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Sciare sostenibile

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L’industria dello sci alpino ha un impatto devastante sugli equilibri della montagna. L’alternativa è uno sport ancora poco praticato in Italia: lo sci di fondo, che ha il merito di farci divertire e allenare, senza far male all’ambiente.
Molti di noi si ricordano i mitici anni ’80, quando ogni famiglia si poteva permettere un weekend sulla neve. Da fine novembre a metà marzo si sciava ovunque, dalle Alpi agli Appennini. Le scuole programmavano settimane bianche a basso prezzo. Lo sci era un’attività popolare e molto amata dai giovani che, seguendo l’esempio del mitico Alberto Tomba, si cimentavano con entusiasmo sulle discese innevate di tutta Italia. Erano anni di crescita e di consumo sfrenato, che un po’ potremmo anche rimpiangere, non senza un piccolo esame di coscienza.
Nel giro degli ultimi vent’anni le cose sono cambiate. È cambiato il clima, prima di tutto, e la neve è un fenomeno sempre più raro e imprevedibile. Le famiglie hanno meno soldi e la pratica dello sci ha un costo troppo elevato. Se si sommano il viaggio, l’albergo, il costo degli impianti di risalita, per non parlare dell’attrezzatura, viene voglia di rinunciare. Ma il prezzo più caro lo paghiamo in termini ambientali per via del consumo di suolo, di acqua, di energia, che può rendere le nostre vacanze invernali del tutto insostenibili. Possiamo ancora far finta di niente?

I vantaggi ambientali

Diciamocelo, la neve ha sempre la sua magia, che può essere vissuta in modi assai diversi. Per una vacanza più sostenibile possiamo partire dalla scelta del trasporto pubblico, carente anche in molte blasonate località sciistiche, e dal tipo di sistemazione. Ma se si guarda all’attività sportiva vera e propria potremmo prendere in seria considerazione lo sci di fondo, detto anche sci nordico, che offre notevoli vantaggi, a cominciare proprio da quelli ecologici. Purtroppo nel nostro paese, secondo un’indagine del Wwf, lo sci nordico è praticato solo dal 12% degli sciatori, contro un 77% che preferisce di gran lunga lo sci da discesa. A proprio rischio e pericolo, visto che la quasi totalità degli incidenti, che provocano sempre più spesso contusioni, distorsioni e fratture, avvengono proprio nello sci alpino.

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