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Scegliere di rallentare

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La nostra quotidianità somiglia sempre di più a una corsa sfrenata contro il tempo…
Scegliere di rallentare
Chi, oggi, non ha l’impressione di correre incessantemente dietro il tempo, di dover andare sempre più veloce per avere, alla fine, la sgradevole sensazione di non andare né avanti né indietro? Le nostre vite sembrano intensificarsi man mano che il tempo passa. La nostra sete di scoperta è insaziabile, le nostre esigenze sempre più affinate. Abbiamo inventato un sacco di ordigni per andare più in fretta e alleggerire la quotidianità: automobile, microonde, lavatrice, computer…
Oggi, la porta aperta sulla conoscenza dipende da un telefono in tasca, disponibile immediatamente, ventiquattr’ore su ventiquattro. Siamo in grado di mandare un messaggino all’altro capo del Pianeta in un secondo e di andarci in meno di due giorni. Ne abbiamo guadagnato, di tempo. Ma cosa ne abbiamo fatto? Questo mondo è il frutto di un sogno. Di un’utopia aspettata e sperata da parecchi personaggi che, a partire dal XIX secolo, pensavano che stessimo per liberarci. E questo, grazie al progresso.
Una rivoluzione tecnologica senza precedenti nella storia dell’umanità ha permesso la nascita della cultura dei passatempi: sport, televisione, spettacoli, vacanze e viaggi sono diventati accessibili alla maggior parte delle persone. Eppure… Più guadagniamo tempo, più abbiamo la sensazione di non averne.
Un paradosso si è impadronito della nostra modernità: il progresso, proprio quello che poteva liberarci, si è messo al servizio di una fulminea accelerazione, una ricerca del «sempre più»: questa ci ha fatto sprofondare in una spirale infernale che non abbiamo visto arrivare e da cui è diventato urgente uscire.
La nostra quotidianità somiglia sempre più a una corsa sfrenata contro il tempo con un programma appagante: lavoro, trasporti, faccende domestiche, passatempi, relazioni sociali, mestiere di genitore… Una dittatura cui spesso ci sottoponiamo di buon grado. Una velocità inebriante, che ci porta, ci motiva, a volte ci incanta. E ci illude anche. Una rapidità senza mezze misure che ci mette alla prova. Funamboli: ecco cosa siamo diventati. Privati di questa àncora di salvezza che ci mette al riparo da brutte cadute, giochiamo con i nostri limiti fisici. Ci resta solo sapere da che parte finiremo con il cadere. E quando.
Con il tempo la nostra velocità si accompagna a effetti collaterali dannosi: stress, disturbi del sonno, ansia, dolori muscolari, lombalgie… Fino al burn-out, come viene chiamato questo spossamento totale, fisico e psichico, quell’incendio distruttore dei nostri migliori slanci.
Oggi la posta in gioco, quella vera, è di non affondare. Agire, finché c’è ancora tempo.
Tratto da Scegliere di rallentare, di Nelly Pons (Terra Nuova Edizioni)
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Articolo tratto dalla rubrica Spunti di vista

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Luglio/Agosto 2022
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IL LIBRO

Quante volte ci diciamo che «non abbiamo tempo» per seguire un hobby, visitare un amico o semplicemente per fare nulla? Viviamo immersi in una società che ci spinge a essere frenetici, iperattivi, a voler possedere sempre qualcosa, a consumare noi stessi e le risorse del Pianeta.

Nelly Pons, sopravvissuta a un burn-out, un vero e proprio collasso fisico e psichico, parte dalla propria esperienza per suggerirci come riprendere in mano le nostre esistenze e costruire un nuovo rapporto con il mondo in cui viviamo. Rallentare è uno stile di vita, un modo per vivere più consapevolmente, per ridurre l’impatto ambientale dei nostri consumi e per aumentare il tempo e lo spazio dedicato alle relazioni con gli altri, con noi stessi e la natura. Rallentare non significa andare al rallentatore ma saper dosare il proprio ritmo ed elaborare un nuovo equilibrio tra velocità e lentezza.
E poiché il mondo continua ad accelerare, l’unica leva su cui abbiamo il potere di agire siamo noi stessi.
In conclusione del libro Paolo Ermani, una delle figure più attive del movimento ecologista in Italia, ci racconta la storia esemplare di un individuo che ha scelto di rallentare e ha raggiunto il proprio obiettivo.

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