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Scendere a patti con il microbiota

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Abbiamo intervistato il dottor Paolo Mainardi, chimico e ricercatore indipendente, ideatore, insieme al dottor Paolo Carta, del Protocollo Re-Start che ha l’obiettivo di potenziare la salute dell’intestino a lungo termine, ricostruendo una flora batterica adeguata, grazie alla dieta bilanciata e l’aggiunta di probiotici e alfa-lattoalbumina.
Dottor Mainardi, ci potrebbe spiegare su cosa si basa il Protocollo Re-Start?
Nella fase iniziale è importante introdurre acidi grassi saturi e fibre al fine di permettere la sintesi di acidi grassi a catena corta per nutrire l’intestino. I grassi sono stati troppo a lungo demonizzati. Poi bisogna mantenere l’intestino allenato reintroducendo cibi via via più complessi, come si fa nello svezzamento. Se l’organismo riceve stimoli si mantengono efficienti i processi di autoriparazione. Abbiamo scoperto che le diete privative apportano dei miglioramenti passeggeri e finiscono per privare l’organismo di nutrienti importanti. Bisogna invece allenare l’intestino come se fosse un atleta, e noi i suoi allenatori.
I suoi studi sembrano dare molta importanza ai batteri…
Noi diciamo di ospitare colonie di batteri, ma in realtà sono loro a guidare molti dei processi fondamentali per il nostro organismo. Di fatto abbiamo dieci volte più batteri che cellule.
Per i batteri anaerobi siamo un semplice spazio abitativo, un rifugio dove poter vivere. Se manteniamo per loro uno spazio confortevole gli permettiamo di svolgere bene il lavoro anche per noi. Dobbiamo capire che alimentarci non vuol dire solo nutrire, ma dialogare con i batteri del sistema digerente, per «riparare» il terreno.

Come si fa in agricoltura biodinamica…
Esattamente. Dobbiamo favorire i ceppi probiotici rinforzando il terreno. Purtroppo però è un operazione difficile.
Quando i ceppi disbiotici hanno preso il sopravvento hanno un forte istinto di sopravvivenza. E si oppongono a ogni tentativo di cambiamento.
Esistono dei batteri buoni e dei batteri cattivi?
Non ci sono buoni e cattivi. Anche l’Escherichia coli ha un suo ruolo. Bisogna mantenere un buon rapporto tra le popolazioni.
Se c’è equilibrio, ci si mantiene in salute. Dobbiamo incominciare a vedere il nostro corpo come un ecosistema: le nostre cellule sono il supporto che li tiene insieme, mantenendoci sani. Se li riesco a mettere in condizioni di comfort risolvo molti problemi.
Uno dei problemi più diffusi di oggi sono le intolleranze. Come affrontarle?
Se un alimento mi dà fastidio, non devo incolpare l’alimento in sé, ma guardare alla mia debolezza. I test di intolleranza sono spesso positivi a causa di una permeabilità intestinale che fa passare delle frazioni proteiche che non dovrebbero passare. È come se entrassero dei clandestini a bordo: il sistema va in allarme, innescando degli anticorpi specifici. La stessa cosa avviene con le frazioni tossiche della gliadina per i celiaci. Ma se si risolve il problema della permeabilità intestinale si può anche ipotizzare un reintegro del glutine.
Brano tratto dall’articolo Re-Start: ripartire da un microbiota sano

Leggi l’articolo completo sul mensile  Terra Nuova Gennaio 2018

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