Torniamo a vivere senza timore una pluralità di idee. L’editoriale di Nicholas Bawtree, direttore di Terra Nuova.
Ognuno di noi in questo anno e mezzo ha cercato, faticosamente, di farsi una propria idea sulla «questione Covid», che condiziona così fortemente le nostre vite. E sicuramente anche tra i lettori di Terra Nuova c’è una diversità di vedute. Meno male, perché il principio di biodiversità vale anche per le idee.
Nel mondo ecologista i dibattiti accesi non sono mai mancati, persino all’interno di gruppi d’interesse molto specifici come il movimento per la decrescita o quello bioregionale; per non parlare della scelta vegan. Da una parte ci sarebbe bisogno ogni tanto di mettere da parte le diversità e unirsi per un obiettivo comune, soprattutto se dall’altra parte, come nel recente caso degli OGM di nuova generazione, ci sono multinazionali senza scrupoli e governi compiacenti. Ma queste discussioni creano comunque un preziosissimo humus che protegge il terreno culturale da quella che Vandana Shiva definisce la «monocultura della mente». In questo modo viene anche incoraggiato e legittimato il pensiero indipendente. Chi nasce, cresce e vive in questi contesti, fa proprio un principio importantissimo: anch’io posso avere una mia idea, posso esprimere la mia idea… e posso anche cambiare idea!
Con l’arrivo del Covid, tutto questo sembra aver subito un arresto improvviso. La paura diffusa ha ridotto in pochissimo tempo il dibattito pubblico a un codice binario, con una polarizzazione delle posizioni e una delegittimazione di quella diversità di vedute che pure veniva considerata il sale della democrazia.
In questo contesto, l’atto più importante di ecologia della mente che possiamo mettere in pratica è quello di favorire un confronto pubblico civile e dare spazio al pensiero critico. «Sapere aude!» (abbi il coraggio di conoscere) scriveva Kant, facendo diventare questa espressione latina, in origine attribuita a Orazio, il motto dell’Illuminismo. L’invito era quello di trovare il coraggio di fare uso del proprio intelletto senza la necessità di appoggiarsi alla guida di qualcuno.
Per uscire da questa situazione abbiamo bisogno di uno slancio simile, di tornare a vivere senza timore una pluralità di idee. Perché i progressi della nostra conoscenza, e con essa la nostra capacità di affrontare e risolvere i problemi, sono sempre stati e sempre saranno il frutto del dialogo.
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