanti l’epitelio renale, tanto da provocare un’abbondante diuresi. Questa azione provoca una vasodilatazione e di conseguenza una riduzione dell’ipertensione.
Nei frutti troviamo in particolare vitamina C e gli antociani, utilissimi contro i radicali liberi e protettivi del microcircolo. I semi, invece, sono ricchi di acidi grassi essenziali, i famosi omega 3 e 6, che dobbiamo necessariamente introdurre con la dieta in quanto il nostro corpo non li sintetizza. L’azione delle gemme, infine, è mirata particolarmente alle ghiandole surrenali, dove attraverso un determinato stimolo si ha l’aumento del tasso di cortisolo ematico. In pratica agiscono da cortisonico naturale senza avere gli effetti collaterali del cortisone, quali l’iperglicemia, la ritenzione idrica, l’ipertensione e l’ulcera gastrica.
Estratti e indicazioni d’uso
Spesso accade che di una stessa pianta si possano utilizzare diverse parti estraendo principi attivi che hanno poi un’azione differente. Ecco, nello specifico, le indicazioni per i vari estratti del Ribes.
– Tintura Madre, Estratto Secco: • sindromi reumatiche, artrite, artrosi • allergie • patologie infettive • iperuricemia • ipertensione
– Macerato Glicerinato, Macerato Glicerinato Spagyrico: • iposurrenalismo • sindromi allergiche • rinite, sinusite, bronchite • asma bronchiale • astenia con freddolosità • artrosi, artrite • orticaria, dermatite • adenoma prostatico
– Olio: • psoriasi, orticaria, acne • eritemi, prurito, desquamazioni • dermatite atopica • sindrome premestruale • ipercolesterolemia
Quanto prenderne?
Di seguito le posologie in base agli estratti usati.
Tintura Madre: da 90 a 150 gtt al dì suddivise in 3 somministrazioni.
Estratto Secco: titolato al 3,8 % in derivati flavonici come rutina, 30 mg al dì degli stessi derivati.
Macerato Glicerinato: da 70 a 150 gtt in una o più somministrazioni, possibilmente la mattina nell’arco di tempo in cui le surrenali dismettono cortisolo, tra le 8.00 e le 13.00. Nella fase acutissima della manifestazione, si possono prendere 150-200 gtt per un breve periodo di 2-3 giorni al massimo. Lavorando, invece, sulla tipologia di base di una persona, si può assumere un dosaggio di 50 gtt anche per lungo tempo.
Macerato Glicerinato Spagyrico: 10-20 gtt per 3 volte al dì in acqua a digiuno.
Olio: titolato al 17% in acido alfa-linoleico, da 200 a 250 mg al giorno di GLA.
Avvertenze
Non sono note controindicazioni. Bisogna fare attenzione in caso di ipertensione nell’utilizzo della tintura e del gemmoderivato, mentre per chi assume anticoagulanti si consiglia cautela nell’uso dell’olio.
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Articolo tratto dalla rubrica Il rimedio del mese
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